
JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA…
IL MONDO DELLO SPORT SCOSSO DALLA NOTIZIA DEL RITIRO DELLA TENNISTA NAOMI OSAKA. “SONO DEPRESSA” – AVEVA DECISO DI DISERTARE LE CONFERENZE STAMPA AL ROLAND GARROS PERCHÉ SI SENTIVA SOTTO GIUDIZIO – ADRIANO PANATTA: “PARLAVO CON TUTTI, PER CERTI PERSONAGGI HO SEMPRE FATTO MIA LA FRASE: "SE VA A FOCO MANCO GLI PISCIO ADDOSSO PER SPEGNERE LE FIAMME” – LE PAROLE DI NADAL – MA LA DEPRESSIONE NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO. ANCHE THIEM…
Marco Calabresi per il "Corriere della Sera"
Allora non era polemica con i giornalisti. Dietro il silenzio stampa di Naomi Osaka c' era altro e, in effetti, suonava strano che la seconda giocatrice della classifica mondiale, rocciosa e in prima linea nella lotta al razzismo e a ogni forma di discriminazione avesse deciso di disertare le conferenze stampa al Roland Garros perché «spesso stiamo lì seduti a ricevere domande che ci sono già state fatte parecchie volte o che alimentano dubbi nella nostra mente, e io non voglio essere soggetto di interazioni con persone che dubitano di me».
Ai suoi 2,2 milioni di follower su Instagram, ieri poco prima delle 20 si è mostrata un' altra Naomi: fragile, depressa, che domenica aveva ricevuto una multa di 15mila dollari dall' organizzazione (lo 0,08% rispetto ai 19.773.132 guadagnati in carriera di soli premi) ma che ha scelto addirittura di ritirarsi dal torneo dopo un solo turno giocato.
«Si è creata una situazione che mai avrei immaginato - ha scritto -. E ora penso che la cosa migliore per me, per gli altri giocatori e per il torneo sia quella di ritirarmi.
Non avrei mai voluto essere una distrazione». Poi la verità: «Da dopo lo US Open del 2018 soffro di lunghi periodi di depressione. Tutti mi conoscono come una persona introversa, e tutti durante i tornei mi vedono spesso indossare delle cuffie per isolarmi. La stampa è sempre stata gentile con me e mi scuso soprattutto con quelli che si sono sentiti colpiti dalle mie parole: non sono una che parla con naturalezza in pubblico e ho molta ansia quando si tratta di parlare al mondo dei media.
Mi sento nervosa ed è stressante cercare di dare sempre la risposta migliore. Qui a Parigi mi sento vulnerabile e ansiosa, ho scritto privatamente al torneo scusandomi. Ora mi prendo un periodo di pausa, lontana dai campi, con la promessa di lavorare assieme al Tour per trovare la migliore via possibile per i giocatori, i tifosi e i giornalisti».
Se ad agosto Osaka era stata la prima - con la sua rinuncia alla semifinale del torneo di Cincinnati giocato a New York, cui seguì lo stop di 24 ore del torneo - a guidare la rivolta di gruppo, a seguito del ferimento di Jacob Blake da parte di un poliziotto bianco del Wisconsin, stavolta prima della scelta di ritirarsi dal Roland Garros la sensazione è che Naomi già fosse più sola.
Il comunicato dei quattro Slam era stato durissimo, e anche le reazioni dei giocatori erano state per la stragrande maggioranza contrarie.
«La stampa fa parte del lavoro - aveva spiegato la numero 1 Ashleigh Barty, unica donna più in alto di Osaka in classifica -. Rispondere alle domande non è mai stato un problema, non sono mai stata sveglia la notte ripensando a quello che dico o a quello che mi chiedete».
Aveva detto la sua anche Rafa Nadal: «Rispetto Naomi come persona e rispetto la sua decisione. Ma, almeno per me, senza la stampa e senza le persone che raccontano le notizie e i traguardi che stiamo avendo in giro per il mondo, probabilmente non saremmo gli atleti che siamo oggi».
Nessuno sapeva che, in realtà, il problema era un altro.
E la depressione non guarda in faccia nessuno, neanche i campioni milionari dello sport e del tennis: ci sono passati in tanti, ultimo della lista Dominic Thiem, quarta testa di serie a Parigi ma già eliminato.
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