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1 - DALLA COMMEDIA SIVORI AL TRADIMENTO DI HIGUAIN. IL RITORNO È UN FILM
Tony Damascelli per il Giornale
Potrebbe accadere di tutto. Ma non quello che accadde nell'estate del '65. Era luglio quando Enrique Omar Sivori arrivò alla stazione ferroviaria di Mergellina accolto da una folla che mai si era vista prima.
La Juventus lo aveva ceduto al Napoli per 140 milioni di lire non di euro. Sivori scrisse una lunga lettera di addio ai tifosi bianconeri e questa venne pubblicata su La Stampa nonostante le righe del cabezon fossero velenosissime nei confronti di Heriberto Herrera, il ginnasiarca paraguagio, l'uomo del calcio movimiento che lo aveva umiliato fino a costringerlo, dopo otto anni di successi, a lasciare la Juventus e Torino. A Napoli trovò Josè Altafini, liquidato dal Milan. Sarebbe toccato allo stesso Altafini partire poi verso Torino e là chiudere la carriera italiana.
Il Napoli fece a lungo la corte a Sivori. Per tre anni un foglio partenopeo, Sport Sud, diretto da Gianni E. Reif, titolò puntualmente ogni sessione di mercato Sivori al Napoli. Ma Omar, nonostante le liti continue con Accaacca 2 (così ribattezzato da Brera a dispetto di Accaacca 1 che era Helenio, il mago Herrera dell'Inter), non si muoveva ancora dalla Juventus. Il terzo anno finalmente l'affare si concluse e l'austroveronese Reif, trionfalmente, titolò Sivori al Napoli. Stavolta è vero. Bei tempi per il football e per il giornalismo.
Gonzalo Higuain non troverà popolo inneggiante e acclamante, piuttosto pernacchie, fischi e minacce. Ha tradito il ciuccio, ha pugnalato chi gli aveva promesso amore eterno, è andato dalla nemica truffatrice, ingorda, egoista. E sarà punito come tutti gli infingardi. Sivori a Napoli trovò il sole, il mare e il calore che Herrera Heriberto gli aveva rubato ma dopo due anni di love story concluse in modo feroce la sua storia italiana, proprio contro la Juventus, molestato da Favalli che lo stuzzicava su ogni pallone fino al punto in cui l'argentino dalla faccia sporca (los angeles da la cara sucia, Angelillo, Maschio e Sivori) si ribellò con una testata e calci vari.
Sei giornate di squalifica e fine di tutto. Gonzalo Higuain troverà cannoli al cianuro e qualche tacchetto strabollente ma la vera battaglia sarà sui gradoni del vecchio San Paolo, lo stesso teatro di Sivori e Altafini, lo stesso stadio decadente in una città meravigliosamente cattiva domenica sera.
Un appuntamento atteso dalla scorsa estate, dal giorno in cui avvenne la fuitina, anzi il tradimento, dal momento stesso in cui Napoli si sentì spogliata, cornificata davanti a tutti e dunque immediatamente desiderosa di vendetta. La quale vendetta ha una sola soluzione: vittoria e umiliazione a fischi e contumelie di Giudain, come ormai chiamano il loro ex amante.
Soltanto un uomo andrà ad abbracciare l'Iscariota, costui è Maurizio Sarri che in Higuain ha sempre creduto, che ha cambiato, migliorandole, abitudini e tendenze del Pipita, con il quale, a differenza di HH con Sivori, aveva creato un rapporto quasi di padre a figlio. E i figli so' piezz' e core, anche se monelli, anche se scappano da casa. Sarà l'unico momento dolce, umano, normale, prima e dopo, anche durante, sarà battaglia vera, forte, acida.
Higuain ama Napoli e i tifosi napoletani ma il suo Heriberto Herrera è stato Aurelio De Laurentiis. C'è sempre un presidente di mezzo alle grandi storie di football. Ai tempi di Sivori, l'uomo che traghettò l'argentino a Napoli, non fu il numero uno ufficiale del club, Fiore ma l'antico presidente Lauro e qui riportò la testimonianza di chi fu presente alla trattativa. Trattasi di vera commedia napoletana.
Squilla il telefono, Lauro: «Ah è Roberto Fiore, passatemelo. Fiore che c'è? Cosa mi state dicendo? La Juventus non ci vuole venire incontro. Non ci vogliono dare Sivori. Ho capito, tenetemi aggiornato». Lauro riprende la cornetta: «Signorina mi chiami l'Avvocato Agnelli». Veloce attesa: «Avvocò, buongiorno. Come state? La signora? Vengo al sodo: ho saputo da Fiore che i vostri collaboratori hanno deciso di non cedere Sivori al Napoli. È vero? Ah! Voi confermate! Ah, non potete farci nulla... sono autonomi nelle loro decisioni... voi dite... ho capito tutto! Va bene, va bene! I miei ossequi, Avvocà. Ah dimenticavo... Sulle mie due nuove petroliere, ricordate, avevamo discusso e quasi chiuso per due turbine Fiat. Dimenticavo, i miei tecnici mi dicono che i motori Rolls Royce, senza offesa, sono più affidabili. Sapete come sono sti ngegneri, mi dispiace contraddirli. Ancora ossequi alla signora».
Passano minuti cinque e il telefono squilla, Lauro: «Ah, di nuovo Fiore, passatemelo... che c'è, Fiore? Come? La Juve ha cambiato idea e ci danno Sivori? Bene! Complimenti Fiore! Siete riuscito a convincerli». Manca l'applauso, Napoli milionaria.
