FIORITO EL DRITO (UN ALTRO CASO LUSI?) - L’EX CAPOGRUPPO REGIONALE PDL DEL LAZIO, INDAGATO PER PECULATO, POTREBBE AVER FABBRICATO UN DOSSIER FALSO PER COINVOLGERE I COLLEGHI NELLO SCANDALO - CIRCA 300 MOVIMENTI BANCARI SOSPETTI SEGNALATI DA BANKITALIA - LA PROCURA A CACCIA DI PROVE E DI EVENTUALI “COMPLICI” SPULCIA I CONTI CORRENTI - UN “ACCORDO SEGRETO” TRA I PIDIELLINI PER SPARTIRSI I FINANZIAMENTI PUBBLICI?...

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Valentina Errante per messaggero.it

Forse Franco Fiorito non agiva da solo. Forse aveva un mandato del partito e come capogruppo gestiva rimborsi, fatture e contratti di consulenza e collaborazione con estrema superficialità. Oppure semplicemente rispettava i termini degli accordi presi segretamente con alcuni dei consiglieri del Pdl, con un discreto vantaggio per se stesso. Tutto da verificare.

E bisognerà vedere quali documenti abbia davvero nel cassetto l'ex capogruppo del Pdl per dimostrare di avere rispettato una prassi e difendere la propria posizione in questa guerra fratricida che rischia di coinvolgere tutti. Una cosa è certa: l'indagine è destinata ad allargarsi e altri nomi potrebbero presto finire sotto esame.

Secondo Francesco Battistoni, neo capogruppo del Pdl alla Regione, il contro-dossier di Fiorito, con le fatture che chiamano in causa i suoi compagni di partito e li coinvolgono nel grande imbroglio, sarebbe un falso. Due giorni fa, la procura di Viterbo ha sequestrato tutti i documenti diffusi in rete da un giornale telematico. La richiesta al pm, che da mesi indaga sulle spese del gruppo del Pdl alla Pisana, era stata inoltrata proprio da Battistoni, grande accusatore di Fiorito. Bisognerà capire chi abbia falsificato quei documenti.

Se Fiorito, nel tentativo di trascinare anche gli altri nella vicenda giudiziaria, o gli stessi consiglieri al momento dei rimborsi. Il procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna e il pm Alberto Pioletti, titolari dell'inchiesta che vede indagato Fiorito per peculato in relazione alle ingiustificate appropriazioni di soldi pubblici, al momento, hanno tra le mani soltanto la relazione dell'Uif di Bankitalia, che ha segnalato alla Finanza movimentazioni sospette sui due conti del Pdl alla Pisana.

Agli atti c'è anche il verbale di Battistoni. Sono circa 300 i movimenti bancari da chiarire. Ma gli accertamenti sono all'inizio e il dettaglio di quei depositi riguarda solo l'ex capogruppo: i bonifici e i giro conto che Fiorito ha fatto a se stesso su cinque banche in Spagna e altre sette in Italia. E poi i prelievi con il bancomat, gli accrediti senza causale, gli assegni con beneficiari sconosciuti e le dieci carte di credito ricaricabili intestate a ignoti. Cifre addebitate sempre sui conti del gruppo Pisana.

Ma l'indagine potrebbe andare più lontano e riguardare la gestione da parte dei diciassette consiglieri Pdl alla Pisana. Lo fa intendere l'avvocato Carlo Taormina, legale di Fiorito, e forse nelle stanze del Pdl, in via Cristoforo Colombo, dove l'atmosfera sarà appesantita anche dallo stupore, qualcuno lo teme.

La procura, intanto, è in attesa della relazione degli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza che la prossima settimana dovrebbero fornire elementi più certi sull'identità dei beneficiari di bonifici e versamenti e sul flusso seguito dal denaro del Pdl negli ultimi due anni.

Più di dieci milioni di euro. L'indagine riguarda tutta l'attività amministrativa e contabile del gruppo alla Regione. E nel fascicolo è finito anche il mistero di due depositi bancari aperti dall'ex capogruppo al Monte Paschi di Siena e intestati al Pdl. Due conti segreti dei quali i consiglieri azzurri ignoravano l'esistenza e individuati, nell'era post Fiorito, soltanto grazie alla corrispondenza bancaria. I depositi sono stati aperti in tempi diversi, uno nella filiale di via del Corso, l'altro in quella di via della Pisana.

Fiorito ha acceso il primo quando era ancora capogruppo, l'altro il 25 luglio scorso,lo stesso giorno della sua rimozione dall'incarico. E se sull'ultimo non sono state registrate movimentazioni di denaro, sull'altro, invece, i soldi sono stati trasferiti. Circa 60 mila euro in tutto. Il sospetto degli inquirenti è che Fiorito, dopo le polemiche all'interno del partito, volesse salvaguardarsi, o forse rendere più difficile la tracciabilità del denaro.

 

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