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Dagoreport da "El Pais" - http://bit.ly/puxdbT
Maria Elizabeth Macias Castro, 39 anni, è stata trovata decapitata. La sua colpa, se le prime informazioni verranno confermate, è stata quella di non aver temuto i cartelli del narcotraffico e di aver condotto su internet una battaglia continua contro di essi. Siamo a Nuevo Laredo, una città di confine nel nord-est del Messico, nello stato di Tamaupilas. Si tratta di una delle regioni più pericolose al mondo.
Maria era una giornalista, caporedattore del quotidiano locale "Primera Hora". Il suo assassinio è l'ultimo segnale di come la violenza dei narcos abbia imparato a cercare le sue vittime anche su internet, un terreno che fino a qualche tempo fa era ancora un baluardo sicuro da cui denunciare il crimine organizzato. E lei lo faceva. Utilizzava il sito "Nuevo Laredo en Vivo" (http://www.nuevolaredoenvivo.es.tl/) invitando chiunque ad avere coraggio e parlare. Sul portale, anche i numeri della polizia federale e delle Forze armate.
Uno degli ultimi messaggi pubblicati da Maria era stato: "Ieri sono stati salvati sei ostaggi. Continuiamo a denunciare". Una voce fastidiosa che i cartelli della droga non hanno esitato a spezzare. Maria era sparita venerdì scorso. Il suo cadavere è stato trovato il giorno seguente.
Il suo assassinio arriva a poca distanza da un altro drammatico episodio con fine intimidatorio. Dieci giorni fa, sempre a Nuevo Laredo, sono stati trovati i corpi di due giovani appesi ad un ponte. Accanto ai cadaveri un messaggio: ecco il destino che tocca a chi utilizza i social network per denunciare i criminali. La firma era del Cartello de Los Zetas, uno dei più spietati.
Una dimostrazione di come la stampa messicana sia tenuta sotto scacco dai gruppi dei narcos, è che la notizia della morte di Maria non ha trovato quasi posto sui giornali. La situazione dei giornalisti in Messico è critica e Tamaupilas non è il solo Stato in cui gli organi di stampa hanno rinunciato a seguire le vicende riguardanti i narcotrafficanti. Twitter, i siti web e i blog hanno rotto questo silenzio, ma dopo l'uccisione di Maria Macias le cose potrebbero cominciare a cambiare.
Risale a meno di un mese fa l'assassinio delle due giornaliste a Città del Messico Marcela Yarce, fondatrice e direttrice delle relazioni pubbliche del settimanale indipendente "Contralinea", noto per le inchieste realizzate su casi di corruzione, e di Rocio Gonzalez Trapaga, freelance con un passato come reporter per l'emittente "Televisa".
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