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    QUANDO È L’ORCO A SCRIVERE LA FAVOLA - SORPRESA AL CONCORSO LETTERARIO PER I DETENUTI, UN PEDOFILO VINCE IL PREMIO PER LA FIABA PIÙ BELLA: “IO VITTIMA DI UNO SCIVOLONE, VOGLIO RISCATTARMI DA QUEL BLACKOUT”


     
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    Cristina Insalaco per “la Stampa”

     

    PEDOFILO FAVOLA PEDOFILO FAVOLA

    Un pedofilo ha vinto il primo premio di un concorso di scrittura di favole per bambini. E' questo il paradosso accaduto nella prima edizione del premio nazionale «Le favole di Artaban», organizzato dall' omonima associazione. Il concorso era rivolto a tutti i detenuti e le detenute (anche se poi di fatto hanno partecipato esclusivamente gli uomini) d' Italia, che dovevano inventarsi una fiaba per i bambini.
     

    Qualcuno l' ha scritta pensando ai propri figli lontani, altri hanno immaginato di averne.
    Eppure, tra le decine di storie che sono arrivate tra le mani della giuria, ad aggiudicarsi il primo premio è stato proprio un uomo, A. C., separato e con due figli, che oggi è in carcere dopo la denuncia di una ragazzina di 13 anni, conosciuta su internet, che - in base a quanto scritto sul profilo Facebook di lei - lui credeva fosse più grande. C' è stato uno scambio di foto «hard», e lui è finito dietro le sbarre.

     

    PEDOFILO FAVOLA CONCORSO LETTERARIO PEDOFILO FAVOLA CONCORSO LETTERARIO

    Nella biografia del libro pubblicato dalla Fondazione Alberto Colonnetti di Torino, dal titolo «Al di là delle sbarre, una storia», che raccoglie le fiabe dei detenuti, il vincitore A. C. scrive, presentandosi:

     

    «Laureato in scienze politiche, separato, Popi e Ninini (i protagonisti della sua storia) fortunatamente esistono davvero, e nella vita reale sono fratello e sorella. Vittima di un bruttissimo "scivolone" che la vita mi ha purtroppo riservato, sono assolutamente intenzionato a riscattarmi agli occhi di chi - la quasi totalità delle persone che mi circondavano - non ha comunque smesso di credere in me. Tutti loro sono il mio motore».
     

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    Quello «scivolone», che si chiama «pedofilia», ha fatto sgranare gli occhi a molti. E in realtà pure a lui. «Sì, è strano che uno come me abbia vinto questo concorso...», ha confessato A. C. alla conferenza stampa di presentazione del volume. Quando tre attori hanno letto al pubblico la sua favola, lui è scoppiato a piangere.

     

    Si è commosso probabilmente pensando ai suoi due figli, che gli hanno ispirato la storia, dal titolo «Popi, Minini e le leggi dell' universo». L' incipit dice: «Papino... dimmi figliola. Ma l' universo è davvero infinito? Sì, piccola. E perché? Per custodire i ricordi. Di chi? Di tutti».
     

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    «Ho voluto parlare dei ricordi perché sono l' unica cosa che in questi anni terribili mi hanno tenuto in vita», ha detto lui, che oggi si vuole riscattare da quel «blackout». L' ha definito così.

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