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    QUANTO CI COSTERA’ IL NUOVO PATTO DI STABILITÀ? - QUASI NOVE MILIARDI L'ANNO PER SETTE ANNI OPPURE SEDICI MILIARDI L'ANNO PER QUATTRO ANNI NELLA PEGGIORE DELLE IPOTESI, QUELLA IN CUI L'ITALIA NON RIESCA A RIDURRE L'INDEBITAMENTO: IN OGNI CASO, DOVREMO TAGLIARE CIRCA 60 MILIARDI DI SPESA PUBBLICA - MA IL PATTO, CHE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE ALL’INIZIO DEL PROSSIMO ANNO, POTREBBE SLITTARE E FINIRE NELLE MANI DELLA NUOVA COMMISSIONE CHE SI INSEDIERÀ NELL’AUTUNNO DEL 2024 (E MOLTO DIPENDERA' DALL'ESITO DELLE ELEZIONI EUROPEE...)


     
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    Estratto dell’articolo di Marco Zatterin per “la Stampa”

     

    GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

    Quasi nove miliardi l'anno per sette anni, se tutto va bene. Oppure sedici miliardi l'anno per quattro anni nella peggiore delle ipotesi, quella in cui l'Italia non riesca a mettere le briglie all'indebitamento. In ogni caso, circa 60 miliardi di risparmi da realizzare – in un tempo variabile e negoziabile – per non violare il nuovo Patto di Stabilità, sempre che questo rimanga come lo ha presentato la Commissione Ue. Sono quattro ponti sullo Stretto, per scendere fra terra e terra.

     

    Bene o male? Meglio del vecchio impianto di regole, più rigido e "stupido" dell'auspicabile che – a bocce ferme – avrebbe imposto sino a 80 miliardi di tagli annui. […] Comunque vada, il 2024 segnerà la fine della fiera della spesa e del ritorno dei paletti comunitari. Il che impone di essere nuovamente saggi e virtuosi. […] Bisogna subito dire che questa è una proposta. Controversa, oltretutto.

    GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

     

    Deve passare l'esame degli stati membri (il Consiglio Ue) e del Parlamento a dodici stelle. Sarà una battaglia dura, probabilmente uno dei terreni di scontro più accesi dei prossimi mesi […] Nulla di nuovo. Se non che si auspica di portare a casa il pacchetto perché possa entrare in vigore col 2024 […] L'Europa ha la tendenza ad assomigliare a quel gioco in cui partecipano in ventisette e alla fine vincono i tedeschi (attualmente sotto scacco). Con l'aggravante, per noi, che Roma e Berlino sono in dissintonia per ragioni opposte.

    GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 1 GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 1

     

    Mettiamo comunque che si parta da gennaio, con tre indicazioni: l'obbligo di ridurre il disavanzo di mezzo punto percentuale di Pil l'anno se si è virtuosi; quello di aumentare la correzione se si finisce nel braccio correttivo degli spendaccioni (0,85 per l'Italia); agire nell'arco di quattro anni, estendibili a sette sulla base di un confronto bilaterale con la Commissione. Patto flessibile, finalmente.

     

    raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

    Ciò non toglie che l'Italia ci arriverà, secondo il "prudente" Def, con un deficit programmato al 4,5% per il 2023 (fuorilegge), al 3,7% nel 2024 (non ci siamo) e al 3% nel 2025 (in linea). In altre parole […] dovremmo partire in posizione di squilibrio con la correzione minima di 16 miliardi, da trovare in aggiunta ai fondi che il governo Meloni sta cercando per mantenere le promesse elettorali […]

     

    raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1 raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1

    Nel 2025 la situazione potrebbe rivelarsi analoga. E sarebbero già 30 miliardi aggiuntivi da trovare fra maggiori entrate e minori spese. […] Non è detto che la proposta calibrata da Bruxelles resti com'è […] potrebbe essere che la prossima Commissione Ue, che s'insedierà nell'autunno 2024, abbia […] orientamenti diversi dall'attuale, soprattutto se dovessero rivelarsi vere le previsioni di un riassetto complessivo dei pesi politici […]

     

    URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

    Molti osservatori ritengono che Ursula von der Leyen si giochi le ambizioni di riconferma proprio sulle disposizioni di bilancio e che in queste ore si sia chiesta se le convenga di più dare retta ai tedeschi o ai mediterranei. […] L'Italia resta nel reparto osservati speciali. Debito alto, da anni. Crescita faticosa. Riforme lente. Sistematica necessità di bastone e carota per andare avanti.

     

    Meloni, Giorgetti e il resto della squadra di governo dovranno affrontare il negoziato sul Patto, e la sua successiva attuazione, facendo ogni attenzione alla stabilità finanziaria e alla credibilità politica del Paese, due requisiti che nelle ultime ore sono state disputate da alcune banche d'affari internazionali e dalle agenzie di rating. Finita la pandemia, è finito il "liberi tutti". […]

    giorgia meloni paolo gentiloni giorgia meloni paolo gentiloni

     

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