2 - HIGUAIN, SOLO CONTRO NAPOLI
Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
Uno striscione è già apparso, il «nemico numero uno» Gonzalo Higuain torna a Napoli per la prima volta da ex e la tradizione non è di buon auspicio. Una scritta poco ironica («A Udine che attore. Ora sei marcio, sporco e traditore») su un ponte che si affaccia sul popolare quartiere della Sanità rimossa però dopo un' ora. Primo segnale di forte spaccatura del popolo del tifo.
La città si prepara a fischiarlo, sul web c'è già chi ha postato qualche minaccia.
Centomila i tifosi che saranno al San Paolo nelle due serate di Napoli-Juventus (domenica sfida di campionato e mercoledì di Coppa Italia) e l' accoglienza che gli sarà riservata sarà ostile, ma lui se lo aspetta sin dall' estate scorsa. Il Pipita ha «tradito», questo è l' unico dato oggettivo da cui la città «abbandonata» non prescinde.
La ferita resta aperta perché ha scelto la maglia più «odiata», quella che da queste parti è definita «non colorata». Non è il primo, probabilmente non sarà l'ultimo. La vita da ex al San Paolo non è stata facile per nessuno, Juventus a parte. Paolo Cannavaro, capitano e tifoso, andò via ma a malincuore. Il Sassuolo fu un porto sicuro dopo che era stato messo ai margini in casa propria e i tifosi lo «perdonarono». La sua prima volta al San Paolo era stato un misto di emozione e stress.
Napoletano fino al midollo, Cannavaro, ha conosciuto e giocato con Higuain e sposa la linea dell' indifferenza. «Non lo fischierei mai - ammette - piuttosto lo tratterei come un avversario qualunque. Perché poi tutto sommato a noi di lui importa poco, bisogna solo essere concentrati e battere la Juventus».
Il tifoso d' eccezione non discute il passaggio del Pipita alla Juventus - «ci può stare, e non mi piace giudicare le scelte altrui» - ma un appunto lo muove all'ex compagno: «Doveva metterci la faccia, dire alla città che andava via e si trasferiva a Torino. Invece è sembrato un ladro. Questo non lo si può accettare».
Edinson Cavani, centoquattro gol con la maglia azzurra prima del trasferimento a Parigi: Edinson Cavani era stato il centravanti che gli aveva lasciato il testimone, per lui il Psg aveva pagato una clausola rescissoria di sessanta milioni di euro. Tornò per la prima volta da ex dopo un anno e si ritrovò lo stadio contro: fischi assordanti.
Ha smaltito il dolore, resta il ricordo amaro: «Fu terribile, ero io a sentirmi tradito. Ho amato e amo Napoli, i miei figli vivono ancora lì. Non riuscivo a spiegarmi il perché di quell'ostilità così forte. Certo, non aspettavo fiori e applausi ma ricordo che salendo le scale per andare in campo ero emozionato.
Fu una doccia gelata. In cuor mio però ho sempre saputo che erano fischi d'amore, sentivo che erano in tanti a volermi ancora bene. Credo che anche a Higuain dispiacerà ascoltare i fischi, ma la situazione è diversa. È passato alla Juventus, per Napoli è uno smacco. Lui lo sa e a differenza mia sarà preparato». Da azzurro era diventato bianconero anche Fabio Quagliarella, con l'«aggravante» di essere napoletano di nascita.
Gli fu risparmiata la reazione di pancia, si infortunò al ginocchio praticamente subito dopo il trasferimento e trascorse un anno prima di ritrovarsi bersaglio unico di sessantamila fischi. «La prima da ex fu terribile - disse qualche settimana fa -. Avevo la mia gente contro, dal punto di vista emotivo fu traumatico. Con la maglia del Torino ho battuto un rigore sotto una curva arrabbiatissima. Higuain? Non credo che il San Paolo ostile gli faccia chissà quale effetto. Non è nato lì». Certi legami non si spezzano e il Pipita si è già informato sull' accoglienza. E aspetta sì i fischi, ma spera che la gratitudine sia un valore.
3 - NAPOLI, HIGUAIN PREPARATI: AL SAN PAOLO UNA PERNACCHIA TI SOMMERGERÀ
HIGUAIN E IL PERNACCHIO ALLO STADIO
Da www.gazzetta.it del 26 gennaio 2017
Quella riservata a Higuain al San Paolo sarà un'accoglienza caldissima. Di più. Non solo tanti fischi ma una rumorosissima pernacchia da parte di tutto lo stadio: è questa la proposta di "O' Pernacchio ad Higuain direttamente dallo Stadio di Napoli" la pagina aperta su Facebook da un gruppo di tifosi partenopei che invitano ad accogliere così il Pipita, il 2 aprile prossimo, per il big match con la Juventus.
FLASH MOB — "Il 2 Aprile partecipa anche tu allo Stadio San Paolo di Napoli ad un Neapolitan Flash Mob con un grande Pernacchio alla Napoletana dedicato a Gonzalo Higuain, come spiega Eduardo De Filippo ne L'Oro di Napoli" si legge su Facebook. "Lasciate a casa ogni intento violento il popolo napoletano da popolo civile qual è risolve con la non violenza e in modo pacifico gli eventuali torti morali... Un grande singolo pernacchio sincronizzato da tutto lo stadio e poi ci si lascia tutto alle spalle, addio al rancore, anche perché la vita continua", conclude l'ideatore della pagina.
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