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“IO NON SONO IL MIO TUMORE” - UMBERTO VERONESI IN LODE DI EMMA BONINO E DEL SUO CORAGGIOSO “COMING OUT” SULLA MALATTIA: “CI HA INVITATO A VIVERE LIBERI DALLA PAURA E HA OFFERTO SE STESSA COME PROVA CHE IL CANCRO NON È UNA MACCHIA SOCIALE”

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Umberto Veronesi per “la Repubblica

 

Emma Bonino Emma Bonino

«Voglio solamente dire che ho un tumore al polmone». Solo Emma Bonino poteva iniziare così una dichiarazione coraggiosa per qualsiasi donna, e ancor di più per una grande politica, fra le italiane più quotate e ammirate ovunque nel mondo. In quel «solamente» c’è tutta Emma. C’è la sua ironia e il suo understatement piemontese, unita alla lucida razionalità che le fa mettere in chiaro come prima cosa che non sta annunciando una tragedia o una maledetta sventura, ma una malattia che, per quanto seria, è come tante altre.

 

Poi c’è la sua determinazione ad affrontare questa sfida con la stessa forza serena con cui ne ha affrontate molte di altra natura, perché, per usare le sue parole, il tumore è una prova che cambia le priorità dell’organizzazione della vita, ma non sfiora le passioni, quella politica prima di tutto.

 

emma bonino umberto VERONESI emma bonino umberto VERONESI

Ed è per trasmettere questa forza serena che Emma, vera donna di sinistra impegnata per la tolleranza, la libertà e la solidarietà, pare fare la sua dichiarazione. Il suo messaggio politico e umano — i due aspetti sono inscindibili in Emma — è racchiuso nella bellissima frase rivolta a tutti i malati di tumore: «Io non sono il mio tumore e voi non siete la vostra malattia. Siamo persone e dobbiamo sforzarci di vivere liberi fino alla fine». Questo è un punto fondamentale. In un primo momento la parola «tumore» innesca, in chi ne riceve la diagnosi, una rivoluzione che stravolge le dimensioni e gli equilibri del mondo intorno.

 

È una reazione normale e probabilmente è successa anche ad Emma. Ma, dopo i primi momenti, si può evitare che la malattia diventi l’epicentro e la misura della vita, nella consapevolezza che il tumore ha cambiato volto negli ultimi cinquant’anni e la sua immagine di spettro della morte deve essere di conseguenza scacciata. Emma invita a vivere liberi prima di tutto dalla paura del cancro, e lei è libera perché ha fiducia nella scienza e nel pensiero dell’uomo.

 

ricerca sul  cancro   ricerca sul cancro

Non nasconde la ferita psicologica, certo, anche lei ha la voce spezzata dalle lacrime alla radio; ma ha fatto, accanto a me, infinite lotte per la libertà di ricerca scientifica e conosce e crede nell’impegno mondiale per la lotta ai tumori. Emma è una delle persone più libere di pensiero che io conosca, e anche in questo frangente lo sta dimostrando.

 

Dimostra che ha già vinto il primo round della sua sfida perché è rimasta appunto la persona che è: una donna appassionata che chiede affetto, ne regala altrettanto, e allo stesso tempo chiede sostegno intellettuale alle sue lotte di sempre, che «oggi sembrano marginali ma invece sono fondamentali per la vita di tutti». E ha vinto anche il secondo round, offendo se stessa come prova che il tumore non è una macchia sociale, che fa dei malati dei reietti.

 

jamie dimon jp morganjamie dimon jp morgan

Ci vuole ancora gran coraggio a dichiararsi, ma per fortuna tutto il mondo si muove in questa direzione. Non più tardi del luglio scorso il numero uno della JP Morgan, Jamie Dimon, il banchiere più famoso di Wall Street, annunciò con una lettera ai suoi dipendenti di avere un cancro alla gola. La notizia scosse i mercati, ma il titolo di JpMorgan nelle contrattazioni a New York cadde appena dello 0,7%.

 

Anche nell’altrettanto spietato e ricco show business aumentano le star, come Michael Douglas o Anastacia, che dichiarano pubblicamente di avere un tumore, cosa che non più di dieci anni fa li avrebbe esclusi da qualsiasi copione o palcoscenico. Cambia la cultura e un poco per volta cadono i tabù della malattia. Forza Emma, sono con te in questa tua nuova battaglia, che oggi ti sembra la più difficile.