
FLASH! - SIETE CURIOSI DI SAPERE CHI E' IL PREMIER CHE HA PUNTATO I PIEDINI A BRUXELLES PER…
1 - ARTISSIMA E VILLAR ROJAS SCALDANO I COLLEZIONISTI
Luca Beatrice per “il Giornale”
La notizia migliore è che il peggio sembra davvero passato. Lo dimostra il fatto che le gallerie italiane e straniere tirano fuori il meglio dai loro magazzini, dopo anni di paura e risparmio.
Così Artissima, la più internazionale delle fiere italiane, si conferma il luogo giusto da visitare se si è in cerca di novità. Tutto è di prima mano, niente secondo mercato, persino le riscoperte storiche della sezione più bella Back to The Future profumano di inedito e dopo lo sguardo delle edizioni scorse, incentrato sugli anni '70, ora c' è uno spostamento in avanti dell' asse temporale, segno che gli anni '80 non rappresentano più un tabù quando si parla di arte contemporanea.
Delle quattro edizioni dirette da Sarah Cosulich Canarutto quest' ultima appare la più vivace e riuscita, meno talebana rispetto al passato, più aperta alla pluralità di linguaggi e stili. Certo non è una kermesse in cui a farla da padrone è l' arte italiana troppo spesso generica, la selezione è severa e la qualità mai come ora controllatissima.
Una fiera però non è fatta solo di compravendite e stand ma funziona anche da traino per un' intera città: Torino nei giorni di Artissima (da oggi a domenica) si trasforma nel luogo del contemporaneo per eccellenza. Merito delle gallerie aperte la notte di sabato, delle fiere collaterali in cui si distingue la sofisticata Flashback al Pala Alpitour nell' idea di unire l' antico al moderno, ma soprattutto delle istituzioni museali pubbliche e private che offrono un ventaglio di proposte di ottimo livello.
Tra le tante mostre aperte a Torino in questi giorni segnaliamo il progetto di Luca Pignatelli alla GAM, la collettiva Vanitas incentrata sulla natura morta antica e attuale al MEF, la personale del pittore pop californiano Ed Ruscha alla Pinacoteca Agnelli.
Il botto vero e proprio lo fa però Adrian Villar Rojas alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: una mostra epocale dell' ultima rockstar dell' arte internazionale, un ragazzo di appena 35 anni che rifugge i media e detesta i social network, gioca a fare il compagno ma è amato dal jet set e, quel che conta, dotato di un talento strepitoso per cui gli si perdonano atteggiamenti divistici.
È riuscito nell' impresa di farsi trasportare un centinaio di giganteschi massi da Istanbul sui quali ha inserito oggetti organici e inorganici, rivoltando come un calzino lo spazio del museo. Pare che collezionisti di tutto il mondo siano venuti in Italia per lui , ma al di là del glamour anche chi si concentra solo su Artissima può trovare un eccellente livello qualitativo.
2 - L' ARTE DI DOMANI BALLA CON MARADONA
Rocco Moliterni per “la Stampa”
«Volevo far morire alcune foglie di Parigi a Torino», dice Jo-Ey Tang, autore di un' installazione che non puoi non vedere con quel letto di foglie gialle a riempire lo stand, proprio vicino all' ingresso. E il lavoro dell' artista di Hong Kong che vive tra Parigi e New York è abbastanza indicativo di una tendenza che sembra percorrere Artissima, la fiera d' arte contemporanea che apre oggi i battenti all' Oval di Torino.
Se in passato notavi subito opere di forte impatto, sia per le dimensioni sia per la volontà dell' artista di colpire a tutti i costi, ora sembra prevalere se non l' intimismo la volontà di giocare sulla memoria e il sentimento. Così ad esempio il giapponese Ken Matsubara (Ma2gallery di Tokyo) crea su antichi leggii da concerto il dialogo tra una foto Anni 60 o 80, trovata da un rigattiere, e un piccolo video realizzato oggi nello stesso luogo, si tratti della Tour Eiffel a Parigi o della spiaggia di Coney Island.
Suggestiva è l' idea di rendere tridimensionale un disegno a matita, come fa l' austriaco Costantin Luser alla Galleria Rotwand di Zurigo: le sue eteree installazioni fanno pensare ai Mobiles di Calder o a certe sculture di Melotti e incantano per la loro leggerezza. Sulla memoria (un po' alla Goodbye Lenin ) gioca nella sezione «Present Future» la russa Alina Chiaderov alla galleria parigina Antoine Levi.
