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claudio ranieri al tempo del catanzaro
1. LA RIVINCITA DI RANIERI
Fabrizio Biasin per “Libero Quotidiano”
Goliardici ‘’vaffanculi»’ che Claudio Ranieri, tecnico celebrato, avrebbe sacrosanto diritto di dedicare ma che essendo signore non dedicherà.
1) A tutti quelli che pensano che a 64 anni esista solo «Uomini & Donne Senior».
Lui, a 64 anni, ha fatto incassare potenzialmente al suo datore di lavoro 285 milioni di euro tra plusvalenze, diritti tv e magliette vendute (tra l' altro esaurite).
2) A Renzi Matteo, quello che «Grandissimo mister Ranieri» cinguettato su twitter.
Quando lo cacciarono dalla Grecia neanche un «Tranquillo Cla', quelli sono falliti». Evidentemente aveva il cellulare scarico.
3) Alla stessa Grecia che il giorno dell' esonero titolò «Ma che cazzo!». Assaggiate quest' oliva. È greca (cit.).
4) A Mou, che essendo saggio ieri si è complimentato. Ma a suo tempo proprio no. Disse: «Un 70enne che ha vinto solo una piccola Coppa è troppo vecchio per cambiare mentalità». E infatti ha vinto con la stessa.
5) A Eder che a gennaio disse no al Leicester perché «Voglio vincere lo scudetto con l' Inter». Tu chiamale, se vuoi, sliding doors.
6) Al poco lungimirante Cobolli Gigli che ebbe la lucidità di assumerlo e la fretta di esonerarlo quando la Juve era al 3° posto. Arrivò Ciro Ferrara.
7) A Vittorio Cecchi Gori che non lo confermò dopo una promozione dalla B, una Coppa Italia e una Supercoppa.
8) Al buon Stramaccioni, il giovane rampante che lo sostituì sulla panchina dell' Inter.
E ora è al Panatinaikos. In Grecia.
9) A Roman Abramovic perché è vero che lunedì il suo Chelsea gli ha regalato il trionfo «in poltrona», ma nel 2004 «dal» Chelsea venne congedato perché «non vincerà mai la Premier». Mai.
10) A tutti quanti noi che da settimane gli stiamo lisciando il pelo ma come Cobolli, Cecchi Gori, Abramovic, Eder, Mourinho e altri uomini di poca fede, col piffero ci avremmo scommesso due lire.
2. L'ALTRA VITTORIA DI RANIERI: BATTERE I LUOGHI COMUNI
Giuseppe De Bellis per “Il Giornale”
Quindi non è vero ciò che tutti pensano sia vero a prescindere. Claudio Ranieri e il Leicester sono oltre: oltre la favola che molti raccontano, oltre alla retorica con cui tanti condiscono questa storia. Oltre i luoghi comuni del pallone. Certezze incrollabili che certezze evidentemente non sono. Perché dopo aver sparso di commozione e aggettivi la vittoria della Premier League, arriva il tempo delle riflessioni.
E qui le riflessioni partono dalla confutazione fattuale di teorie che il calcio e la sua pubblicistica più diffusa avevano spacciato come verità assolute. Semplicemente, adesso, sappiamo che non sono vere. O quantomeno non lo sono completamente. Perché a volte vale la pena ribaltare la prospettiva. E se tutti parlano della favola che diventa realtà, qui potrebbe valere l'opposto, ovvero che è la realtà che diventa fiaba, come ha raccontato ieri Sky. Invertire i punti di vista spiega molte cose e appunto smonta verità considerate assolute.
ranieri sulla panchina della roma
1) Non è vero che vince chi fattura di più: per anni i fanatici delle teorie cospirazioniste pallonare hanno sostenuto che l'equazione più soldi uguale più trofei funzionava sempre. Il Leicester in Inghilterra è la 12ª squadra su 20 per ricavi, lontanissima dal Manchester United che incassa in un anno oltre 600 milioni di euro, contro i 130 della squadra di Ranieri. Semmai bisognerebbe pensare all'opposto: vincere fa fatturare di più e ciò vale per l'Inghilterra (il Leicester aumenterà moltissimo i suoi ricavi la prossima stagione per un meccanismo che premia il suo successo) e per l'Italia, dove la Juventus ha superato le rivali nei guadagni soltanto quando ha cominciato a vincere.
2) Non è vero che esistono allenatori che non possono vincere. Dicevano che Claudio Ranieri fosse il ritratto del tecnico incapace di vincere. Secondo con la Juventus (nel 2009), secondo con la Roma (nel 2010), secondo con il Monaco in Francia (nel 2014). L'avevano bollato, l'avevano trasformato in un altro luogo comune, ovvero quello del perdente di successo. La vittoria della Premier è la dimostrazione che le etichette si bruciano in fretta e soprattutto si possono bruciare anche nella maniera più insospettabile.
3) Non è vero che le piccole squadre vincono soltanto se c'è il sorteggio arbitrale. Si racconta, in Italia soprattutto, che le piccole squadre siano riuscite a vincere campionati solo quando le designazioni arbitrali venivano fatte col sorteggio. Per giustificare la teoria si fa riferimento alla stagione della Serie A del 1990-91, ultima col sorteggio totale, in cui vinse la Sampdoria. In Inghilterra gli arbitri vengono designati esattamente come in Italia e ciò non ha impedito al Leicester di vincere.
4) Non è vero che il caso governa il calcio. Semplicemente il Leicester è la squadra che ha i migliori rendimenti statistici del campionato: più vittorie, meno sconfitte, seconda difesa e terzo attacco, coppia di attaccanti più prolifica (Vardy e Mahrez, 39 gol in due). I numeri contano. I numeri parlano, sempre. Più delle opinioni trasformate in certezze collettive.
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