
DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE…
Da "Italia Oggi"
1 - ZINGARETTI SULLE ORME DI VELTRONI: VUOLE LA SUA SEGRETERIA PD E PURE LE SUE FIGURINE...
C'è chi ama le figure retoriche, e chi le figurine Panini: il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti, come l'ex sindaco della capitale Walter Veltroni, appartiene a questa seconda corrente d'idee. Zingaretti, in uno degli edifici provinciali situati nel centro storico dell'Urbe, il palazzo Incontro situato in via dei Prefetti, la prossima settimana inaugurerà la mostra «Panini 1961-2011».
Veltroni, quando era direttore del quotidiano l'Unità , per rilanciare il giornale fondato da Antonio Gramsci pensò di offrire ai lettori, tre giorni alla settimana, le figurine con le serie storiche dei calciatori (più album), arrivando a vendere 570mila copie. Palazzo Incontro, fino al 23 ottobre, seguendo l'esempio veltroniano, darà la possibilità di scoprire alcuni degli aspetti meno noti di una vicenda familiare, imprenditoriale e culturale estremamente ricca e variegata in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione della casa editrice modenese.
Infatti il binomio Panini e figurine non è legato solamente agli album dei calciatori che hanno accompagnato giochi e passioni sportive di generazioni di bambini in Italia e all'estero: nel 1961 le figurine Panini entrano in tutte le edicole italiane, esplorando i più svariati temi, dalla fiction televisiva, con Sandokan e Pinocchio di Comencini, ai cartoni animati, con Heidi e Remi, senza dimenticare le grandi manifestazioni sportive internazionali, dalle Olimpiadi di Monaco del '72 ai mondiali di calcio del Sudafrica, le saghe hollywoodiane come Guerre Stellari e Harry Potter, più le raccolte di figurine didattiche che negli anni Sessanta e Settanta hanno rappresentato un importante ausilio per le ricerche scolastiche.
La mostra vuole ricordare le figurine Panini ma riserva un occhio di riguardo all'insieme di idee, passioni e tecnologie nato dalle intuizioni dei fondatori dell'azienda: uomini dinamici, figli del loro tempo (ovvero gli anni del boom economico) dagli interessi poliedrici e multiformi. Aggiungiamo solo J.F. Kennedy, e siamo a posto. (Pierre de Nolac)
2 - MARONI E BRUNETTA RENDONO PIU' SEMPLICE LO SPOIL SYSTEM...
Mentre tutte le attenzioni e le polemiche (con tanto di sciopero generale della Cgil) erano puntate sull'articolo 8 della manovra bis, che consente ai contratti aziendali di derogare le norme nazionali su trasferimenti e i licenziamenti dei lavoratori, è passata quasi inosservata l'altra norma del decreto legge, in queste ore al voto decisivo dell'aula del senato, che introduce la possibilità di revocare gli incarichi a prefetti e dirigenti pubblici in deroga a quanto prevedono contratti e leggi.
Una vera rivoluzione dello spoils system dei vertici della pubblica amministrazione, che raccontano i rumors di palazzo sia stata fortemente voluta dal ministro dell'interno, Roberto Maroni, e della funzione pubblica, Renato Brunetta, che l'hanno difesa a spada tratta contro le varie richieste di modifica. La norma è al comma 18 dell'articolo 1 della manovra e di fatto assegna a vertici politici delle amministrazioni il potere di cambiare gli uomini alla guida della macchina senza dover attendere la fine contrattuale dell'incarico oppure che il dirigente abbia lavorato male, meritando un giudizio negativo. Il tutto in nome dell'esigenza di garantire «la massima funzionalità e flessibilità ».
Le pubbliche amministrazioni, recita il comma 18, «in relazione a motivate esigenze organizzative, possono disporre, nei confronti del personale appartenente alla carriera prefettizia ovvero avente qualifica dirigenziale, il passaggio ad altro incarico prima della data di scadenza dell'incarico ricoperto prevista dalla normativa o dal contratto». In tal caso il dipendente conserverà , sino alla data di scadenza naturale, «il trattamento economico in godimento a condizione che, ove necessario, sia prevista la compensazione finanziaria, anche a carico del fondo per la retribuzione di posizione e di risultato o di altri fondi analoghi».
Insomma, lo stipendio è garantito ma attingendo ai fondi di categoria. Come spiega la relazione tecnica predisposta dal Tesoro, si tratta di «una misura ordinamentale che non determina effetti sui saldi di finanza pubblica. Insomma, con una manovra finanziaria non c'entra nulla. La spiegazione che filtra è che troppo spesso, grazie a sindacati e giudici, oggi è praticamente impossibile cambiare incarico a un dirigente, per sopperire a carenze di organico in altre sedi oppure per far entrare un collega più efficiente.
