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Paolo Fiorenza per www.fanpage.it
Ai bei tempi Andy van der Meyde è stato The Dutch Sniper, ovvero il cecchino olandese, per la sua caratteristica esultanza inginocchiandosi e prendendo la mira con un immaginario fucile. I bei tempi sono sostanzialmente quelli che hanno lanciato la sua carriera all'Ajax fino ai 24 anni, facendogli mettere in bacheca campionati e coppe olandesi, oltre ad avergli aperto le porte della Nazionale.
A quel punto, nell'estate del 2003 l'Inter pensò di portarsi a casa quell'esterno d'attacco così talentuoso e dribblomane – un colpo voluto fortemente dall'allora uomo mercato Marco Branca – ma nel biennio milanese le cose non andarono come sperato e Van der Meyde si trasferì all'Everton, dove la sua carriera, ma prima ancora la sua vita, finirono in un tunnel di abissi da lui stesso raccontati nella sua biografia.
Una spirale di eccessi che ad un certo punto divenne letteralmente senza freni, mentre la sua carriera di calciatore era di fatto finita molto prima dei 30 anni: dall'alcol alla droga, dal gioco d'azzardo alla depressione, alla necessità di assumere altre sostanze per non impazzire: "Ero fuori controllo, non riuscivo a dormire se non prendendo pillole. Era roba pesante, di quella da prendere con la prescrizione del medico. Le rubavo dallo studio del medico del club, l'ho fatto per più di due anni. Poi è arrivata la cocaina, insieme a Bacardi, vino e feste in quantità. Capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto".
E poi c'era il sesso, tanto sesso, un'overdose di sesso. Le due mogli e i cinque figli sono soltanto la copertina di un volume che ha migliaia di pagine. Del resto il buon Andy ha enunciato lui stesso il suo verbo: "Il mio motto era: sempre e ovunque, fosse un'igienista dentale, una segretaria dell'Ajax, una ragazza conosciuta a un semaforo".
Pentito oggi un pochino lo è – "ho sbagliato molto", dice ad Algemeen Dagblad – ma invoca attenuanti: "Pensaci, come calciatore avevo tutto ciò che le donne potessero desiderare. Ero carino. Ero davvero ricco. E avevo anche un cazzo enorme", e via una risata. "Avevo milioni, ma ero completamente pazzo nella mia testa".
"Sono stato un cattivo padre per molto tempo, non ho badato ai miei figli, questo è l'errore più grande della mia vita – spiega il 42enne di Arnhem, svelando che il rapporto non è ancora ottimale – La mia figlia maggiore ancora non vuole vedermi. Vive in Italia, ma le scrivo regolarmente un messaggio solo per dimostrare che penso ancora a lei ogni giorno".
Oggi Van der Meyde si è ripulito completamente e in Olanda è un personaggio molto noto in TV e sui social, ha un proprio canale You Tube dove produce una serie in cui ospita altri calciatori sulla sua auto. Le follie sono alle spalle.
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