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Adelaide Pierucci per "il Messaggero"
L'INCHIESTA
Tacchi a spillo, reggiseni abbondanti e un viavai di trans nei corridoi di Palazzo di Giustizia. Ieri, a piazzale Clodio udienza chiave davanti al gip Adele Rando per l'inchiesta sul racket ai viados del Fungo, all'Eur. Un'indagine del pm Barbara Zuin che ha portato allo sviluppo di due filoni.
Il primo, clamoroso, si è chiuso a gennaio con l'arresto firmato a Perugia del sostituto procuratore di Roma Roberto Staffa che avrebbe dovuto affiancare il pm Zuin nelle investigazioni, e che, di fatto, invece avrebbe favorito i trans in cambio di favori sessuali. E il secondo, quello ieri in aula, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 17 persone, per immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Due filoni paralleli, se non altro per i protagonisti, i trans della capitale.
PROSTITUZIONE
Come Renato Reis Cordoso, in arte Janine, «una escort», come precisa, «24enne e brasiliana», contemporaneamente parte offesa e indagata a Roma, per il giro di sesso a pagamento al Fungo, e che lunedì, come altre sue amiche, ieri a Piazzale Clodio, ha testimoniato anche a Perugia nel procedimento a carico del pm Staffa.
«Guardi - avverte io non so quello che mi hanno fatto firmare sulle carte. Ma io posso dire che il dottor Staffa per me è stato come un padre. Sì, ho fatto sesso con lui, ma che è un reato? Mica l'abbiamo fatto nel suo ufficio». «Anche lei - aggiunge Janine indicando un'amica, che annuisce - ha avuto contatti con Roberto. Non abbiamo preso soldi, ma neanche ci ha favorito. Era una conoscenza».
PERMESSI DI SOGGIORNO
Il legale di Cordoso, Piacentino Lamesi, non si sbilancia: «La mia assistita aveva diritto al permesso di soggiorno per motivi di giustizia». In corridoio c'è anche Raffaella, altro nome d'arte, longilinea e lineamenti delicati. «Mi dispiace tanto per il dottor Staffa - spiega - lui ci ha sempre aiutato. Quando ho deciso di denunciare i miei aguzzini, che mi hanno sfilato 12 mila euro per entrare in Italia, l'ho chiamato sul cellulare. E lui mi ha ricevuto nel suo ufficio di piazzale Clodio. Lì è stato molto formale, non mi ha detto neanche bella. Mi ha indirizzato alla Zuin per presentare la denuncia. Come facevo ad avere il suo cellulare? Molte di noi ce l'avevano. L'avrà dato a una e ha girato».
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