«Ma dove è finito il merito?», chiede l'Agdp, l'associazione dei giovani dirigenti delle pubbliche amministrazioni, che attacca: «I dirigenti pubblici in questo modo saranno in balia del potere politico, anche perché non è molto difficile indicare generiche esigenze organizzative. Potranno essere trasferiti di sede, vedersi sottratto l'incarico assegnato, il tutto prescindendo dalla responsabilità dirigenziale e dall'autonomia che pure la Costituzione riconosce alla funzione della pubblica amministrazione». Tutto lascia prevedere un nuovo contenzioso. (Alessandra Ricciardi)
3 - MARTINI INDAGA SULLE ANGUILLE...
Nel lago di Garda non ci sono più le anguille e il sottosegretario leghista alla Salute Francesca Martini si preoccupa. Cercando la causa di questa strage: il risultato delle prime analisi di laboratorio dice che non è stata la peste rossa a causare. Ora su input di Martini, si procederà a ulteriori accertamenti per l'individuazione delle cause di mortalità anche attraverso l'effettuazione di indagini virologiche.
Il sottosegretario ha dichiarato: «à mia ferma volontà arrivare a una definizione del nesso di causalità rispetto a questo fenomeno nell'interesse della salute di tutta la popolazione ittica presente sul lago di Garda. Dopo il 15 settembre, termine per la consegna dei carotaggi dei fondali, verrà programmata una riunione tecnica». (Donato de' Bardi)
4 - IN PIAZZA I PIU' NUMEROSI SONO I DIPENDENTI DELLE AGENZIE FISCALI...
Sono i più intransigenti, una sorta di Fiom del pubblico impiego. I dipendenti delle Agenzie fiscali sono stati, stando alle prime rilevazioni, i dipendenti pubblici che più di altri hanno fatto proprio l'appello alla mobilitazione lanciato da Susanna Camusso per protestare contro la manovra correttiva dei conti pubblici: avrebbe scioperato quasi il 15% del personale, contro una media del 7%.
Proprio gli operatori delle agenzie fiscali, impegnati in prima linea nella lotta all'evasione fiscale da cui la manovra bis attende una parte importante delle maggiori entrate necessarie a centrare il pareggio di bilancio entro il 2013.
«à una manovra iniqua, che svende il Paese e che si accanisce sui più deboli e sulle pensioni», attaccava la Camusso, mentre con lei sfilavano Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, Nichi Vendola, Sel, e Oliviero Diliberto, Pdci. Che argomentava: «Ora ci sono tante ragioni, anzi prove provate, dell'esigenza di riavere un partito comunista».
Il ministero della funzione pubblica, a fine giornata, ieri comunicava che ha scioperato il 6,99% del settore pubblico, era stato il 13,2% al precedente sciopero Cgil di maggio. «Evidentemente i lavoratori pubblici hanno tenuto conto del particolare momento di difficoltà in cui versa il Paese e si sono comportati di conseguenza», ha commentato il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta.
Non troppo dissimili i dati rilevati da uno dei sindacati non scioperanti, la Fp Cisl: sciopera il 7,76% che diventa meno del 5% nel comparto sanità , per salire al 9,8% nelle autonomie locali fino alla vetta del 14,7% delle Agenzie fiscali.
Assolutamente contrapposta la rilevazione della Cgil che fuori dall'ufficialità parla di adesioni stimabili intorno al 50%. «Daremo dati, ovviamente veri, quando saranno pronti. Ma correttezza vorrebbe che chi li dà ora dicesse tutto», commenta Michele Gentile, coordinatore dei settori della pa della Cgil, «per esempio che la scuola, che da sola conta un milione di dipendenti, va esclusa, visto che i prof non sono tornati al lavoro; così come la sanità , dove tra ferie ancora in corso e garanzia dei servizi essenziali, era doveroso per molti stare in servizio». (Alessandra Ricciardi)
5 - A CAPALBIO VIP IN PIEDI...
Capalbio è davvero all'ultima spiaggia, non solo per il nome del suo stabilimento balneare più famoso. Al premio Capalbio Europa, guidato da Rocco Cangelosi, diplomatico di lungo corso (dove Mario Monti è stato protagonista di una tavola rotonda con Giuliano Amato, Emma Marcegaglia, Fabrizio Saccomanni), il presidente della provincia di Grosseto Leonardo Marras non ha trovato un posto in prima fila e il sindaco Luigi Bellumori, con tanto di fascia tricolore, è rimasto in piedi per tutta la serata.
Come se non bastasse, alla cena offerta per quaranta persone al ristorante più elegante di Capalbio, lo sponsor del premio e i suoi ospiti sono stati costretti a cenare a un altro tavolo pagando il conto. (Donato de' Bardi)
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