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RENZI NON E' UNA POTENZA - IL DUCETTO DI RIGNANO HA ANNULLATO LA VISITA A MATERA “PER EVITARE ULTERIORI POLEMICHE RISPETTO A CIO’ CHE STA ACCADENDO IN BASILICATA” - DA QUELLE PARTI TIRA UNA BRUTTISSIMA ARIA, OGGI LA GUIDI SARA’ INTERROGATA DAI PM DI POTENZA

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Elisa Calessi per “Libero Quotidiano

 

Matteo Renzi e Federica Guidi Matteo Renzi e Federica Guidi

Niente visita a Matera. Nella ultima e-news Matteo Renzi aveva annunciato per oggi, 6 aprile, la visita alla città dei sassi, proclamata città europea della cultura 2019. Poi ci sono stati le dimissioni del ministro Federica Guidi per l' emendamento che avrebbe favorito il compagno e l' interrogatorio a Maria Elena Boschi. Le polemiche attorno ai pozzi di petrolio della Val D' Agri, in provincia di Potenza, sono tornate attuali.

 

Così ha deciso, per ora, di rinviare la trasferta. Anche perché sarebbe venuta a coincidere con il giorno in cui i pm interrogavano l' ex ministro Guidi. «Abbiamo spostato la visita a Matera per evitare ulteriori polemiche rispetto a ciò che sta accadendo in Basilicata», ha confermato durante la diretta su Facebook , quasi 40mila contatti, rispondendo per un' ora alle domande in arrivo su Twitter.

FEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZIFEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZI

 

Un cambio di programma che, però, non impedisce al premier di continuare la controffensiva su una vicenda che rischia di compromettere l' immagine della rivoluzione renziana, della diversità dagli altri.

 

Intanto comincia marcando la differenza dal passato più ingombrante, Silvio Berlusconi, campione negli attacchi ai pm: «Vediamo di essere chiari. Leggo sui giornali: "Renzi attacca i magistrati". Ma quando? Altri in questo Palazzo lo facevano. Io voglio che lavorino. Ma la condanna arriva alla fine».

matteo renzi federica guidi matteo renzi federica guidi

 

Se il giorno prima, durante la direzione del Pd, aveva sfidato le toghe, ieri si è concentrato sull' avversario politico che, dal lavoro dei magistrati, rischia di avvantaggiarsi di più e già alle elezioni amministrative: il Movimento 5 Stelle.

 

«Io non mi capacito della politica anti-industriale che hanno alcuni in questo Paese. Questi pensano di vivere in un Paese bucolico, in cui non c' è bisogno di arrivare alla fine del mese, in cui si vive in una decrescita felice».

 

matteo renzi federica guidi  matteo renzi federica guidi

Ma per «creare posti di lavoro ci vogliono aziende». Certo, «aziende che rispettano le regole. Ma a decidere chi le rispetta, chi è colpevole, sono le sentenze passate in giudicato, non un' azienda privata che si chiama Casaleggio Associati». E questo «lo dice la Costituzione».

 

Poi è tornato a difendere l' emendamento Tempa Rossa, quello che ha provocato l' addio del ministro Guidi: «È uno dei provvedimenti che abbiamo sbloccato e io sono orgoglioso di averlo fatto. Come di aver sbloccato Expo, Pompei». Averlo fatto, «per me è una medaglia al petto».

 

Ha usato parole durissime, più che in direzione, nei confronti di chi sbaglia: «Se c' è qualcuno che ruba, deve essere mandato in carcere». E rispondendo ad una domanda sul Sud, ha ricordato come il governo abbia stanziato tre miliardi per rifare viadotti che stavano crollando. «Io voglio beccare i ladri, li voglio mettere in galera».

 

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Ma, ha aggiunto, «non voglio bloccare le opere, se no è tutto finito». Chiedere che le sentenze arrivino, significa che «non ne posso più di gente che blocca le opere, mentre i ladri stanno fuori».

 

Toni, certo, dovuti anche al contesto informale. Ma sono anche il segnale del timore che passi il messaggio dei grillini: governo servo delle lobby e dei disonesti. La risposta è duplice: da una parte schierarsi con chi il lavoro lo crea (sapendo che è una priorità per gli italiani, tanto quanto l' onestà), dall' altra mostrarsi durissimo con gli eventuali "ladri". E allora il male del Sud non è solo la disonestà, ma «la politica di de-industrializzazione».

 

Basta con «la demagogia di chi dice: "Bisogna chiudere l' Ilva". Sono gli stessi che mi dicevano: "Mandiamo via Marchionne". Sì, bravi, bis. Meno male che non l' abbiamo fatto!».

 

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Sempre in chiave anti-grillina, e in risposta ai sostenitori del referendum sulle trivelle, Renzi ha spiegato che l' Italia è «leader in Europa sulle energie rinnovabili». Ha promesso che «prima della fine della legislatura» si raggiungerà il 50% di produzione di energie rinnovabili.

 

Ma «se non volete restare al buio e non prendere più la macchina, un po' di energia dovete prenderla da qualche parte». Il referendum del 17 aprile lo ha tradotto così: «Dobbiamo continuare a estrarre il gas dove si sta facendo o diciamo basta e lo compriamo da russi e arabi?

 

Spero che questo referendum, che potrebbe bloccare 11mila posti di lavoro, fallisca».

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Per il resto, ha promesso che le unioni civili saranno legge «entro maggio». E alla domanda di dire qualcosa di sinistra, ha risposto: «Basta dire Jobs act». I Marò? «Un grande pasticcio combinato da quelli di prima».

 

Come Ilva, «un grande casino», ma «siamo a un passo dalla svolta». Qualche piccola autocritica l' ha fatta. «Garanzia giovani sicuramente deve cambiare, non mi convince fino in fondo». E sulla scuola «abbiamo fatto tanta roba, ma qualcosa non ha funzionato».