La sua installazione si chiama Before 1989 we kept the bananas in the closet : in un armadio di legno ci sono caschi di banane, a ricordare, quando, prima della caduta del Muro, in Unione Sovietica queste non erano disponibili sul mercato ufficiale, i felici pochi che riuscivano a procurarsele le conservavano gelosamente, come direbbe Conte, all'«ombra dei loro armadi».
E ancora sulle memoria questa volta calcistica punta Flavio Favelli, nella sua performance Tango in programma domani pomeriggio, per la sezione «Per4m»: ci sarà un calciatore professionista che palleggerà con l' artista, mentre scorrono le immagini di un celebre filmato in cui Maradona prima di una semifinale di Coppa Uefa si «riscaldava» seguendo il ritmo di Live is Life , della band austriaca Opus.
Non che manchino opere legate all' attualità: del confine tra Turchia e Siria ci parla Fatma Bucak (galleria Peola). Il suo video ci mostra alcune donne sedute in una campagna quasi surreale e la violenza e la sopraffazione che quella parte del mondo sta vivendo viene mediata attraverso la sopraffazione di un uomo su una donna, tema della performance cui le donne sedute stanno assistendo.
Così come delle periferie più o meno degradate parla la grande installazione di Botto&Bruno da Artiaco di Napoli: architetture immaginarie con colori acidi vengono questa volta riproposte su carta fotografica che sembra accartocciata, quasi a sottolineare come quelle periferie siano sovente considerate «carta straccia».
Per trovare opere di denuncia politica o soggetti erotici, bisogna andare alla sezione «Back to the future», dove troviamo ad esempio la body art brasiliana di Leticia Parente (galleria Jacqueline Martins di San Paolo), o le sculture e i disegni di Pierre Klossowski, fratello di Balthus (Galerie Isabella Bortolazzi) o le foto trasgressive di Richard Kern (galleria Guidi&Schoen).
E agli anni della contestazione, in particolare della lotta per l' apertura degli ospedali psichiatrici di Trieste condotta da Franco Basaglia, rimanda Marco Cavallo, con il grande cavallo blu di cartapesta portato assieme a altri materiali del Laboratorio Basaglia da Camera, il centro italiano per la fotografia. Un annuncio della prossima mostra che dedicherà proprio al decennio 68-78.
Si trova ad «Inclinazioni», la mostra che Artissima ha realizzato utilizzando opere e materiali di istituzioni museali del territorio piemontese. Non mancano però in fiera i big dell' arte contemporanea, si va dall' arte povera di Penone (museale l' installazione da Tucci Russo), Kounellis (Sprovieri), Pistoletto (Continua) alla transavanguardia colorata di Nicola De Maria (Persano) alle installazioni di luce di Nanda Vigo (Ca' di Fra), ai lavori di Bonalumi (Mazzoleni). C' è anche chi fa il verso ad artisti famosi, come Kaspar Muller nel suo After Julian Opie , che ripropone una donnina su fondo giallo molto simile a quelle di Opie.
La fiera appare elegante e rarefatta: se la scommessa di Sarah Cosulich, che per la quarta volta la firma, coniugando l' aspetto curatoriale con quello commerciale, sarà vinta si saprà solo domenica sera quando le gallerie tireranno le somme. Certo rispetto ad Art Basel, la madre di tutte le fiere, Artissima, con la sua aria sbarazzina riesce a soddisfare anche collezionisti dal portafoglio non pingue ma pronti a scommettere sugli emergenti. E soprattutto, per gli enti locali che la finanziano, a garantire per quattro giorni a Torino il ruolo di capitale dell' arte contemporanea.
3 - SARAH COSULICH: A TORINO UNA SFIDA CHE HA NEL COLLEZIONISMO IL SUO MOTORE"
Elena Del Drago per “la Stampa”
Arrivata alla Ventiduesima edizione, Artissima apre i battenti in un contesto straordinariamente competitivo. Le fiere si moltiplicano a ritmo forsennato, proponendo piccoli scarti capaci però di determinarne il successo o l' insuccesso. La sfida dunque, per la fiera torinese, è quella di mantenere salda la propria identità aggiornandola per continuare ad essere seducente. Abbiamo parlato di idee e strategia con il direttore di Artissima, Sarah Cosulich Canarutto.
Quali sono le novità messe in campo quest' anno per continuare a mantenere l' immagine sperimentale ormai consolidata di Artissima?
