DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Presidenti, allenatori, manager, calciatori, imprenditori italiani ed esteri ed anche "magazzinieri" delle società calcistiche della serie D e della Lega pro (ex serie c) ma anche di serie B sono al centro dell'ultimo scandalo delle partite truccate dei nostri campionati che stamattina sono finiti in galera con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l'aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose (ndrangheta in particolare).
Sono quasi 50 "insospettabili", da Trento ad Agrigento, che decidevano chi perdeva e chi vinceva nelle partite seguite da migliaia di ignari tifosi che andavano allo stadio pensando di assistere ad un incontro onesto tra la squadra del loro cuore e quella degli avversari. Ma non era così. Era tutto truccato per consentire agli stessi calciatori, presidenti, allenatori e scommettitori di guadagnare milioni e milioni di euro corrompendo tutti.
PROTESTA ALLO STADIO CONTRO IL CALCIOSCOMMESSE
E' quanto emerge dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal Procuratore Antonino Lombardi e dagli uomini dello Sco (Servizio Centrale Operativo della Polizia ) coordinati da Renato Cortese, che hanno individuato ed in parte arrestato i protagonisti di questa squallida vicenda. In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 "finanziatori" (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi).
Tutto è partito da una indagine su un capo bastone della 'ndrangheta, Pietro Iannazzo che aveva interessi sulla squadra di calcio Neapolis e, seguendo lui, gli investigatori dello Sco e della squadra mobile di Catanzaro, hanno scoperto questo grande giro nazionale ed internazionale sui campionati di calcio italiano dilettanti e Lega Pro (alcune anche di serie B) con scommesse milionarie su partite truccate con l a complicità di giocatori, allenatori, presidenti e "magazzinieri" che si vendevano per migliaria di euro per decidere chi doveva vincere e chi doveva perdere.
Uno dei personaggi chiave di quest'ultimo scandalo del calcio italiano è Fabio Di Lauro che, secondo gli investigatori è "il rappresentante unico in Italia" dei "signori delle scommesse" nazionali ed internazionali, che investivano ed incassavano milioni di euro che transitavano attraverso banche turche, serbe, cinesi ed italiane
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