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Il dialogo è aperto e l’intesa politica molto vicina. È il giorno della prima svolta nella lunga corsa alla poltrona di Tavecchio. A Roma, nella sede dell’Assocalciatori, in via Spontini, si sono incontrati Gabriele Gravina e Damiano Tommasi. «I due candidati si sono confrontati sulle rispettive piattaforme, sapendo che molti punti sono in comune e consapevoli che la strada è quella del dialogo».
Il patto, sia chiaro, non è ancora scritto con il sangue. Ma un passo significativo è stato fatto. Il presidente dell’Aic ha scelto come interlocutore privilegiato Gravina nonostante sia stato Sibilia il primo ad averlo avvicinato, promettendogli la gestione del club Italia.
L’intesa tra il leader della Lega Pro e quello dei calciatori nasce anche all’insegna dell’antilotitismo. È il presidente della Lazio a spingerli verso un’alleanza. Il regista dell’operazione è Renzo Ulivieri, che ha promesso i suoi voti a Tommasi, a condizione che trovi un ticket allargato per avere la possibilità di vincere la corsa elettorale in programma il 29 gennaio. Lega Pro e Aic, oltre agli allenatori, possono contare sul due per cento degli arbitri di Nicchi, in modo da arrivare al 49 per cento.
La partita però non è chiusa. Perché Sibilia, oltre alla sua Lega Dilettanti che pesa per il 34 per cento, conta sull’appoggio di diversi presidenti di A e B che volevano Lotito in campo. E soprattutto perché Tommasi ancora non ha preso nessun tipo di impegno ufficiale. Anzi, in una sorta di par condicio, il leader dell’Aic venerdì a Roma vedrà Sibilia, che così avrà l’occasione per provare a ribaltare la situazione: non è né facile, né probabile.
Il giorno cruciale sarà però lunedì prossimo, a 7 giorni dal voto. Tommasi radunerà a Milano, in un albergo vicino alla stazione Centrale, il Consiglio direttivo della sua associazione per prendere una decisione definitiva. Saranno i calciatori a indicare la strada da percorrere. Tommasi può andare con Gravina, cercando poi di risolvere la diatriba sul ruolo di presidente e cercando di catturare voti in A e B, oppure correre da solo, come aveva pensato al momento di scendere in campo. In quel caso Ulivieri si apparenterà con la Lega Pro. E Sibilia avrà di nuovo la maggioranza.
2. I PROGRAMMI DEI TRE CANDIDATI
Le elezioni per il nuovo presidente della Figc sono alle porte: a sfidarsi, come noto, saranno tre candidati, ovverosia Cosimo Sibilia Damiano Tommasi e Gabriele Gravina.
Trai tanti temi affrontati, nei programmi elettorali di ognuno dei candidati è presente il tema della riforma del campionato. Abbiamo così deciso di mettere i tre programmi a confronto su questa particolare tematica.
Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, non punta ad una netta riduzione del numero delle squadre, ma in un cambiamento diverso: ovverosia la ri-definizione del perimetro del professionismo. «La struttura dei campionati e le dinamiche organizzative di questi sono certamente determinanti per poter innovare l’intera cornice competitiva, in un’ottica di miglioramento tanto del prodotto calcistico che della salute gestionale dei club», spiega Gravina nel suo programma.
Riforma campionati Figc, le idee di Gravina
«Attualmente l’area del professionismo presente all’interno del nostro sistema federale è una delle più vaste e ramificate in Europa e, prima che il profilo puramente numerico, nella prospettiva italiana va analizzata la sua sostenibilità rispetto alle risorse disponibili. L’evidente squilibrio tra i partecipanti a questo mondo e la sua capacità di attrarre le giuste risorse per svilupparsi è certamente alla base di tale problematica«.
«Vi è ferma convinzione che i due fattori considerati – vale a dire il numero dei club ed il valore del prodotto calcio – non possano essere considerati singolarmente in quanto, in caso di riduzione tout court dei club nei vari campionati, gli indicatori di sostenibilità avrebbero un beneficio di breve termine (2 o 3 anni), ma tornerebbero a deprimersi nel lungo periodo in forza, appunto, della ridotta ampiezza delle competizioni. In questo senso depongono le iniziative restrittive che si sono succedute nell’ultimo decennio (diminuzione dai 132 ai 102 attuali)».
Per puntare non solo alla sostenibilità ma anche al miglioramento della “competitive balance”, oltre alla crescita di redditività e di qualità tecnica, l’idea di Gravina è quella di inserire all’interno del perimetro del professionismo «i soli campionati della Lega Serie A ed alla Lega Serie B, entrambe a girone unico con 20 squadre ciascuna, comportando, se non marginalmente (la contrazione di 2 club per la Serie B), un’attuazione pressochè immediata nei tempi».
«Il vero elemento di innovazione di tale ipotesi progettuale – e certamente di distinzione rispetto ad altri dolorosi “tagli” e ettuati in precedenza – è la ri-conversione ed identificazione dei club associati nella Lega Pro in un livello agonistico del tutto nuovo, quello del semiprofessionismo», spiega Gravina. Una novità che, grazie anche ad interventi sul piano normativo sia Nazionale che Federale, potrebbe portare all’allargamento di alcune «disposizioni – quasi tutte rientranti nella sfera fiscale-tributaria – già previste per le tipologie dell’associazionismo (sportivo), per il cosiddetto Terzo Settore o per la più ampia platea delle Onlus. Il nuovo regime – certamente agevolativo ma comunque sottoposto a vincoli e limitazioni – sarebbe di facile ed immediata assimilazione per i club calcistici».
Riforma campionati Figc, il programma di Sibilia
La creazione di una fascia semi-professionistica è l’idea anche di Cosimo Sibilia. L’attuale presidente della LND, infatti, spiega che è chiara la necessità di rendere i campionati maggiormente competitivi, così come è evidente il problema di sostenibilità in alcune leghe per le società.
Sibilia non indica in termini numerici quale potrebbe essere la composizione dei campionati, ma spiega che «la F.I.G.C. dovrà farsi carico, in una più ampia riflessione sulle modifiche in tema di professionismo sportivo, di verificare con quali modalità possa pervenirsi all’istituzione di un campionato “intermedio”, una sorta di linea di confine, tra l’area professionistica e quella di vertice della Lega Nazionale Dilettanti».
«Una sorta di area “semi – professionistica”, nella quale le Società possano veri care la capacità di compiere il “salto”, in termini di qualità degli organici e di capacità economiche, per approdare successivamente all’area professionistica», conclude Sibilia.
Riforma campionati Figc, le idee di Tommasi
Anche Damiano Tommasi va oltre il numero delle società, puntando sulla sostenibilità. «Riteniamo che la vera riforma passi dall’innalzamento della qualita delle societa ammesse ai campionati professionistici», spiega l’attuale presidente dell’Assocalciatori. «La proposta e quella di mantenere per il momento l’attuale numero di club professionistici restringendo i paletti d’ingresso e selezionando così le societa ritenute professionistiche anche nei fatti. Una valutazione specifica dovra essere fatta per la Serie B, gia pronta in passato a modificare il format a 20 squadre».
«Resterebbero per ora inalterati i sistemi di promozione e retrocessione tra la Serie A, la Serie B e la Serie C, con obbligo di ricostituzione dei rispettivi format tramite i ripescaggi. Questi ultimi, in Serie C, dovranno prevedere l’alternanza tra una seconda squadra e una squadra retrocessa», conclude Tommasi.
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