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    SIGNORI DI PROVINCIA, TAMARRI DI CITTÀ - LANGONE: ''NON C'ERA BISOGNO DELLE CLASSIFICHE PER ESSERE FIERI DI VIVERE A MANTOVA O UDINE INVECE CHE ROMA O MILANO'' - CUOMO: ''NOI ANIMALI METROPOLITANI IMBRUTTITI CE NE FOTTIAMO, INEBRIATI DALLO SMOG RITENIAMO I PROVINCIALI ANTROPOLOGICAMENTE INFERIORI''


     
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    1. NOI UOMINI DI PROVINCIA CONOSCIAMO IL VERO «LUSSO»

    Camillo Langone per ''il Giornale''

     

    Camillo Langone Camillo Langone

    I signori che stilano le classifiche della qualità della vita dovrebbero farmi il piacere di piantarla col mettere ai primi posti le mie piccole, deliziose città: sono già troppo orgoglioso e superbo, non c' era bisogno che mi ribadissero quanto si debba essere fieri di vivere a Parma o a Udine (i due comuni dove pago l' Ici). Fra poco, ad esempio, uscirò in tabarro, il rustico mantello che è uno dei miei vanti ed è indossabile solo nei centri medi e piccoli dell' area padano-veneta: a Roma farebbe sudare e a Milano, con tutti quei grattacieli, stonerebbe.

     

    Uscirò in tabarro e in bicicletta, il mezzo perfetto per muoversi a Parma (sesto posto della classifica Italia Oggi-università La Sapienza), a Udine (settimo posto) e ovviamente nell' ancor più piccola e pianeggiante Mantova (primo posto). Io non sono né salutista né ambientalista e uso i pedali per puro pragmatismo: per spostarmi da casa mia a qualsiasi altro punto della città non esiste mezzo più rapido e meglio posteggiabile.

    MANTOVA MANTOVA

     

    Se abitassi in una metropoli le cose andrebbero molto diversamente, a Milano e a Roma un ciclista-gentiluomo quale io sono non potrebbe sopravvivere, le distanze (a cui, nella Capitale, si aggiungono gli ostili sette colli) richiedono doti atletiche e il traffico spaventoso pretende da chi si muove su due ruote un coraggio che non possiedo. Mi toccherebbe fare come tutti, usare gli avvilenti mezzi pubblici oppure passare buona parte della mia giornata alla ricerca di un parcheggio.

    Per carità.

     

    Poche settimane fa mi sono avventurato a Milano in automobile, fino a corso Lodi me la sono cavicchiata ma sui viali tra Porta Romana, piazza Cinque giornate e piazza Tricolore ho temuto l' infarto. Mai più, mi sono detto, piuttosto la prossima volta parcheggio a Lodi (altra piccola città piacevole) e prendo un taxi. I parametri dei signori delle classifiche non sono i miei, alcuni sono poco comprensibili, altri sono poco condivisibili, eppure mai come stavolta ci hanno preso.

     

    MILANO SKYLINE MILANO SKYLINE

    A Mantova si vive bene davvero: diversamente che nelle grandi città puoi risiedere in centro anche se non sei milionario, se hai figli possono andare a scuola e in palestra da soli, non c' è bisogno di accompagnarli, se sei goloso ti aspettano il sorbir d' agnoli, i tortelli di zucca, il luccio in salsa, se hai voglia di passeggiare, pedalare, pescare, amoreggiare, respirare, hai a disposizione tre romantici laghi con relativi lungolaghi...

     

    A chi, nonostante tutte le classifiche, continua a chiedermi com' è possibile vivere in provincia, e se non mi sento tagliato fuori, rispondo: 1) c' è provincia e provincia, non tutte le province sono uguali, Parma non è, con tutto il rispetto, Roccasecca dei Volsci, e nemmeno Udine e Mantova lo sono; 2) da qualche anno anche da noi è arrivato un potente mezzo di comunicazione, si chiama internet e hanno imparato a usarlo perfino coloro che girano in tabarro.

     

    skyline di milano grattacieli skyline di milano grattacieli

     

    2. MA LA GRANDE METROPOLI È UNA GIUNGLA DI POSSIBILITÀ

    Andrea Cuomo per ''il Giornale''

     

     

    Che poi noi animali metropolitani ce ne fottiamo.

     

    Intenti come siamo a fare il sesto giro della piazza a cercare uno straccio di parcheggio guatando gli altri automobilisti e intanto chiedendoci che cosa abbiano di così fondamentale da fare per starci tra i piedi;

     

    roma traffico roma traffico

    avvezzi ad ascoltare come rabdomanti il rombo della metro che arriva mentre siamo ancora ai tornelli per indovinare se sarà quella nostra o quella che va in direzione opposta, onde decidere se scapicollarci e travolgere tre o quattro pivelli che scendono le scale come non fosse questione di vita o di morte prendere quel treno o il successivo (non sia mai); adusi a ingollare sushi da delivery in ufficio sporcando di salsa di soia il tasto cancelletto (questo: #) mentre continuiamo a compilare quella fattura con la mano libera dalle bacchette; disposti a far passare i poveri pedoni sulle strisce pedonali ma solo se ci si buttano praticamente tra gli (e non: i. Noi cittadini siamo pure pignoli) pneumatici e comunque non rinunciando a pretendere un cenno di ringraziamento;

     

    intossicati e quasi instupiditi da dosaggi di CO2 che quando andiamo in campagna tre giorni in un agriturismo prenotato su Airbnb il primo giorno respiriamo a pieni polmoni con aria beata, il secondo cerchiamo un' edicola per trovare la Gazzetta dello sport e il terzo ci siamo già rotti e dopo il pranzo a base di specialità locali siamo già sulla nostra automobile programmando con gusto il navigatore sulla tangenziale;

    traffico di roma traffico di roma

     

    intenti a tutto ciò, dicevamo, guardiamo di sfuggita le periodiche classifiche sulla qualità della vita nei capoluoghi di provincia italiana, cerchiamo la nostra grande città generalmente evidenziata in neretto tra l' ottantesimo e il novantesimo posto su cento, bofonchiamo qualcosa sul sindaco incapace che magari abbiamo pure votato, guardiamo le città ai primi posti, fatichiamo a ricordarci in quale regione si trovano (Ascoli Piceno è in Abruzzo o nelle Marche?) ma dentro di noi pensiamo: Pordenone? Ma tu, ci vivresti a Pordenone?

     

    Ora, ci perdonino gli amici veneti di Pordenone (scherziamo, sappiamo benissimo che si trova in Trent..., ehm, in Friuli). Ma noi cittadini imbruttiti sempre in zona retrocessione della qualità della vita, in fondo tutto questo sbattimento ci piace. Sì, quando ci rilassiamo un pochino ci piace far credere che vorremmo vivere in provincia, dove tutti si conoscono, ci si chiama per soprannome (ma non abbiamo sempre odiato il compagno di scuola che ci chiamava Ciccio?), si va al lavoro a piedi se se ne ha uno (di lavoro, non di piede) e gli affitti sono accessibili.

     

    CASTELLO DI UDINE CASTELLO DI UDINE

    Però davvero, non facciamo sul serio. Ci sembra educato mostrare un po' di interesse nei confronti di persone, i provinciali, che sotto sotto riteniamo antropologicamente inferiori. Sarà quella carenza di CO2. La vita è una cattiva abitudine. E in una metropoli vien su molto meglio.

     

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