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    ORA D'ARIA? NO, UN'ORA D'AMORE - IN ITALIA SOLO NEL CARCERE DI MILANO OPERA SONO PREVISTI INCONTRI IN CUI I DETENUTI POSSONO FARE SESSO: IL PRESIDENTE DELLE CAMERE PENALI LANCIA UN APPELLO PER ISTITUIRE, COME IN SPAGNA, CELLE DOVER POTER "CONSUMARE" I LEGAMI GIÀ ESISTENTI - IN DANIMARCA PERÒ VANNO CONTROCORRENTE: VIETATE NUOVE RELAZIONI SENTIMENTALI AGLI ERGASTOLANI, DOPO IL CASO DELLA 17ENNE INNAMORATA DEL KILLER PETER MADSEN…


     
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    1 - ANCHE I DETENUTI HANNO DIRITTO AL SESSO – L'APPELLO DEL PRESIDENTE DELLE CAMERE PENALI

    Dagoreport

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    Oltre trent’anni di vuoto normativo che fanno dell’Italia uno degli Stati più arretrati del mondo occidentale in materia di diritti dei detenuti. Nel nostro Paese un solo carcere, quello di Milano Opera, prevede a oggi la possibilità che i ristretti incontrino i propri cari in condizioni di riservatezza.

     

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    Dunque, niente affettività e niente rapporti intimi. Il tutto nonostante già nel 1986 fosse stata avanzata, con la proposta di legge 653, l’idea di adibire «talune celle, in ciascun istituto penitenziario, all’esercizio dell’intimità di coppia del detenuto, affinché a quest’ultimo fosse consentito di proseguire i propri legami preesistenti, al pari di quanto avviene in Spagna, rendendo il regime di detenzione maggiormente a misura d’uomo».

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    Da allora quasi nulla è cambiato e oggi la misura sembra essere davvero colma. Parola del presidente Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali del Diritto europeo e internazionale.

     

    Di occasioni mancate, soprattutto a causa del disinteresse della classe politica, ce ne sono state purtroppo molte: «Gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale istituiti nel 2015 - ricorda l’avvocato Tirelli - dopo l’ennesima condanna pronunciata dalla Corte Europea dei diritti umani nei confronti dell’Italia, hanno proposto l’introduzione dell’istituto della visita, diverso dal colloquio, da svolgersi in forma riservata, senza cioè alcun controllo audio-visivo, nelle cosiddette stanze dell’affettività, le cui manutenzione e pulizia siano affidate direttamente ai detenuti che ne fruiscano».

     

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    Quella proposta si è però ben presto risolta in un nulla di fatto: «Il progetto è stato incomprensibilmente accantonato nel 2018, con una riforma dell’ordinamento che si è limitata a dire, sull’argomento, che i luoghi adibiti ai colloqui dovrebbero garantire dove possibile, una dimensione riservata».

     

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    Un quadro drammatico, a causa del quale la pena rischia di essere tutt’altro che rieducativa. Per questo motivo il presidente delle Camere Penali del Diritto europeo e internazionale ritiene «irrinunciabile e non più procrastinabile, anche nel nostro Paese, una riforma che contempli questo aspetto, unanimemente ritenendosi la sessualità, oggi, una componente inalienabile della personalità di ognuno».

     

    2 - DANIMARCA, RELAZIONI SENTIMENTALI VIETATE AGLI ERGASTOLANI

    Monica Ricci Sargentini per il "Corriere della Sera"

     

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    In Danimarca agli ergastolani sarà vietato intraprendere nuove relazioni sentimentali, usare i social network e comunicare attraverso i podcast. Il governo della premier Mette Frederiksen ha deciso la linea dura dopo il clamoroso caso di una 17enne, Camilla Kurstein, che ha ammesso di essersi innamorata di Peter Madsen, l'«inventore pazzo» condannato per il brutale assassinio della giornalista svedese Kim Wall che era andata a intervistarlo sul suo sottomarino nel 2017. L'uomo era arrivato a confessare il delitto durante una puntata di un documentario nel 2018.

     

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    Un comportamento inaccettabile per il ministro della Giustizia, Nick Haekkerup: «Criminali condannati non dovrebbero utilizzare le nostre prigioni come centri per appuntamenti o piattaforme mediatiche».

     

    Il disegno di legge, che è stato presentato mercoledì in Commissione giustizia, sarà sicuramente approvato a larga maggioranza dato che anche l'opposizione di destra lo ha salutato con entusiasmo.

     

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    Dall'inizio del prossimo anno gli ergastolani subiranno una serie di restrizioni per i primi dieci anni di detenzione tra cui la possibilità di ottenere permessi d'uscita. Ma è giusto imporre una sorta di 41 bis, il regime di carcere duro in vigore in Italia per i mafiosi, a persone cui è già stata inflitta una condanna a vita?

     

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    La Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo protegge le relazioni familiari dei detenuti ma il progetto di legge non ostacola i rapporti già in essere, semplicemente impedisce di formarne di nuovi.

     

    «Abbiamo avuto esempi disgustosi negli ultimi anni di persone che hanno commesso crimini abominevoli e poi dal carcere hanno contattato giovani per ottenere la loro simpatia e attenzione», ha spiegato Haekkerup. È un problema che non si pone solo in Danimarca. Basti pensare ai matrimoni dell'israeliano Yigal Amir o dell'italiano Giovanni Scattone.

     

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