LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Stasera non avremo occhi altro che per Germania-Italia. Quell’esagitato di Totò Conte, a differenza del suo omonimo in “Gomorra”, non ci sta a farsi ammazzare da copione e da coglione prima della fine, e per questo non farà altro fino a pochi minuti prima del fischio d’inizio che attivare il titanismo dei suoi bravi.
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Ci proveranno a sgozzarlo il leccese, ma sarà dura. Mi gioco le mutande di riserva che alla fine, gamba o non gamba, De Rossi sarà in campo. Dal suo sconcissimo canto il bel Joachim Loew replicherà i suoi ormai ben noti riti scaramantici. Che, come diceva quel mattacchione di Guy de Maupassant, agli uomini piacciono molto due cose: annusare i propri peti e leggere i propri scritti. Non sappiamo se Joachim legge i suoi scritti.
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Saranno anche brutti, sporchi e cattivi, i nostri, avranno già il pisellone che vibra dietro le quinte come una mazza da baseball, ma giocarsela contro i maestri del possesso palla con Parolo da regista sa quasi di barzelletta (ma davvero non c’era uno strapuntino in panchina per uno come Montolivo o Pirlo?). Che poi, a cominciare da Kroos, vero master della nazionale tedesca, lungo l’asse che parte da Neuer, tocca Hummels e passa, novantacinque palloni su cento, sui piedi del biondo uber alles, qui siamo distanti dalle stucchevoli piroette da show di calcio sincronizzato degli spagnoli.
La Germania tiene palla, ma sa come far male, tra verticalità alla Ozil e inserimenti alla Muller, senza contare due esterni con i fiocchi e una difesa fin qui virginea. Aggiungi il talento esploso di Draxler e la ritrovata vena di Cecchino Gomez e avrai il quadro dell’impresa che serve ai samurai azzurri per sentirsi infantilmente e anche un po’ rozzamente dentro il loro film preferito.
Finale assolutamente anticipata questa di stasera. Nessun dubbio. Dall’altra parte del tabellone uscirà una bugia magari grandiosa ma con le gambe corte e la Francia domani sera dovrà sudare dodici camicie per sfangarla con i vichinghi. Tante prezzolate parole ma, alla fine, rude sintesi, l’Italia di Conte non sarebbe qui, tantomeno a godersi questo grottesco rigurgito di cagnara patriottica, senza i quattro juventini dietro. Tutto, come sempre, dipenderà da loro, dallo stato del loro pisellone, prima ancora che delle loro gambe e delle loro mani. I tedesconi faranno bene a trovare il prima possibile l’apriti sesamo. Più passeranno i minuti, più diventerà mischia maleodorante e più sarà italian job.
Nel mucchio azzurro occhio anche ai colpi da matto del nanetto di turno, che sia il Giaccherini o il Florenzi, all’ombra del piramidale Pellè. Io dico, più da Rabdoman, che da Dotto, che questa sarà la partita di Zaza, il quale uscirà furente e fumante dalla panchina per castigare quel dio insolente di Neuer.
PELLE E CHIELLINI IN ITALIA SPAGNA
Capisco anche che, a presentare una partita così, ci sta di piazzare dentro la cornice l’affabile compitino dove metterci dentro la solita cianfrusaglia, lo spirito delle due nazioni e la Merkel e Renzi, più tutti i più ovvi fantasmi calcistici dal ’70 in poi, fino a Balotelli, ma resisto alla tentazione e preferisco pensare a questa Italia-Germania come a un unico, una magnifica incandescenza di 90, forse 120 minuti, fuori dal tempo e dalla storia. Balotelli morì calcisticamente quel giorno di quattro anni fa, firmando una doppietta in grazia di Dio esagerata. Noi, voi, loro, si spera di sopravvivere. Con dignità. Che vuol dire bellezza.
zazaZAZAMesut Ozil ITALIA GERMANIA 2012 - IL GOL DI BALOTELLIZAZA
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