«È difficile raccontare tutto ciò che accade in fiera, continuiamo ad inventare nuovi progetti perché vogliamo prenderci dei rischi, reinventarci e metterci in discussione ogni anno. Questa edizione sarà all' insegna del "fai da te", poiché dobbiamo interessare un pubblico molto eterogeneo: il collezionista esperto, quello che inizia ad avvicinare l' arte la prima volta, il grande pubblico. Il visitatore può costruire il proprio percorso alla scoperta della fiera selezionando presentazioni, stand e sezioni particolari».
Qual è invece il filo conduttore nell' offerta?
«Il tema portante di quest' anno è il collezionismo ed ha rappresentato il motore e l' idea concettuale nella costruzione degli eventi. Ho lavorato soprattutto sull' accessibilità: siamo una fiera pubblica e grazie alla città svolgiamo anche un lavoro di promozione. L' altro obiettivo continua ad essere la qualità. Attuiamo una forte selezione attraverso i comitati di curatori e direttori internazionali che si occupano di ogni singolo stand: saranno presenti 207 gallerie tra quelle che hanno fatto richiesta e ad ognuna abbiamo dato un' attenzione specifica. Il collezionista sa di visitare una fiera che fa ricerca e, grazie al lavoro dei consulenti, ha la possibilità di scoprire o riscoprire artisti d' avanguardia».
sarah cosulich canarutto1 1024x683
A proposito di riscoperta, Artissima è stata la prima con Back to the Future ad aver anticipato quella che ormai è una tendenza macroscopica: l' attenzione ad un passato più o meno recente pressoché dimenticato.
«Sì, Back to the Future ha anticipato un vero e proprio format, con il quale, per esempio, Frieze a Londra a costruito una fiera satellite sempre più importante come Frieze Masters. E' un concept cominciato nel 2010 a Torino che poi è evoluto. E se l' anno scorso è stata la volta degli '80, quest' anno Back to the Future , si occuperà di un decennio cruciale, che va dal '75 all' 85. Pensiamo infatti che anche la riscoperta vada messa in relazione alla contemporaneità e quella decade ha influenzato moltissimo l' attualità.
Sono diversi i linguaggi che si incontrarono in quegli anni: la fine del concettualismo, l' inizio della pittura, il gesto dell' artista che appare in prima persona nelle performance: un incrocio di approcci molti differenti, non classificabili in una corrente artistica unica, ma rilevanti per gli artisti contemporanei».
E quali sono le novità che riguardano le altre sezioni?
«Per Present future continua l' allargamento geografico con l' inclusione di Paesi non scontati: ci sono realtà che arrivano da Ramallah, dalla Turchia, da Varsavia. È una ricerca di sperimentazione che si riflette anche nell' attenzione alla presentazione: ogni galleria ha stand molto curati con opere in dialogo tra loro».
sarah cosulich alla-biennale-di-istanbul-2015
Oltre alla divisione evidente in sezioni, come avete pensato di rendere aperto e comprensibile lo spazio di Artissima?
«Nella chiave di lettura del collezionismo come asse portante del sistema dell' arte, i Walkie Talkies, le visite itineranti in fiera, quest' anno prevedono la partecipazione di un curatore affiancato da un collezionista. I due si incontrano e raccontano i lavori che li interessano maggiormente, in una conversazione informale fornendo così due prospettive differenti. Un altro progetto riguarda la vip lounge: siamo i primi ad immaginarla come un' installazione vera e propria e non soltanto come uno spazio funzionale.
È stata curata da un artista di Torino, Maurizio Vetrugno, che ha composto un paesaggio incrociando linguaggi molto differenti per riflettere sull' idea di opera d' arte. La tappezzeria ispirata alle stanze orientali di Villa della Regina, convive con oggetti di porcellana e design, ricami e tappeti realizzati per l' occasione.
Per chi vorrebbe poi diventare collezionista offriamo un servizio di advisory con Unicredit: chi lo desidera potrà dare ordine alla grandissima offerta, e dunque capire, focalizzare i propri interessi insieme a degli esperti per poi procedere agli acquisti in modo autonomo. Per il pubblico generico, invece, abbiamo immaginato un progetto articolato di visite guidate tematiche con mediatori culturali».
Dunque ogni aspetto della fiera è all' insegna della curatela?
«Sì, il nostro grande progetto riguarda anche la trasformazione della zona che ospita le collezioni delle istituzioni del territorio in una vera e propria mostra. Quest' anno curata da Stefano Collicelli Cagol, sarà sull' inclinazione politica, sociale, formale e sessuale».
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sarah cosulich con maurizio vetrugno, artista e curatore di opium den 3
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