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DALLA RUSSIA CON TORPORE! DOPO AVER BATTUTO DJOKO E NADAL L’ANNOIATO MEDVEDEV SUPERA ANCHE THIEM E CONQUISTA LE ATP FINALS DI LONDRA (DALL’ANNO PROSSIMO E FINO ALMENO AL 2025 SI SVOLGERANNO A TORINO) – IL CALENDARIO 2021 NEL CAOS CAUSA COVID: L’AUSTRALIA NON APRE LE FRONTIERE PRIMA DI GENNAIO. L’AUSTRALIAN OPEN RISCHIA DI SLITTARE COME SANREMO AD APRILE… - VIDEO
Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
Dasvidania , Londra. Il maestro è russo, imprevedibile, ancora rovente dopo il successo di Parigi indoor. E ingiocabile. Daniil Sergeyevich Medvedev da Mosca, 24 anni, figlio di Sergey e Olga, economista mancato trapiantato ad Antibes, in Costa Azzurra, perché in riviera coltivasse il suo talento per il tennis, scioglie in tre set (4-6, 7-6, 6-4) l' acciaio temperato di Dominik Thiem e chiude l' era delle Atp Finals a Londra.
Undici anni dopo (2009-2020), a cinquant' anni di distanza dal primo trionfo nel Master di fine anno dell' antenato Stan Smith (che si complimenta con il vincitore da Hilton Head, Carolina del Sud), Medvedev si mette in tasca il torneo riservato ai migliori otto del ranking battendo il numero uno Djokovic nel girone, il numero due Nadal in semifinale e il numero tre Thiem nell' ultimo atto. E poi festeggia a modo suo: con l' espressione annoiata di Oblomov le rare volte in cui è costretto a risvegliarsi dal suo torpore esistenziale.
Il russo Davydenko aveva aperto l' era londinese e il russo Medvedev la chiude premiato da Andrea Gaudenzi, presidente italiano dell' Atp e di un tennis che ha trovato in Dominik (re dell' Us Open) e in Daniil (fresco numero 4 del ranking), più Jannik Sinner the italian sensation (che chiude la stagione n.37 del mondo a 19 anni), gli uomini in grado di aprire qualche crepa nell' epopea degli Immortali. Il sorpasso definitivo l' anno prossimo, forse: dei tre Slam giocati nel 2020 facendo lo slalom con il virus (solo Wimbledon, coperto da un' assicurazione in caso di pandemia, ha alzato bandiera bianca), il Djoker (Australian Open) e il niño (Roland Garros per la 13esima volta) se ne sono annessi due.
Sotto i coriandoli di Londra, aspettando il primo Master italiano a Torino nel novembre 2021, si chiude una stagione frenetica e compressa, amputata di quattro mesi dal virus che ha costretto uno sport globale, ad alto tasso di voli intercontinentali, a terra.
Ancora non si sa quando e dove comincerà il 2021: lo stato di Vittoria, appena uscito da un lungo lockdown, non aprirà le frontiere dell' Australia prima del primo gennaio e costringerà tutti, tennisti e staff, a una quarantena di due settimane. Con l' Australian Open programmato a Melbourne dal 18 gennaio, è improbabile che il circo del tennis accetti di andare in campo con appena quattro giorni di allenamento nelle gambe, rischiando infortuni e brutte figure.
Le parole del premier Daniel Andrews, inoltre («Sono ottimista: l' Open d' Australia verrà giocato nella prima parte della prossima stagione»), lasciano supporre lo scenario di uno spostamento del primo Slam a marzo o aprile, quando le misure anti Covid, grazie al vaccino, forse saranno allentate.
In questa incertezza, ognuno a casa sua. Rafa Nadal a pescare tonni a Maiorca, Novak Djokovic tra Montecarlo e Belgrado, Matteo Berrettini (se qualcuno se lo fosse scordato, il romano è sempre numero 10 del mondo) a meditar vendetta dopo un anno storto, Jannik Sinner ad irrobustire il titolo di Sofia, il primo della carriera, con una solidità in grado di competere con tutti i top-10.
E Roger Federer in Svizzera a riprendere confidenza con la palla in vista di un' annata che, a 39 anni abbondantemente compiuti, somiglierà più alla tournée d' addio di una rock star che alle splendide campagne vincenti di un tempo: l' attempato maestro, operato due volte al ginocchio, non gioca un match ufficiale dalla semifinale a Melbourne persa con il Djoker. Correva il 30 gennaio, ancora non sapevamo cosa ci avrebbe riservato questo anno bisesto e funesto. Un' era geologica, e una pandemia, fa.
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