DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giorgia Peretti per iltempo.it
andrea scanzi a otto e mezzo 3
Si discute sul vaccino ai bambini a Otto e Mezzo, lunedì 29 novembre. Andrea Scanzi esordisce con quella che definisce una “battuta” e Alessandro Sallusti lo manda al tappeto. Il giornalista è ospite nel salotto di Lilli Gruber, su La 7, dove sul tavolo ci sono i dubbi del momento: la variante omicron e il vaccino ai bambini, la cui somministrazione avverrà il prossimo 23 dicembre. È proprio attorno a questo argomento che la conduttrice fa notare il cambio di posizione del giornale di cui Scanzi fa parte, Il Fatto Quotidiano.
“Da un paio di giorni il tuo giornale si è schierato contro il vaccino per i bambini, perché?”, domanda la Gruber. Il giornalista ribatte: “Siamo un giornale pluralista ed esercitare il dubbio è fondamentale”. Poi prosegue con una battuta di dubbio gusto: “Sono contento perché finalmente smetteranno di chiamarmi il 'Travaglio dei poveri', me lo dicono da 10 anni e sono anche contento perché significa che somiglio a uno bravo. Mi arrabbierei un po’ di più se mi dicessero sei la brutta copia di Vittorio Feltri...".
Insomma, il giornale diretto da Marco Travaglio racchiude più linee di pensiero, prontamente ostentate da uno dei suoi rappresentanti: “Se si parla di green pass e di super green pass io e Antonio Padellaro siamo favorevoli, Tommaso Montanari e Marco Travaglio non sono per niente favorevoli. Il problema c’è per il vaccino sotto ai 12 anni, però stiamo attenti a far finta che non esiste un problema di comunicazione quando si parla di vaccini ai bambini”.
La battuta precedente di Scanzi non passa inosservata e Alessandro Sallusti, direttore di Libero, prima di esprimere il proprio pensiero in merito al vaccino under 12, risponde al collega così: “Devo fare una premessa su quello che ho appena sentito da Andrea Scanzi perché voglio dire che io sono orgogliosissimo di aver lavorato e di lavorare con Vittorio Feltri, che per altro è uno che nella sua vita professionale ha ottenuto dei successi che nessun altro giornalista può rivendicare”. Colpito e affondato.
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