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Gabriele Rosana per “il Messaggero”
URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI
Con il sì di Austria e Polonia, arrivato nel pomeriggio di ieri, i Parlamenti di tutti i 27 Paesi Ue hanno ratificato la decisione sull'aumento delle risorse proprie dell'Unione, passaggio essenziale perché il Recovery Plan Next Generation EU possa cominciare a sprigionare la sua potenza di fuoco già a giugno, con l'emissione dei primi Eurobond per il reperimento sui mercati degli 806 miliardi di euro da distribuire fra gli Stati membri nei prossimi cinque anni come sovvenzioni e prestiti a tasso agevolato.
meme su Mario Draghi e il recovery plan
Prima delle ultime due della classe, il rush finale iniziato questa settimana aveva visto protagonisti i Parlamenti di Paesi Bassi, Ungheria e Romania; l'Italia, invece, è stata a inizio anno nel gruppo di testa insieme a Francia e Spagna. Con l'incremento delle risorse proprie dell'Ue, la Commissione ha infatti le garanzie economiche necessarie per emettere debito comune sui mercati, forte del suo elevato rating creditizio, e finanziare così il maxi-pacchetto per la ripresa.
Si tratta di una procedura delicata che, spiegano a Bruxelles, impiega in media due anni per il completamento: stavolta, però, vista l'urgenza di innescare la ripresa economica, gli Stati hanno accelerato i tempi e concluso la ratifica in meno di sei mesi. Un percorso che in molti casi è stato una corsa a ostacoli, complice qualche scetticismo sulla possibilità che diventi uno strumento permanente (come invece auspicano molti leader).
IL CASO TEDESCO
In Germania, in particolare, la ratifica era finita davanti alla Corte costituzionale - che l'ha sbloccata dopo alcuni giorni di incertezza -, mentre in alcuni Paesi, come Finlandia e Polonia, ha fatto traballare gli esecutivi e reso necessario il soccorso delle opposizioni per evitare uno stallo che come principale conseguenza pratica avrebbe avuto lo stop ai fondi del Recovery per tutti.
Bruxelles aveva invitato a più riprese gli Stati a completare la procedura entro il 1° giugno. Ecco che tira decisamente un sospiro di sollievo Johannes Hahn, il commissario Ue al Bilancio che ha seguito tutte le ratifiche: Sono fiducioso che riusciremo a definire e gli ultimi passaggi necessari entro maggio e potremo iniziare a reperire le risorse sui mercati già a giugno.
È un passo importante per il rilancio dell'economia europea, gli fa eco il responsabile degli Affari economici Paolo Gentiloni. Anche se la Commissione potrà rivolgersi ai mercati a metà giugno, con un margine di anticipo rispetto ai calcoli iniziali, si apprende a Bruxelles, i primi esborsi ai governi arriveranno solo a estate inoltrata: prima i vari Pnrr - ad oggi ne sono stati ricevuti 19 su 27 - dovranno infatti essere valutati da Bruxelles (che ha ancora un mese di tempo) e ricevere l'ok dal Consiglio. Solo dopo arriverà la prima tranche, pari al 13% del totale. Per l'Italia, siamo intorno ai 25 miliardi.
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