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Venti di guerra in Vaticano. A guastar ancor di più i rapporti tra il presidente dei Vescovi italiani, Angelo Bagnasco, e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, mancava solo il Cavalier Patonza.
I due alti prelati sono politicamente lontani sul giudizio da dare sul governo Berlusconi. Se il berluscone Bertone liquida il Cavalier del Bunga Bunga alla stregua di un mero "peccatore", il sinistro Bagnasco, che un dì era su posizioni di destra, si inventa il convegno a porte chiuse dei cattolici a Todi (no politici, sì ai banchieri Passera e Palenzona) per dare sepoltura a premier e concretizzare un dopo-Berlusconi in chiave democristiana.
Secondo: da un po' di tempo il Vaticano è in subbuglio. Destino vuole, come è prassi eterna della Curia romana, che i prelati che si sentono emarginati dalle nomine del potere bertoniano si divertano a scrivere letterine anonime, attaccando questo e quello al muro. Ultimamente le gesta letterarie e poco cristiane del "Corvo" sono rimbalzate sui giornali, innescando un forte malumore ala Segreteria di Stato.
I boatos dei Sacri Palazzi aggiungono che ci sono altre due esplosive missive anonime che ancora non sono uscite alla ribalta mediatica e una delle due sarebbe indirizzata contro Bertone e l'operazione di acquisire il San Raffaele di Milano, un complesso ospedaliero (e altro) fallito sotto il peso di oltre un miliardo di debiti.
Bertone, che come tutti i salesiani ha la fissa di occuparsi di ospedali, ospizi, scuole professionali etc., come insegna del resto il magistero del loro Don Bosco, accarezza da tempo un polo della sanità cattolico che veda in prima fila, oltre al Bambin Gesù di Roma, la Cattolica di Milano (che contiene l'istituto Toniolo, cassaforte della chiesa italiana), l'ospedale di San Pio da Pietralcina e l'impero decaduto di Don Verzè.
E il Corvo punterebbe il suo aguzzo becco contro il duplex Bertone-Profiti. Dove c'è Tarcisio, c'è infatti il presidente dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Cinquantenne calabrese, cugino dell'ex direttore generale della Rai Agostino Sacca, Giuseppe Profiti ha fulminato Bertone, all'epoca arcivescovo di Genova, nel suo ruolo di presidente dell'ospedale pediatrico e ostetrico Gaslini.
Biografizza così Profiti un fantomatico Monsignore su "Repubblica.it" del 20 luglio 2011: "già direttore generale della regione Liguria destinatario di una condanna a sei mesi della Corte d'appello genovese per una vicenda di turbativa d'asta in cui fu coinvolto con altri esponenti della politica locale negli appalti per la mensa del comune e dell'osperdale Galliera di Genova. Ospedale dove lo stesso Bertone in qualità di presidente del consiglio di amministrazione del Galliera, lo nominò suo vice per poi portarlo a Roma a capo del Bambin Gesù".
E nella capitale dove c'è Bertone, c'è Profiti. Un trait-union che trasforma subito Profiti in un "aggancio" per arrivare al Segretario di Stato. Aggiungere che è stato subito preposto dal Segretario di Stato alla vice presidenza del San Raffaele(con il cda che gli ha delegato tutti i poteri), è il cerchio si chiude.
Rimane il problema di queste maledette letterine del "Corvo", che hanno scocciato mica poco Bertone. Al punto che avrebbe affidato al capo della gendarmeria vaticana Domenico Giani l'incarico di scovare l'anonimo estensore. Pare che Giani non abbia tirato fuori un corvo dal buco e che abbia chiesto aiuto ai servizi italiani. L'affare s'ingrossa...
giuseppe profitiPROFITI hsGetImage Tarcisio Bertone CARDINALE TARCISO BERTONEbagnascobagnasco
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