DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Adriano Seu per la Gazzetta dello Sport
La Pulce ci ha messo (nuovamente) la faccia. L' ha fatto per ribadire i concetti espressi al termine di un' estate rovente, ma anche per tirare le somme di un anno complicato, lanciando uno sguardo verso il futuro. In una lunga intervista a La Sexta , Messi ha chiarito senza giri di parole che «ogni decisione sul futuro sarà presa solo a fine stagione. Non so se resterò o andrò via, ma sarà una scelta presa con il cuore e con la testa».
A pochi giorni dalla data in cui potrà negoziare liberamente con qualsiasi altro club, l' argentino lascia tutti con il fiato sospeso. Ma ne approfitta anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Sono stato molto male quest' estate. Per tante cose ho sofferto, per altre ho anche pianto, ma le tengo per me.
Il burofax, le voci fuori controllo sul mio futuro, mi sono trascinato tutto sino alle prime settimane della nuova stagione.
Poi ho voltato pagina e ho riattaccato la spina. Il burofax non è stata una dichiarazione di guerra, ma semplicemente l' unica azione possibile. Bartomeu mi ha ingannato dipingendomi come il cattivo della situazione. Sono stato bollato come uno che stava voltando le spalle al club che lo aveva salvato, che aveva fatto diventare grande. Ma anche io ho dato tanto a questa società. Tutto quello che mi ha dato il club, me lo sono conquistato e meritato», ha sottolineato Messi.
Questione di sentimenti, affetto, gratitudine, ma anche ambizioni, progetti, obiettivi, tutti pesi importanti nella bilancia del fuoriclasse argentino, a maggior ragione a 33 anni inoltrati. «Il club sta attraversando un momento molto complicato e non sarà facile riportarlo al livello in cui era. Sono arrivati tanti giocatori nuovi e la squadra è in fase di ricostruzione. E' finito un ciclo e si sta ripartendo, ma è difficile in un momento di crisi come questo. I giocatori forti costano, vedi Neymar. Con quali soldi si potrebbe pagare il Psg? Ma con Koeman è stata fatta un' ottima scelta, seria. Sta facendo molto bene e la squadra cresce», ha riconosciuto.
Se c' è un nervo ancora scoperto, è quello relativo all' amico Suarez e al modo in cui è stato scaricato. «Avevo deciso di andarmene prima che decidessero di vendere Suarez. Ciò che hanno fatto con lui mi è sembrata una follia. Se n' è andato gratis e per di più in un club che lotta per i nostri stessi obiettivi. Completamente senza senso».
Perché aver voltato pagina non significa aver dimenticato.
«Penserò al prossimo anno al termine della stagione. Fino a quando ci sarà in gioco qualcosa, la mia testa sarà focalizzata solo su quello».
Ma a prescindere dalla scelta, «Barcellona è la mia vita. Ho trascorso più tempo in questa città che in Argentina e sarà qui che vivrò quando non giocherò più. Il futuro? Resterò nel calcio, ma non mi vedo ad allenare. Penso piuttosto a un ruolo dirigenziale nel club, perché vorrei lavorare per il Barça».
Un pensierino alla Mls ha ammesso di averlo fatto, spinto anche dal desiderio di vivere per un po' negli Usa, «ma non nell' immediato. Quello che voglio è continuare a lottare per grandi traguardi, essere competitivo. A motivarmi sono grandi campioni come Nadal, Federer, LeBron James o Ronaldo nel calcio». Quel Ronaldo con cui Messi intende continuare il confronto a distanza, anche con una maglia diversa da quella blaugrana.
messi bartomeuLEO MESSI E BARTOMEUmessi bartomeumessi bartomeumessi bartomeu
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