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CALCIO DOTTO - LA JUVE PAREGGIA A BOLOGNA, MA RESTA LA SUA FRESCHEZZA ATLETICA, IL SUPEROMISMO. ALLEGRI ORMAI È UN’EREZIONE PIÙ CHE UN UOMO, SEMPRE PIÙ STATUARIO. I SUOI SI AVVENTANO FINO ALL’ULTIMO SECONDO COME BELVE CONTRO IL MURO ELASTICO DI UNO SPLENDIDO BOLOGNA

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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

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Restano quindici vittorie consecutive. Comunque una follia a contarle. E Napoli esulta. La ferocia della Juve, la sua freschezza atletica impressionano e sono quasi inspiegabili quando le vedi applicarsi su un qualunque Bologna a pochi giorni dal non qualunque Bayern di Guardiola.

 

Superomismo. Qualcosa del genere. Allegri è ormai un’erezione più che un uomo, sempre più statuario nella sua palandrana invernale, le mani in saccoccia. Non ha più bisogno nemmeno di emetter suoni. Solo lampi. Si avventano fino all’ultimo secondo come belve contro il muro elastico di uno splendido Bologna, sbattono, ripartono, senza posa, bavosamente guerrieri, come fosse la partita della vita, sempre la stessa partita.

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Max inizia senza Dybala e Cuadrado, ma se la gioca davanti con Zaza, il bounty killer del Napoli, combinato all’amico del cuore Morata. Non rinuncia mai a Bonucci, che sembrava zoppo solo cinque giorni fa. Gioca sempre Bonucci. Pogba ha virtù calcistiche commoventi e un senso musicale del calcio che spesso manda il nemico dallo psichiatra, ma anche pause ancora troppo lunghe. Ma che fenomeno.

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Il Bologna sembra subire ma ribatte colpo su colpo. Che altre prove occorrono agli squacquaroni del calcio per capire che, oggi, Donadoni è uno dei tre migliori allenatori italiani, e mi tengo stretto. Intelligente, etico e sa come pochi di calcio. Etico vuol dire che non concede a se stesso di recitare da cialtrone.

 

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Ha restituito orgoglio a una squadra e a una città. Ha rimesso la mondo Destro. E poi almeno tre giocatori, Giaccherini, Donsah e Diawara (diciotto anni, crack puro) di categoria superiore. Gongolava in tribuna il boss canadese. Joey più che mai Saputo.