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AFA, AFA...AFANCULO! L’ESTATE BOLLENTE METTE A DURA PROVA IL SONNO DI MILIONI DI PERSONE: A CHI SOFFRE DI INSONNIA IN MANIERA CRONICA, SI AGGIUNGONO ORDE DI DISPERATI CHE NON RIESCONO A RIPOSARE PER LE TEMPERATURE ROVENTI E SI PRESENTANO AL LAVORO COME ZOMBIE – PER IL DEFICIT DI SONNO NON C’È CURA: LE BENZODIAZEPINE NON SONO CHE RIMEDI TEMPORANEI. LA MELATONINA NON ANDREBBE CONSIDERATA, VISTO CHE...

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Estratto dell’articolo di Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"

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Stanotte a Roma un milione e 200 mila persone non chiuderanno occhio. Altrettante tra Milano e hinterland. Di solito sono il 20% in meno rispetto al picco estivo.

 

Umidità e caldo fanno schizzare in alto il numero dei sofferenti «deprivati di sonno».

Ai cronici si aggiungono gli stagionali. Il risultato è lo stesso. Lo sanno bene George Clooney e Carlo Verdone, due vittime storiche.

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«Cattivo umore durante il giorno, scarso rendimento sul lavoro, tendenza ad assopirsi, aumento del rischio di incidenti perché è alla guida che il malessere si traduce nella chiusura inconsapevole delle palpebre», mette in guardia Pierluigi Innocenti, neurologo, presidente di Assirem, associazione per lo studio del sonno, fonte delle stime sopra riportate.

 

Che significa deprivazione di una delle più piacevoli (se vissuta bene) funzioni della giornata? Rientriamo in questa fascia se dormiamo almeno due ore in meno rispetto al quantitativo ideale per gli adulti che sarebbe otto ore.

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Figuriamoci dunque la condizione, ai limiti del patologico, di chi la notte la trascorre quasi tutta intera da sveglio, rimediando un massimo di 2-4 ore di «pace». Il problema è che per il deficit di sonno non c’è cura.

 

[…] benzodiazepine e farmaci identificati con la lettera zeta, non sono che rimedi temporanei. Non curano ma aiutano a scivolare nel mondo dei sogni. La melatonina, un ormone, non andrebbe considerata, è indicata per il jet lag.

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L’insonnia stagionale ha come alleate le alte temperature e non solo. Alla base ci sono alterazione dei ritmi di vita, più sregolati rispetto all’inverno, l’aumento dei rumori ambientali che penetrano attraverso le finestre spalancate. E ancora il permanere nella luce dovuta all’ora legale e l’orario dei pasti tendenzialmente tardivo.

 

Si tende a dimenticare un fattore importante, la disidratazione. «Andare a letto senza aver bevuto durante il giorno un litro e mezzo di acqua o due è un errore. Di notte si suda per abbassare la temperatura corporea quindi si tende a eliminare altri liquidi la cui perdita altera le funzioni dell’organismo», raccomanda Innocenti ricordando di porre sul comodino bottiglia e bicchiere.

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[...]

 

La medicina del sonno è materia di interesse anche per i dentisti. Domenico Ciavarella, professore di odontoiatria a Foggia, è presidente della società italiana medicina del sonno in odontoiatria. Cosa c’entra? «Noi ci occupiamo soprattutto di apnee notturne, condizione diversa dall’insonnia, causa di sonnolenza.

 

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A sua insaputa il paziente vive la notte con una serie ininterrotta di micro risvegli legati all’apnea. Il risultato è che non dorme mai e non lo sa.

 

Noi ce ne accorgiamo per la conformazione dei denti, che tende a digrignare, e per la facilità con cui si appisola sulla poltrona odontoiatrica».

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