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Alessandra Mammì per Dago-art
Viva l'arte! Che in questo mondo anestetizzato provoca ancorareazioni violente. Gente che a notte fonda a Parigi, in piena Place Vendome, va a sabotare la scultura gonfiabile di Paul McCarthy (un Christmas Tree secondo lui, un sex toy secondo le cronache). Opera più che oscena, bruttina. Semmai pronta a diventare oscena se addobbata di natalizie lucette intermittenti,come previsto.
Viva l'arte che anni fa convinse un milanese fondamentalista allo sforzo ginnico di arrampicarsi sull'albero di piazza XXIV Maggio per buttar giù i bambini impiccati di Maurizio Cattelan.
Viva l'arte che in pieno agosto fa sobbalzare un non precisato membro dell'Osservatorio per la tutela dei minori di fronte a una scultura dei Fratelli Chapman al Maxxi. Seguono interrogazioni parlamentari e rimozione dell'opera colpevole di sincretismo fra genitali e volti di bimbi. Roba antica però quel mescolare pene, occhi, sessi e orecchie. Lo faceva pure Picasso.
Viva l'arte e i performer. Quelli sì che ritorcono le budella dei borghesi anche se i borghesi non ci sono più. Ma arrivò addirittura la Police con le luci blu ad arrestare il sudafricano Steven Cohen sotto la Tour Eiffel mentre nell'autunno del 2013 si esibiva nella sua “Penis Rooster Dance” con un pollastro legato al guinzaglio al suo pene. Una metafora dellaFrancia (gallo compreso) non gradita ai francesi. Processato, fu condannato lo scorso maggio per atti osceni in luogo pubblico.
Viva l'arte che ha la forza dei simboli e attraversa lo schermo di una coriacea indifferenza.Quella che sopporta i bastimenti nel bel mezzo di Venezia ma ha indetto un referendum cittadino contro il ragazzo con la rana di Charles Ray sulla Punta della Dogana. I veneziani,per una volta uniti nella lotta, si son battuti per rimetterci un lampione. E hanno vinto.
E viva l'arte quella vera. Che mette in subbuglio i cittadini più di quella finta. Gli stessi cittadini che restan quieti di fronte a certi terribili monumenti commissionati da sindaci e assessori a sedicenti artisti locali, con i soldi delle loro tasse.
Viva l'arte se ancora disturba. E grazie all'arte dovrebbe dirlo anche tutti quelli che si lasciano disturbare chiamando vigili, sabotando opere, organizzando pubbliche petizioni. In fondo son rimaste poche le cose che fanno sentire vivi.
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