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Marco Zatterin per "la Stampa"
Jean-Claude Juncker lo candida per la poltrona che ricopre dal 2005, quella di numero uno dell'Eurogruppo, il conclave dei Paesi che hanno in comune la moneta unica. «Sarebbe un eccellente presidente», assicura il premier lussemburghese, reagendo al rumoroso tam tam di voci che vorrebbero Mario Monti in corsa per la più alta carica economica Ue. Il diretto interessato, però, si chiama fuori dalla contesa, anche se vede nelle indiscrezioni «un segno di rispetto per l'Italia e il suo governo». Dice grazie, no. «Vi pare che un presidente del Consiglio italiano possa assumere anche altri compiti?».
A qualcuno deve essere parso, anche se è difficile dire come e quando la palla di neve abbia cominciato a divenire valanga. Contatti telefonici la scorsa settimana, poi la notizia lanciata da Le Monde lunedì, smentita dalle fonti ufficiali, sostenuta ambiguamente da quelle ufficiose, e lasciata rotolare da Palazzo Chigi, a cui male non fa. Juncker se ne vuole andare, la crisi lo ha logorato ed è stanco dei rapporti tesi con Berlino e Parigi. Il presidente del Consiglio Ue, il fiammingo Van Rompuy, è stato incaricato del mandato esplorativo sulla base di un identikit dei tedeschi: «Rigorista di un Paese col debito da Tripla A». Il che fa convergere l'attenzione sul finlandese Katainen e innervosisce chi pensa che «la AAA non fa per forza un buon capo».
Se Monti fosse premier in carica e stabile, si sente dire a Bruxelles sarebbe in effetti un presidente perfetto. Farebbe da contraltare al dominio fiscale della Germania e rappresenterebbe un paladino del metodo comunitario rispetto a quello intergovernativo che negli ultimi si è cercato di imporre sull'asse francotedesco. In visita a Bologna, Juncker ha riassunto tutto questo dicendo di Monti che «è una personalità europea di primo piano, è un buon amico e ammiro quello che sta facendo nel suo Paese e quello che ha fatto a livello europeo». Ma «spetta a lui decidere».
Porta aperta dal lussemburghese, dunque. «Se lui decidesse di farlo naturalmente avrebbe il mio sostegno». Ma sarà un match difficile anche perché il premier tecnico scade la prossima primavera, troppo tardi o troppo presto per assumere le redini dell'Eurogruppo. Juncker dovrebbe lasciare a giugno, anche se si parla di riconferma per un anno. A metà 2013, Monti potrebbe essere accolto all'Eurogruppo come membro esterno, i Trattati non sono chiari e dunque tutto è possibile. Anche se la scommessa più comune, nei palazzi dell'Europa, e che a Juncker finirà per succedere Juncker.
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