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Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
Era solo quattro anni fa, ma c' è stato un momento in cui l' Unità e il Pd attaccarono molto duramente il neo commissario di Roma, Francesco Paolo Tronca.
La storia è questa: nel maggio 2011 il giornale legato al Pd (e poi, ufficialmente, il partito in Parlamento) denunciarono che Tronca - allora prefetto e capo del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile - fece un uso improprio di risorse pubbliche.
Il quotidiano (era un' altra èra, lo dirigeva Concita De Gregorio) raccontò un' inchiesta interna dei sindacati dei vigili del fuoco: l' 11 maggio del 2011 un autista e un mezzo dei vigili del fuoco vennero «distolti dal servizio» per essere utilizzati come noleggio con conducente, ma gratuito, per portare «il figlio del dottor Francesco Paolo Tronca e un' altra persona» a un incontro di calcio (Roma-Inter di Coppa Italia).
I sindacati denunciarono anche, e il giornale lo riportò, che «al prefetto Tronca sarebbero stati assegnati due attici, in via Piacenza, a due passi dal Quirinale. Alloggi di servizio che non gli spetterebbero».
In quella stagione un' Unità molto libera ricevette tante querele - finora tutte perse dai querelanti, e spessissimo temerarie. Chiamiamo Jolanda Bufalini, l' autrice dell' articolo: non solo non le arrivò nessuna querela, ma neanche una smentita. Arrivò invece un' interrogazione parlamentare del Pd - allora guidato da Pierluigi Bersani. La firmò il senatore Mario Gasbarri: «È noto che i vigili operano quotidianamente in tutto il territorio per garantire il soccorso ai cittadini, nonostante la scarsità di fondi, organico e risorse (...).
Per questo occorre sapere se il ministro dell' Interno sia a conoscenza delle notizie riportate affinché ci informi se corrispondono a verità. Se così fosse, l' onorevole Maroni deve assolutamente chiarire quali siano i provvedimenti che intende adottare nei confronti di quei dirigenti pubblici che hanno distolto per motivi personali uomini e mezzi che avrebbero invece dovuto essere impiegati in operazioni di soccorso e quelli che con il proprio operato hanno permesso che ciò avvenisse».
Maroni (tra parentesi, era stato lui a nominare Tronca) non rispose. Del resto, le campagne anticasta erano di là da venire, la storia non ebbe conseguenze penali, e da allora la carriera del prefetto non ha fatto altro che continuare a salire.
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