L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
Daniele Sparisci e Filippo Bonsignore per il ''Corriere della Sera''
«Era tutto enorme: il campo, gli spogliatoi, la maglietta, i giocatori». Così Paul Pogba ricorda lo sbarco da sedicenne al Manchester United (dove poi è tornato dopo l' esperienza alla Juve). Era l' onda lunga della «Cool Britannia», frontiere spalancate, grattacieli e finanza, e baby fenomeni da coltivare nel verde del campionato più splendente.
Cesc Fabregas, debuttante con l' Arsenal a 16 anni e 177 giorni. Catalano, come Gerard Piqué: prima di diventare colonna del Barcellona, il marito di Shakira si è fatto le ossa nell' Academy dei Red Devils.
cesc fabregas con la maglietta del padrino
Ricordi, irripetibili con la Brexit. Il pallone rotola in una dimensione sconosciuta. Vietati i trasferimenti dei minorenni stranieri - la Fifa però aveva già messo una stretta -, anche gli acquisti di maggiorenni si dovranno adeguare al nuovo corso: «Britain first». Quando Cristiano Ronaldo arrivò a Manchester - sempre alla corte di sir Alex Ferguson - aveva diciotto anni. Non servivano «patenti a punti», e non c' erano quote, magari il prossimo CR7 potrebbe essere scartato da un burocrate.
La possibilità di scelta si riduce: si potranno prendere al massimo tre stranieri under 21 in ogni sessione di mercato per un massimo di sei a stagione. Nelle cabine di comando della Premier League non sembrano preoccupati (il 73% degli under 21 utilizzati adesso sono britannici, fanno notare), spaventa di più il Covid.
Tornando alle grane amministrative, non sarà un problema per Ancelotti ottenere il «Governing body endorsement», il permesso di soggiorno lavorativo, e non lo sarà nemmeno per Angelo Ogbonna, pilastro del West Ham. Il sistema assegna punti - ne servono 15 -, in base alle presenze e alla qualità del club di origine, al ranking Fifa, al percorso nelle Coppe e in Nazionale. Se i passaggi di giocatori da serie A, Liga, Ligue 1 resteranno semplici, i nuovi vincoli rischiano di mandare in crisi le società più piccole, fondate su «talent scout» e «player trading».
Quelle che i prossimi Ronaldo e i Pogba li vanno a cercare nei campionati sconosciuti o nelle serie minori, e lo stesso fanno con gli allenatori. È vero che sono previste diverse eccezioni attraverso permessi temporanei, ma i dubbi non sono pochi: «Il calciomercato da e per il Regno Unito sarà limitato - spiega Carlo Rombolà, avvocato esperto di diritto dello sport e docente universitario -, sono tanti gli affari già conclusi e poi sfumati per le nuove regole». Anche le limitazioni dei giovani stranieri peseranno: «Sono fonti di guadagno importanti per società meno strutturate economicamente, ma sono fondamentali anche per i club più ricchi, i vivai sono il primo investimento per il futuro».
La Premier però ha un vantaggio talmente ampio sugli altri campionati che può permettersi un periodo di assestamento: «Le altre Leghe dovrebbero sfruttarlo per recuperare. Come dicono gli inglesi "Mind the gap"».
boris johnson e l'accordo sulla brexitBREXIT CALCIOpaul pogba
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