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IL CONTE E' SERVITO – DAL VAFFA DI DAVID LUIZ A CONTE AD HAZARD: ALTI SCAZZI IN CASA CHELSEA, I CALCIATORI CE L’HANNO CON IL TECNICO ITALIANO? – I MUGUGNI DI RÜDIGER PER LO SCARSO UTILIZZO – FURIA ALLEGRI CONTRO ALEX SANDRO – VIDEO
Stefano Boldrini per gazzetta.it
Qualcosa non quadra nel mondo Chelsea ed è un qualcosa che va oltre i risultati negativi, come le due sconfitte di fila in campionato o come il pareggio pirotecnico, ma anche pieno di errori, ottenuto in Champions League con la Roma. Ci sono, a leggerli con estrema attenzione, alcuni segnali che, esaminandoli con la lente d’ingrandimento, mostrerebbero uno scollamento interno.
IL MEA CULPA — L’autocritica di Conte, dopo il 2-2 con la squadra di Di Francesco, è un fatto sicuramente importante. L’allenatore si è assunto la responsabilità di aver cambiato modulo "mandando in confusione i giocatori e togliendo loro alcune certezze". Il gesto è encomiabile, ma a questi livelli uno schema diverso non può giustificare le difficoltà dei Blues con la Roma, sovrastati nel possesso palla e nel carattere.
La Roma è passata dallo 0-2 al 3-2 e solo la capocciata di Hazard, lasciato libero dai difensori giallorossi, ha riportato in quota il Chelsea. Conte ha sbagliato a preferire Christensen a Rüdiger. Un errore importante, che crea domande legittime al calciatore tedesco, pagato una cifra importante dal club londinese: perché portarmi qui per non farmi giocare quasi mai?
I CAMBI — Ma i segnali che qualcosa non fili liscio all’interno del mondo Chelsea si è intravisto al momento delle sostituzioni. David Luiz ha cercato ripetutamente a gesti di restare in campo, ma Conte, in questo caso giustamente, non ha voluto correre rischi inutili. Il brasiliano aveva accusato problemi ad un polpaccio e insistere con lui poteva provocare danni seri. Luiz è però uscito dal campo con l’aria scocciata. Non ha salutato Conte e nessuno dei compagni della panchina, gesto abituale dopo le sostituzioni. Carlo Cudicini ha provato a sollecitare il gesto della mano e Luiz, imprecando, è rientrato negli spogliatoi. Domanda: era nervoso per l’infortunio o per il cambio?
DIETRO LE QUINTE — Anche Hazard, due gol tra molte pause, è stato di pietra al momento del cambio. Non ha imprecato, non ha compiuto gestacci, ma l’aria era quella di uno che non gradisce la sostituzione. Mancavano dieci minuti alla fine del match: essere seccati per essere richiamato in panchina all’80’ non è giustificabile.
Quando i giocatori cominciano a manifestare insofferenza alla disciplina o alle regole elementari, le spiegazioni sono generalmente due: o regna l’insoddisfazione, oppure hanno capito che l’allenatore non ha vita lunga all’interno del club. Non abbiamo elementi sufficienti per certificare le nostre supposizioni, ma il mondo Chelsea, e qui parla la storia, è tra i più volubili e imprevedibili del pianeta Premier. A volte accade l’inimmaginabile. In altri casi, all’improvviso dopo la bufera all’improvviso torna il sereno.
POLEMICA CON MOU — Restano i fatti: due sconfitte e un pareggio nelle ultime tre gare, con Conte che puntualmente elenca il numero degli infortunati e ripete il mantra dell’emergenza. Ora, sullo sfondo, si intravede una possibile polemica con Mourinho dopo le parole dell’allenatore italiano in coda alla conferenza stampa di mercoledì sera ("se si riferisce al sottoscritto quando parla di allenatori che piangono per i loro problemi, lo invito a pensare ai fatti propri"). Palla ora al portoghese. Mou può replicare o sorvolare. Se sceglierà la prima opzione, i tabloid inglesi avranno materiale per divertirsi
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