antonio conte aurelio de laurentiis

“IL NAPOLI È IL VERO FAVORITO PER LO SCUDETTO” – LA PROFEZIA DI PAOLO CONDO’: NEL PROSSIMO MESE CONTE DOVRA’ DRIBBLARE GLI ULTIMI NOMI PESANTI SUL SUO CAMMINO: “FIORENTINA E MILAN IN CASA (LA RIPARTENZA DI DOMANI CON I VIOLA È FONDAMENTALE), BOLOGNA FUORI. IL RESTO È QUASI UNO SCIVOLO. LA PRIORITÀ DI DE LAURENTIIS È LA PERMANENZA DI CONTE, PERCHÉ SI AVVERTE QUALCHE BRONTOLIO SOLO IN PARTE FISIOLOGICO…” – PS: “I FRIEDKIN DOVREBBERO ERIGERE UNA STATUA EQUESTRE A RANIERI PER COME HA RIVALUTATO LA ROSA”

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Paolo Condò per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

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La frenetica bellezza di una stagione consiste nell’aggiornamento continuo di progetti e obiettivi. Il ragionamento sul lungo periodo dovrebbe essere il mantra soprattutto dei grandi club, ma gara dopo gara gli orizzonti cambiano e devi adattarti, rielaborare, scegliere, sacrificare. L’Inter arriva a metà marzo in corsa per tre obiettivi: ancora 20 partite potenziali, senza contare il Mondiale per club, e un piano di rotazioni che ha funzionato malgrado alcune vistose delusioni.

 

Un anno fa l’Inter dominava in campionato ma usciva dalla Champions agli ottavi. Ora guida la serie A senza dominare, anzi fatica a tenere la testa davanti al Napoli e ha un calendario peggiore, ma è praticamente ai quarti di finale del torneo europeo, dove l’impenetrabilità è una forma d’arte. Effetto della coperta corta, o meglio anziana: se Marotta e il suo management hanno costruito e mantenuto un grande instant team nel periodo Zhang, la politica di Oaktree dovrà garantire un ringiovanimento della rosa senza toccarne la competitività. Il declino del Manchester City è un monito.

aurelio de laurentiis antonio conte

 

Il Napoli è il vero favorito per lo scudetto, specie se nel prossimo mese saprà dribblare gli ultimi nomi pesanti sul suo cammino: Fiorentina e Milan in casa (la ripartenza di domani con i viola è fondamentale), Bologna fuori. Il resto è quasi uno scivolo. La priorità di De Laurentiis è la permanenza di Conte, perché si avverte qualche brontolio solo in parte fisiologico. Se si può pensare che la cessione di Kvara a gennaio abbia compensato i denari spesi ad agosto senza poter contare sul corrispettivo di Osimhen, è necessario che il nigeriano stavolta venga venduto per tempo, in modo da arricchire la rosa col sostituto di Kvara: un po’ tortuoso, ma imprescindibile.

 

AURELIO DE LAURENTIIS ANTONIO CONTE

Delle candidate al titolo l’Atalanta è la più concentrata sul solo presente, che resta «ora o mai più» malgrado le ultime delusioni casalinghe. Gasperini ha detto troppo del suo incerto futuro, il che fa sospettare una strategia mirata all’oggi: se depuriamo il suo torneo dalle prime tre giornate — tutte in trasferta per finire i lavori al Gewiss — l’Atalanta è in testa con 52 punti contro i 51 di Inter e Napoli.

 

Mai stata così forte. La Juve conta di restarle dietro per un altro giorno soltanto, ma agganciarla domani non sarà facile: un anno fa la stessa gara finì 2-2, e per l’Atalanta segnò due volte Koopmeiners, pensa te. È verosimile che Thiago Motta finisca davanti al dato di Allegri un anno fa (71 punti, la Juve oggi ne ha 52 con 33 ancora a disposizione), e sarebbe doveroso considerati i denari spesi sul mercato. Ma dentro a un progetto che comunque contiene anche le cocenti esclusioni nelle coppe, nel 2025 i passi avanti si vedono, e una volta per tutte il tema della continuità di Motta non andrebbe più posto.

 

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Calando un velo pietoso sulle ultime polemiche, legate a una situazione interna visibilmente disgregata, al Milan resta l’obiettivo di una dignitosa Coppa Italia: vincerla, o almeno non uscire con le ossa rotte dai derby di semifinale. Sfumato ormai il posto Champions, l’attenzione passa sulle mosse della società, chiamata a decidere il direttore sportivo e, con lui, l’allenatore del futuro, che dovrà essere una scelta forte: Roberto De Zerbi sta facendo bene a Marsiglia, nel suo dna tecnico il Milan è ben presente, e fra lo Shakhtar in tempi di guerra e l’Olympique che è sempre un bell’ambientino, ha dimostrato di sapersela cavare ovunque.

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Sarebbe ora di dargli una grande chance. Viceversa è difficile immaginare un nuovo allenatore per la Roma, perché Ranieri sta guidando la classifica del ritorno (Roma 20, Juve 19, Inter 17) e i Friedkin dovrebbero erigergli una statua equestre per come ha rivalutato la rosa. San Mames sarà da brividi. Ma se riuscisse a sopravvivere, la Roma avrebbe la strada spianata verso la finale, dove potrebbe trovare la Lazio

 

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