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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Stefano Zaino per “la Repubblica”
Giura: «Con la Ferrari il rapporto stava diventando ogni giorno sempre più triste. Non era possibile vincere, sempre secondi, ne avevo abbastanza. Non sono pentito della mia scelta, anzi, avrei dovuto andare via prima, ci sono stato uno o due anni di troppo». Parole al fiele, firmate Fernando Alonso.
Pronunciate da un piedistallo che farebbe pensare a una vita profondamente cambiata, non più mortificante, con quel vano inseguimento alla Mercedes e quelle rare volte sul podio dell' ultima stagione, ma bella e vincente, una splendida cavalcata con la sua nuova creatura, l' arrembante McLaren con quell' incerto motore Honda al debutto. Alonso dunque è felice, gli è andata bene, non come a Vettel, che ha lasciato la Red Bull per la Ferrari e si è dovuto accontentare di due misere vittorie nelle prime 10 gare...
Lasciando da parte l' ironia, Alonso dev'essere tormentato davvero. Con la sua scelta si è autoescluso, si è confinato ai margini: non è più secondo, ma nemmeno terzo o quarto, arranca nelle retrovie e può essere soddisfatto solo del ricchissimo stipendio, i 30 milioni di euro a stagione per i prossimi 3 anni. Lo spagnolo è un comprimario e rischia di esserlo anche a Spa, benché domenica la Honda porti un nuovo motore, al massimo dello sviluppo, con il consumo di tutti i gettoni rimasti. Come fa allora lo spagnolo a dire certe cose?
Ad avere cosìtanta voglia di rinnegare il passato? Si potrebbe dire, pensando a quell' italiano che il pilota conosce bene anche nei suoi termini gergali, che sta rosicando di brutto, pensando a quanto di buono invece sta facendo Vettel in Ferrari. Il suo è un chiaro atteggiamento rancoroso.
Confida alla Cnn che lo ha intervistato: «Se avessi lasciato prima Maranello, avrei potuto vincere di più, non essere ancora fermo a due Mondiali. La macchina nelle ultime stagioni non era competitiva, io ho cercato di fare del mio meglio, ma alla fine non ne potevo più. Io non voglio rinunciare a vincere, volevo puntare al massimo, mantenere vivo il sogno. Nel 2014 con il dominio Mercedes mi sono reso conto che la Ferrari non ce l' avrebbe mai fatta a recuperare il gap e che era meglio buttarsi su un progetto nuovo, ancorché rischioso».
Il problema è che in questo modo Alonso si è definitivamente eclissato.Iin 10 gare ha raccolto appena 11 punti, di cui dieci nell' ultima tappa in Ungheria. Il suo manager assicura che l' anno prossimo lotterà per il Mondiale, ma pare improbabile. Forse è stata sbagliata la scelta, il vero desiderio dello spagnolo era un altro, aveva sperato di poter approdare in Mercedes al posto di Hamilton.
In quel caso tutto questo veleno nei confronti della Ferrari, benché ingeneroso, avrebbe potuto essere comprensibile. Ora no. Perché Alonso non si limita ad un fatto tecnico: «In McLaren perdiamo e vinciamo tutti assieme, siamo una vera squadra. Con la Ferrari certi successi o certe sconfitte dipendevano dall' umore del gruppo».
Gruppo che ora, forse, gli vorrà un po' meno bene. Attratto invece da Vettel che ha benedetto la conferma di Raikkonen, «la scelta giusta», e ha fatto di capire di voler beffare di nuovo la Mercedes come a Budapest, «non siamo lontani, giusto provarci ». Quanto ad Hamilton, non pare proprio in armonia con Rosberg, che aveva bacchettato la sua vita mondana. Replica secca: «Vinco e faccio ciò che mi merito».
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