FLASH! – ALLARME ROSSO PER LE GRANDI BANCHE AMERICANE, GIA’ LATITANTI ALL’INAUGURAZIONE DELLA…
Lorenzo Salvia per il Corriere della Sera
Era il 16 giugno scorso, giusto due settimane fa. Piena zona Cesarini. Perché il giorno dopo si dimetteranno il presidente della Consip, Luigi Ferrara, e la consigliera Marialaura Ferrigno. Un doppio passo che farà decadere l' intero consiglio d' amministrazione della centrale per gli acquisti dello Stato, finita nell' inchiesta che tra appalti sospetti, intercettazioni e presunte pressioni è arrivata su fino al governo.
Quel venerdì Consip assegna l' ultimo lotto di una gara da 261 milioni di euro. Gli altri nove erano stati aggiudicati alla fine di maggio, quando la società controllata dal ministero dell' Economia era già da tempo nel pieno della bufera. Ma c' è il rischio che l' intera gara venga annullata, costringendo Consip a rifare tutto da capo. Perché? Il bando, con una procedura partita nel 2014, riguarda la consulenza per gli enti locali che usano i fondi strutturali europei, una miniera di 66 miliardi di euro da spendere in sette anni.
Dopo la prima fase istruttoria, tutto era rimasto fermo quasi un anno, per una serie di ricorsi all' Anac, l' Autorità anticorruzione, e all' Antitrust, che invece vigila sulla concorrenza. La gara è molto simile a quella che pochi giorni fa è stata bocciata dal Consiglio di Stato per violazione dei «limiti di concorrenza».
Secondo i magistrati amministrativi, quel bando era troppo grande, 23 milioni di euro, e per questo andava diviso in più lotti. Ma soprattutto i paletti messi all' ingresso erano troppo alti: chi voleva partecipare doveva avere un fatturato di almeno 20 milioni di euro, di cui almeno tre nello specifico settore degli acquisti. Sono gli stessi rilievi contenuti nei ricorsi che avevano bloccato la gara aggiudicata in zona Cesarini.
PALAZZO SPADA CONSIGLIO DI STATO
In questo caso la divisione in lotti c' è stata ma l' importo dei singoli «pezzi» resta comunque alto: in un caso, quello del lotto numero sei, arriva addirittura a 55 milioni di euro. Più del doppio rispetto a quello bocciato dal Consiglio di Stato. E anche i requisiti di accesso non sono proprio generosi: il fatturato minimo richiesto arriva in un caso a 11 milioni di euro, quello nel settore specifico a un milione e centomila euro. Soglie non così alte come nella gara bocciata dal Consiglio di Stato. Ma che comunque potrebbero aver tagliato fuori una fetta del mercato.
il palazzo della commissione europea a bruxelles
C' è un' altra coincidenza. Sempre il 16 giugno, il giorno dell' assegnazione dell' ultimo lotto sulla consulenza per i fondi europei, Consip esclude la Romeo gestioni dalla gara al centro dell' inchiesta della procura di Roma, quella arrivata a toccare anche il governo. E annuncia un cambio di rotta per le gare, con la fine dei maxi lotti e la suddivisione in appalti più piccoli. Un rimedio studiato da mesi e che si applicherà per i prossimi bandi. Ma che non è arrivato in tempo per quella gara aggiudicata in zona Cesarini.
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