DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
C'è stato un tempo per niente lontano in cui una notizia come questa - Manchester City pronto a pagare 300 milioni di clausola per Messi, la voce originale arriva dalla Francia, CanalPlus - sarebbe stata derubricata come la classica sparata ferragostana e niente più: giusto riprenderla dandogli però il giusto peso, un' interpretazione sensata, logica, realistica.
Qualcosa di simile a un: sì, certo, può succedere ma non succederà e lo sapete tutti. Poi però c' è stato Neymar e forse aveva ragione José Mourinho, «da qui in poi nulla sarà più uguale» sentenziò in quei giorni, sostenendo come i 222 milioni pagati cash dal Psg avrebbero cambiato il senso di tutto, e per sempre.
Quello che prima sembrava fantamercato ora di fanta non ha più nulla, è mercato e basta, l'estate più dissoluta di sempre è chiaramente solo l'inizio di una nuova epoca con nuovi padroni, occorre farsene una ragione e soprattutto resettare i parametri: da qui in poi, come diceva quella vecchia pubblicità, nulla sarà impossibile.
Specie se di mezzo ci sono gli sterminati conti correnti di gente come Mansur bin Zayd Al Nahyan o Tamim bin Hamad al-Thani: il primo è padrone del City, il secondo del Psg, sono cugini e l'impressione è che in questo momento si stiano divertendo un mondo.
C'è chi intravede proprio la rivalità parentale dietro al desiderio del City di acchiappare Messi: tu hai preso Neymar, io mi compro l'altro.
Una famiglia che spolpa il Barça (che ieri al Camp Nou ha battuto 2-0 il Real Betis)? Eppure lo scenario è realistico, anche perché in un mese e mezzo i Citizen hanno speso la bellezza di 244 milioni per il mercato e i parigini 238: questi sono piani di guerra, c' è poco da girarci intorno. Certo, da qui a dire che Leo raggiungerà senz'altro il suo vecchio maestro Guardiola ce ne passa ma è un dato di fatto che a oggi la Pulce non abbia ancora firmato il nuovo contratto fino al 2021 col Barcellona. Il 5 luglio scorso l' annuncio fra squilli di trombe ma l' ufficialità non è mai arrivata.
Perché? Cosa è successo? Qualcosa è cambiato forse proprio dopo l' adiòs di Neymar? Forse Lionel ci ha ripensato perché intravede l' inizio della fine? La firma che non c' è a ogni modo qui è un punto cruciale, tinge tutta la vicenda di giallo, un giallo fosco, per niente rischiarato dalla smentita del City riportata da Mundo Deportivo , il quotidiano più vicino al barcelonismo: non vogliamo tesserare Messi, avrebbe fatto sapere informalmente il club inglese.
Proprio un anno fa di questi tempi peraltro Pep dichiarò di non essere intenzionato a portare via Leo da Barcellona «dove resterà fino a fine carriera», eppure in molti - anche a Barcellona - sono convinti si tratti di affermazioni di facciata, o meglio di convenienza. Guardiola, che non è uno sprovveduto, sa bene che un' operazione del genere non gioverebbe alla sua immagine di catalano impegnato e devoto. Specie nella prospettiva di un suo futuro impegno politico, tutt' altro che improbabile.
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