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Francesco Semprini per "la Stampa"
à finito l'idillio tra Mark Zuckerberg e la sinistra americana. Il co-fondatore di Facebook ha visto venir meno il sostegno che le associazioni liberal gli avevano assicurato per il suo impegno nel promuovere la riforma dell'immigrazione, di cui si era fatto portatore con alcuni spot mirati. Sono bastati pochi secondi, la durata di una pubblicità a favore del maxi oleodotto nordamericano «Keystone XL».
«à straordinario l'impegno che Mark Zuckerberg ha dimostrato nel promuovere la riforma dell'immigrazione. à deprimente vedere come abbia messo lo stesso impegno al servizio dei petrolieri», spiega Daniel Weiss, veterano del «Center for American Progress Action Fund», un'associazione liberal.
Nel mirino degli attivisti sono finiti una serie di spot tv sponsorizzati da organizzazioni che fanno capo a Fwd.us, il gruppo nato per volontà dello stesso co-fondatore di Facebook, cui ha aderito di recente anche Bill Gates, originariamente per fare opera di lobbying sul passaggio della riforma dell'immigrazione.
Si tratta di pubblicità nelle quali viene dato chiaro sostegno alla realizzazione del «Keystone XL», l'oleodotto che attraversa per 3.500 km il continente nordamericano, dal Canada al Texas. Un progetto per lo sfruttamento del petrolio ottenuto dalle sabbie bituminose, che fornirebbe un importante contributo al bilancio energetico statunitense a fronte di un impatto ambientale che, a detta degli esperti, è assai inferiore a ogni alternativa.
Non la pensano così i gruppi ambientalisti come «Credo Action», il braccio attivista dell'operatore di telefonia mobile «CredoMobile», pronto a colpire Zuckerberg dove fa più male, su Facebook. «Inizieremo a usare il social network come amplificatore mediatico del suo deprecabile cambiamento di sponda», dice Becky Bond, direttore del gruppo, che ha lanciato una petizione per chiedere l'immediata sospensione delle «pubblicità dello scandalo».
«Sierra Club», celebre lobby ambientalista, ha chiesto ai suoi membri di esprimere pubblicamente il «pessimo gradimento», per la «doppia faccia» mostrata dal giovane guru di Silicon Valley. Il numero uno di Facebook era diventato un paladino della sinistra grazie alla battaglia sull'immigrazione sintetizzata nello slogan: «Abbiamo una strana legge sull'immigrazione, per essere un popolo di immigrati».
Il movimento lanciato da Zuckerberg è stato presentato lo scorso mese sul «Washington Post» come animato da due correnti, una progressista e una conservatrice ma sempre a favore della riforma dell'immigrazione.
à possibile che il co-fondatore di Facebook faccia la sponda dall'una all'altra parte, per di più in un'annata non elettorale, per far sì che non venga meno il sostegno a quella che considera la madre di tutte le battaglie.
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