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1. TIFOSI RUSSI ARRESTATI IN FRANCIA
GiannI Santucci per il “Corriere della Sera”
Gli scontri tra hooligans hanno lasciato chiazze di sangue sull' asfalto di Marsiglia e, ieri, sul selciato del centro antico di Lille.
Su quel sangue in strada, la Russia interviene con una mossa diplomatica che non ha precedenti per scontri legati al calcio negli ultimi vent' anni. Ieri, mentre il centrocampista del Napoli Marek Hamsik segnava il gol della Slovacchia che probabilmente porterà all' eliminazione della Russia dall' Europeo 2016, il ministro degli Esteri del Cremlino, Sergei Lavrov, ha convocato d' urgenza l' ambasciatore francese a Mosca.
Con un ammonimento: «Continuare ad alimentare sentimenti anti russi potrebbe portare a un significativo aggravamento nelle relazioni con la Francia».
La dinamica degli scontri di Marsiglia è stata chiara: prima della partita Russia-Inghilterra, migliaia di inglesi ubriachi hanno occupato un' intera riva del «Vieux-Port» di Marsiglia e provocato una serie di tafferugli con la polizia. Poi, sabato pomeriggio, qualche centinaio di hooligans russi che indossavano paradenti e guanti da arti marziali, hanno invaso una piazza lasciando a terra una ventina di feriti (uno con gravissime lesioni cerebrali) in un raid durato meno di tre minuti. Nonostante ciò, da giorni ambienti vicini al Cremlino parlano di provocazioni da parte degli inglesi.
E ieri il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, si è augurato che la Uefa sia equilibrata nel giudicare tutti i gruppi responsabili delle violenze: «Speriamo che ci sarà un trattamento equo nel corso delle indagini». Sette tifosi inglesi sono già stati condannati a pene minori, senza proteste da parte di Londra. Ieri, invece, il ministro Lavrov ha definito «assolutamente inaccettabile» la prima operazione di contrasto contro gli hooligans russi.
Tre giorni dopo le violenze, la polizia francese ha fermato un bus con 43 tifosi russi in partenza verso Lille. Sei saranno espulsi, una decina sono stati lasciati andare, mentre altri sono ancora sotto osservazione. Su quel bus si trovava anche Alexander Shprygin, esponente di estrema destra, nazionalista, vicino agli ambienti del ministero dello Sport russo.
In questo clima, a metà pomeriggio di ieri, i cori di un migliaio di tifosi inglesi rimbombavano nel centro storico di Lille. Bevevano e urlavano: «Russia is going home» (dopo la sconfitta con la Slovacchia) e «Fuck off russians». Nella mentalità ultrà, quella di Marsiglia è stata una disfatta da vendicare. Ecco perché il nuovo incrocio tra le tifoserie (gli inglesi erano qui perché la loro Nazionale gioca oggi, a 30 chilometri di distanza, mentre la Russia ha giocato ieri proprio a Lille) rappresentava il nuovo allarme per l' Europeo 2016. La caccia al russo è iniziata a metà pomeriggio.
Gruppi di inglesi che correvano tra i vicoli, polizia ad ogni angolo, lancio di gas lacrimogeni, risse che s' accendevano come fiammate qua e là tra i palazzi antichi, almeno tre feriti, più una decina di contusi. Già la sera prima c' erano state due pesanti scazzottate sulla Grand Place. Gli ultrà russi continuano a mettere in Rete le foto dei loro trofei di Marsiglia: bandiere inglesi strappate ai nemici in combattimento. Alcune di quelle bandiere sono macchiate di sangue.
2. LA VIA STRETTA DEL CREMLINO E I RAPPORTI CON L' UEFA PENSANDO AI MONDIALI
Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
Non è piena crisi diplomatica, ma poco ci manca. A dare ulteriore peso alla convocazione di Jean Maurice Ripert, l' ambasciatore francese a Mosca, al ministero degli Esteri russo, un atto di per sé già con forte valenza politica, è stato Sergei Lavrov in persona.
Il capo della diplomazia del Cremlino ha infatti deciso di spiegare la decisione direttamente alla Duma, la Camera bassa del Parlamento: il fermo dei tifosi russi «è un incidente inaccettabile», ha detto Lavrov, secondo il quale le autorità francesi «avevano l' obbligo di informare immediatamente il nostro consolato generale a Marsiglia ma non lo hanno fatto». In tal modo, ha spiegato il ministro, «hanno agito in violazione della Convenzione di Vienna».
I diplomatici moscoviti hanno appreso del fermo soltanto dai social network e quando si sono precipitati sul posto i 43 tifosi, compresi tre autisti, erano da ore bloccati sul bus: «Il loro arrivo ha impedito che la situazione degenerasse e si è subito stabilito un dialogo».
A conferma che però Mosca si rende conto di muoversi su un terreno sdrucciolo, Lavrov è stato anche molto attento a lasciare aperti tutti i canali di dialogo e a bilanciare le sue critiche. Il ministro ha infatti definito «inammissibile» il comportamento di alcuni tifosi russi e ha assicurato che i suoi diplomatici «lavoreranno insieme alle autorità francesi su base costante».
Qualche resipiscenza traspare anche nel ministro dello Sport, Vitalij Mutko, che dopo le maldestre dichiarazioni dei giorni scorsi, quando aveva difeso a spada tratta i tifosi russi, ha cominciato a fare qualche distinguo: «La stragrande maggioranza sono persone per bene venute a guardare calcio e riposare, ma ci sono altri più aggressivi e con loro bisogna lavorare in anticipo. Se i francesi ne avessero discusso insieme a noi, tutto questo non sarebbe successo». Mutko però nega che gli hooligan russi siano organizzati.
La percezione delle autorità moscovite di sottostare a un doppio standard in ogni caso rimane. È evidente nelle parole di Lavrov: «Non si possono chiudere gli occhi sul fatto che vengano ignorate le azioni provocatorie compiute dai tifosi di altri Paesi, che hanno calpestato la bandiera russa e urlato insulti alla nostra leadership e ai nostri atleti».
E viene confermata da un commento del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, il quale si è augurato che «ci sarà un atteggiamento imparziale verso tutti gli eccessi compiuti e verrà prestata attenzione a ogni parte coinvolta negli incidenti». Finora, per i fatti di Marsiglia, l' Uefa ha multato per 150 mila euro soltanto la Federcalcio di Mosca e ha emesso una squalifica condizionale della nazionale russa, pronta a scattare in caso di nuovi incidenti.
Il Cremlino tuttavia non commenta e non vuole entrare in rotta di collisione con l' Uefa, alla quale Peskov riconosce una «totale responsabilità di giurisdizione». E qui è chiaro che il pensiero delle autorità russe corra ai Mondiali di Russia del 2108. Ieri è stato Vladimir Putin in persona a sollecitare i membri del Consiglio di Sicurezza a «far lezione dell' esperienza francese, sui modi di garantire la sicurezza nell' organizzazione delle partite di calcio, nel contesto della preparazione della Coppa del Mondo del 2018».
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