IMPARA L’ARTE E PORTALA ALLE CAYMAN - IL COMMERCIANTE D'ARTE GUY WILDENSTEIN È COINVOLTO IN UN CASO DI EVASIONE FISCALE DA 600 MILIONI DI EURO - È ACCUSATO ANCHE DI AVER NASCOSTO 30 OPERE SOTTRATTE A FAMIGLIE EBRAICHE DAI NAZISTI

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Da http://news.artnet.com

 

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Oggi la Corte d'Appello di Versailles deciderà l’ammontare del debito di Guy Wildenstein, l'erede della dinastia Wildenstein, accusato di evasione fiscale. La “caution” (in francese) potrebbe arrivare fino a € 75.000.000, "un record per un contribuente", ha commentato una fonte citata dalla Agence France Press.

 

Il presidente di Wildenstein & Co. di New York, è accusato di non aver pagato la tassa di successione dopo la morte del padre, Daniel Wildenstein, trasferendo il denaro in fondi a Guernsey e alle Isole Cayman.

 

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Il Tesoro francese ha notificato alla famiglia Wildenstein un adeguamento fiscale di 600 milioni euro nel 2012. Di questi, 250 milioni sono direttamente collegati a Guy Wildenstein, il quale ha contestato la notifica. Anche la sorellastra Liouba, suo nipote Alec Junior e tre consiglieri familiari sono coinvolti nel caso.

 

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Nel 2013 il giudice Guillaume Daïeff ha accusato il mercante d'arte di evasione e riciclaggio dei proventi. Ha chiesto la “caution” di 75 milioni di euro per garantire il pagamento delle imposte eluse e le sanzioni in caso di condanna. Il caso è andato alla Corte di Cassazione, che ha deciso a favore del giudice. Sta la Corte d'appello di Versailles avrà l’ultima parola sull'importo dovuto.

 

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Guy Wildenstein sta anche affrontando l’accusa, che risale al 2011, di aver nascosto in un caveau dell'Istituto Wildenstein di Parigi, 30 opere di famiglie ebree. Artnet ha riferito tra questi vi sono opere di Edgar Degas e un dipinto di Berthe Morisot. Secondo il Wall Street Journal, il caso è ancora aperto.

 

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Alla fine del 1990, lo storico Hector Feliciano nel suo libro “The lost Museum: The Nazi Conspiracy to steal the worlds greates works of art” ha sostenuto che il nonno di Guy, Georges, aveva collaborato con il nazista Karl Haberstock, un mercante d’arte, per comprare e rivendere opere d'arte rubate a famiglie ebraiche. La famiglia gli fece causa, ma la corte decretò che lo storico "non aveva agito in modo irresponsabile giungendo a tale conclusione da fonti attendibili".

 

Nel frattempo, David, il vice-presidente della società, figlio di Guy, spera di espandere il business, concentrato principalmente sul mercato delle opere antiche, anche sull’arte moderna e contemporanea, nonché sui beni immobili. David ha detto al Journal che "i problemi legali sono di suo padre, non riguardano lui nè la società."

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