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    ANCHE A NAPOLI RIPARTE IL TURISMO – SAN GREGORIO ARMENO, LA STRADA FAMOSA PER I NEGOZI DEI MAESTRI DEL PRESEPE, È TORNATA QUELLA DI UN TEMPO: I TURISTI SI ACCALCANO DAVANTI ALLE BOTTEGHE E GLI ALBERGHI NAPOLETANI STANNO FACENDO REGISTRARE QUASI IL TUTTO ESAURITO - GLI ARTIGIANI ORA SI PREPARANO AL MOMENTO CLOU DELL'ANNO: SE L'ANNO SCORSO I PASTORI INDOSSAVANO LA MASCHERINA, QUEST' ANNO VENGONO RITRATTI CON GREEN PASS ALLA MANO (CON TANTO DI POLEMICHE DAI NO PASS)


     
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    SAN GREGORIO ARMENO SAN GREGORIO ARMENO

    Antonio Averaimo per “Avvenire”

     

    È tornata la vita tra le botteghe di San Gregorio Armeno. La strada più famosa tra quelle del centro storico di Napoli, che ospita i negozi dei maestri del presepe, è di nuovo quella di un tempo. 

     

    I turisti, arrivati in gran numero a Napoli già dalla scorsa estate - gli alberghi stanno facendo registrare quasi il tutto esaurito anche negli ultimi fine settimana -, sono tornati ad accalcarsi davanti alle botteghe, in cerca della statuina più adatta al loro presepe o di quella più alla moda. Già, perché in questa strada sacro e profano sono sempre stati tutt' uno. 

    SAN GREGORIO ARMENO SAN GREGORIO ARMENO

     

    E, se i pastori l'anno scorso indossavano la mascherina, quest' anno vengono ritratti con Green pass alla mano, col consueto seguito fatto di clamore mediatico e di polemiche da parte dei puristi del presepe che vorrebbero la rappresentazione della Natività assolutamente sganciata dall'attualità. 

     

    SAN GREGORIO ARMENO SAN GREGORIO ARMENO

    In ogni caso, San Gregorio Armeno è tornata quella di un tempo ed è il simbolo della ripartenza di Napoli, colpita di striscio dalla pandemia durante la prima ondata, ma centrata in pieno nel corso della seconda e della terza. Era aprile, quando i maestri del presepe napoletano diedero vita a una plateale protesta per il crollo delle vendite e le chiusure imposte dalle misure anti-Covid decise dal governo. 

     

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    C'è il serio rischio, si disse in quell'occasione, che le 40 botteghe o buona parte di esse chiudano per lasciare spazio a rosticcerie, baretti e fast food, come già avvenuto in molte altre zone del centro storico di Napoli. I rischi temuti non sono arrivati. In compenso sono tornati in massa i turisti, che si annunciano ben più numerosi nei mesi a venire i più affollati e remunerativi per le botteghe di San Gregorio. Vicino agli artigiani partenopei, nei mesi più duri, c'è stata la Chiesa di Napoli. 

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    L'arcivescovo della città, Mimmo Battaglia, favorì l'accordo fra i maestri del presepe e la Banca di credito cooperativo, che è valso loro quei prestiti agevolati che avevano chiesto ad aprile alla Regione Campania. Una immissione di liquidità che ha ridato ossigeno agli artigiani di San Gregorio, dopo mesi in cui si è andati avanti solo con l'e-commerce. 

     

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    Una modalità di vendita, quest' ultima, che poco si adatta alla tradizione delle botteghe del presepe napoletano, sebbene rappresenti una nuova frontiera da esplorare (soprattutto sul fronte estero). 

     

    Quello di cui non può fare a meno la strada più famosa del centro storico di Napoli sono i turisti che circolano fra le botteghe, entrano, guardano, comprano. Gli artigiani ora si preparano al momento clou dell'anno, quando la corsa al presepe che qui dura tutto l'anno - si farà più intensa in vista del Natale. Quello dell'anno scorso ormai è solo un brutto ricordo da cancellare.

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