Diodato Pirone per il Messaggero
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Professor Cassese, sulla gestione interna di Next Generation Ue siamo alla solita guerra italo-italiana: chi deve gestire la partita? Il governo, una cabina di regia con una componente tecnica, il Parlamento?
«Lo strumento dipende dalla funzione. Se si vogliono concentrare le risorse su investimenti pubblici, dalla sanità (ad esempio, ospedali) alle infrastrutture (scuole, verde attrezzato, carceri, ferrovie, per fare esempi), come sarebbe auspicabile, lo strumento migliore sarebbe un organismo simile a quello introdotto da De Gasperi nel 1950, la Cassa per il Mezzogiorno, naturalmente estesa su tutto il territorio nazionale. Avrebbe compiti aggiuntivi a quelli ordinari, un regime speciale, la possibilità di valersi di un manipolo ristretto di tecnici».
SABINO CASSESE
Ieri la Casellati in una intervista al Messaggero ha sottolineato la centralità del ruolo del Parlamento. Giusto? E, se si, le Camere come possono espletare il ruolo di protagoniste di questo film?
«Il Parlamento deve avere un ruolo importante, di indirizzo: deve stabilire la destinazione delle risorse per settori, cioè approvare un piano di indirizzi, se possibile con una tecnica non spartitoria, non a pioggia».
sabino cassese foto di bacco
Meglio accentrare o meglio delegare alle autonomie?
«Se sono interventi straordinari, se ne deve interessare il centro. Questo non vuol dire che le Regioni debbono essere assenti. La Conferenza Stato-Regioni è il luogo della concertazione».
Fra i partiti c' è chi è favorevole alla nascita di una commissione bicamerale sul Recovery Fund. E' una buona idea?
«Pessima. Perché il Parlamento non deve amministrare, deve indirizzare, stabilire le priorità e i tempi, nonché le destinazioni, in maniera conforme al piano di riforme (quando ce ne sarà uno che non sia un libretto di sogni) e ai criteri concordati in sede europea».
In questa partita i tempi sono decisivi, quali le condizioni per rispettarli?
«La Cassa del Mezzogiorno prima maniera aveva una data di nascita e una di morte. Tempi programmati e delimitati. Un regime speciale, per non dover sottostare a tutte le limitazioni impeditive di cui in Italia si ama circondare le amministrazioni».
C' è una diffusa convinzione sull' incapacità della pubblica amministrazione italiana (ma forse il tema è estensibile all' intera élite) di gestire Next Generation. Obiettivamente non siamo mai stati bravi nello spendere le risorse europee. Qual è la sua opinione e come se ne esce?
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«Poiché metà della responsabilità dell' incapacità è del Parlamento, incominciamo a dire che il Parlamento si dovrebbe limitare a indirizzare con una legge sola, breve, chiara, con stanziamenti allocati in modo che si possano spendere nei tempi fissati.
L' altra metà della responsabilità è di quella che chiamiamo burocrazia. Se si sperimenta un organismo nuovo, con personale tecnico selezionato bene, i tempi brevi che ci siamo imposti possono esser rispettati».
L' Europa fisserà delle condizionalità ed effettuerà dei controlli sulle spese. Giusto o sbagliato?
«Ha mai visto qualcuno che presta denaro a qualcun altro e lo lascia completamente libero di farne l' uso che vuole? Di solito si chiedono informazioni e garanzie. Inoltre, noi abbiamo cooperato a stabilire fini, mezzi e condizioni: gli applausi al Presidente Conte non erano dovuti per quel che ha fatto a Bruxelles?
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E non è stato lì che si sono fissate le linee di azione e di controllo? Alcide De Gasperi e Guido Carli, in momenti diversi, lo chiamavano vincolo esterno, ma a stabilirlo abbiamo cooperato tutti compresi noi italiani, come si fa in ogni condominio. E l' Unione Europea è un grande condominio, di cui ci valiamo, ma che condiziona, come è giusto che sia».
SABINO CASSESE - LA SVOLTA. DIALOGHI SULLA POLITICA CHE CAMBIA sabino cassese cassese intervento di sabino cassese