LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Il Bologna era un buon punto di confronto, è squadra giovane, di qualità, da anni un laboratorio tattico guidato da Mihajlovic, ormai col carisma del vecchio maestro. Eppure ieri non ha mai retto il paragone con l'Inter, fin da prima che si arrivasse alla pioggia di gol. Inter e Bologna avevano gli stessi punti in classifica, non era un ossequio ovvio.
Mihajlovic ha assecondato l'Inter cercando spesso di attaccarla alta, giocando un calcio vero che la forza dell'Inter ha reso presto irrealistico. La differenza che c'è stata, conferma la diversità dell'Inter su molte altre squadre del campionato, il suo dovere di essere il riferimento per chiunque voglia provare a vincere.
Lukaku la rendeva non rappresentabile, troppe volte semplicemente più forte. Oggi l'Inter elabora una decina di modi di andare in porta, il più importante è Lautaro, cinque metri più avanti, meno palloni da giocare e più gol, perché Lautaro non sa partecipare, non ha bisogno di spalla, è sempre il riassunto di una cura definitiva.
L'Inter ha segnato 15 reti in 4 partite, 4 gol a partita dopo un mese di campionato. In Italia è inaudito. Un anno fa, erano 11, ed erano già tanti. Si vede qualcosa di vasto dell'Inter.
Oggi intanto la stagione rischia di eliminare la Juve. Non sarebbe sostenibile un'altra sconfitta, troppe squadre metterebbero la Juve a una decina di punti. Tutto può sempre capitare, ma saremmo agli influssi di Giove su Saturno, non alla realtà del calcio.
ANDREA AGNELLI CON MAURIZIO ARRIVABENE E PAVEL NEDVED
È la vera ultima partita della Juve dei 9 scudetti, per il Milan ha solo una forte rappresentanza emotiva, ma il Milan è già sulla strada, la Juve no. Sono molto curioso, non ho capito le soluzioni di Allegri.
federico chiesa juventus empoli 1
Nel conto saremmo a un dentro/fuori tra Chiesa e Rabiot, che mi sembra plausibile ma da ultima istanza. Chiesa rappresenta una coda di Ronaldo. Ha la stessa solitudine di gioco. Nasce e prosegue da solo. Se segna è memorabile, se non segna è un dato da algoritmo. Lo conosco da quando aveva un anno. Vorrei segnasse. Ma non è calcio, è storia mia.
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