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PRONTO, CHI SPIA? – IL COPASIR HA ASCOLTATO I RAPPRESENTANTI DI PARAGON SOLUTIONS, L'AZIENDA ISRAELIANA CHE PRODUCE LO SPYWARE GRAPHITE, USATO PER SPIARE GLI ATTIVISTI DELLA ONG MEDITERRANEA E IL DIRETTORE DI “FANPAGE”, FRANCESCO CANCELLATO – L'INTELLIGENCE AVEVA AFFERMATO CHE L'OPERATIVITÀ DEL TROJAN ERA STATA SOSPESA IN ACCORDO CON PARAGON – SECONDO IL “FATTO”, DALLE PRECEDENTI AUDIZIONI AL COPASIR È EMERSO CHE LA PROCURA GENERALE AVEVA AUTORIZZATO IL “CONTROLLO” SUGLI ATTIVISTI. MENTRE ALFREDO MANTOVANO HA RIBADITO CHE IL GOVERNO NON HA MAI FATTO SPIARE GIORNALISTI. MA C’È UN PARTICOLARE: CANCELLATO NON È UN GIORNALISTA “PROFESSIONISTA”. QUINDI UFFICIALMENTE NON RIENTRA NELLA CATEGORIA INDICATA DAL SOTTOSEGRETARIO...

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spyware Paragon

COPASIR, ASCOLTATA LA SOCIETA’ PARAGON

(ANSA) - ROMA, 09 APR - Sono stati ascoltati per circa un'ora e mezza dal Copasir rappresentanti di Paragon Solutions, l'azienda che produce lo spyware Graphite che sarebbe stato inserito nei cellulari di attivisti della ong Mediterranea savng humans e del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, tra gli altri. Lo scorso 14 febbraio l'intelligence ha affermato che l'operatività dello spyware era stata sospesa in accordo con l'azienda, di origine israeliana, acquistata nel dicembre scorso da un fondo americano.

 

Alcuni media avevano riportato che era stata Paragon a sospendere la disponibilità del costoso Graphite per i servizi italiani, in seguito ad una violazione del quadro etico.

 

LO SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

L'intelligence, da parte sua, ha sempre sostenuto la correttezza dell'impiego dello spyware, avvenuto nei limiti prescritti dalla legge e con l'autorizzazione del magistrato competente, il presidente della Corte d'appello di Roma. Il Copasir ha avviato un approfondimento sulla vicenda con un ciclo di audizioni che non si è ancora concluso. Al termine il Comitato presenterà una relazione al Parlamento sul caso.

 

CASO PARAGON, ATTIVISTI SPIATI DAI SERVIZI: L’OK DELLA PROCURA GENERALE

Estratto dell’articolo di Valeria Pacelli per “il Fatto Quotidiano” del 26 marzo 2025

 

alfredo mantovano al copasir - foto lapresse

C’è un dato che è emerso dopo una serie di audizioni al Copasir sul cosiddetto caso Paragon, dal nome della società israeliana produttrice del software al centro del presunto spionaggio contro giornalisti e attivisti: ossia che per gli attivisti esistono autorizzazioni alle intercettazioni preventive, quelle svolte dall’intelligence italiana. In particolare dall’Aisi, i servizi segreti per l’interno.

 

I componenti del Comitato che si occupa di controllare l’operato degli 007 sono dunque a conoscenza di queste autorizzazioni, prova che l’attività di intercettazione è stata “regolare”, seguendo le norme, e che vi era un interesse di sicurezza nazionale.

 

francesco cancellato

Sul giornalista, invece, anche il sottosegretario Alfredo Mantovano, audito ieri al Copasir, ha ribadito che Palazzo Chigi e gli 007 non c’entrano nulla. Su Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, nessuna attività di monitoraggio. Come avevano ribadito anche i capi sia di Aisi che di Aise (i servizi segreti per l’estero), convocati nelle scorse settimane, e pure il procuratore generale presso la Corte di appello di Roma, Giuseppe Amato, il magistrato che autorizza le intercettazioni preventive dell’intelligence.

 

Diverso il caso degli attivisti. Dalle audizioni di queste settimane, secondo quanto risulta al Fatto, è emerso che nei mesi scorsi c’è stata un’autorizzazione alle intercettazioni nei loro confronti. Su chi di preciso non si sa: il riserbo è massimo. Ma di certo i nomi di chi è stato allertato da Meta dello spyware presente sui propri dispositivi sono noti: Luca Casarini, Beppe Caccia e del sudanese David Yambio, tutti attivisti di Mediterranea. L’interesse per la sicurezza nazionale sarebbe dunque legato alle rotte libiche da loro battute per le attività con la Ong.

 

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alfredo mantovano al copasir - foto lapresse

Quando il caso è esploso (ora sono 5 procure a indagare), in una nota Palazzo Chigi assicurava: “Si esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence e quindi del governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, compresi i giornalisti”. Sugli attivisti si era rimasti vaghi. L’esito delle audizioni al Copasir ora spiegano il perché.

francesco cancellato

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