DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA…
P.Tom. per il “Corriere della Sera”
La Champions della Juventus è finita anche grazie alla gentile collaborazione di tre amici, uno più ingrato dell' altro. Già, perché la capocciata vincente di Fernando Llorente nella tiepida notte di Siviglia a metà dicembre ha costretto la squadra di Allegri al secondo posto nel girone e di fatto l' ha spedita - tramite sorteggio - a casa del Bayern Monaco.
Il centravanti che era arrivato a parametro zero da Bilbao era tornato in Spagna a fine agosto perché aveva capito che alla Juve avrebbe trovato poco spazio con l' arrivo di Mandzukic e Zaza.
E perché il suo ingaggio di oltre 4 milioni era troppo oneroso. Così al momento dei saluti erano tutti contenti. Un po' meno dopo l' 1-0 del Sanchez Pizjuan, dove Fernando peregrinava davanti a tv e microfoni quasi scusandosi per aver relegato la Juventus dietro al Manchester City.
All' Allianz Arena, il comitato di accoglienza preparato dal noto festaiolo Arturo Vidal e da Kingsley Coman ha fatto il resto: il gol del 2-2 segnato da Muller nasce dall' ennesima palla recuperata dal cileno, che apre per il francesino, autore di un cross perfetto e poi anche del quarto gol dei tedeschi.
«Ma da parte mia non c' era nessuno spirito di rivincita - dice Coman, anzi -. La Juventus mi ha dato l' occasione di diventare un professionista. Ha creduto in me e mi ha insegnato molto. Quando ho chiesto di partire per giocare di più, mi ha lasciato andare. E non tutti i club lo avrebbero fatto».
Con Guardiola, Coman, è diventato una sorta di dodicesimo uomo, la carta a sorpresa da mettere sul tavolo per cambiare ritmo sulla fascia destra. E il suo ingresso ha spaccato la partita: «Ma la Juventus si è confermata una grande squadra, fortissima nella testa.
Non ha nulla da invidiarci».
È d' accordo anche Arturo Vidal («La mia ex squadra non mi ha sorpreso») che era arrivato alla Juventus dal Bayer Leverkusen per una dozzina di milioni nel 2011 ed è ripartito per la Germania dopo quattro anni per 40 milioni:
ci ha guadagnato lui, che ha ottenuto un contratto più ricco e ci ha guadagnato la Juventus che non poteva trattenere un giocatore legato soprattutto ad Antonio Conte: «Se adesso lo seguo al Chelsea? Non lo so, vediamo...» sorride il cileno, che non sembra disdegnare l' idea.
Coman invece era arrivato a Torino a costo zero, strappato alle giovanili del Psg, sulla falsariga dell' operazione Pogba, preso dal Manchester United: l' accordo col Bayern prevede 7 milioni per il prestito con riscatto di altri 21 milioni. Cifre notevoli per un giocatore del 1996 con 22 presenze e 1 gol in due anni a Torino, ma che Kingsley ha dimostrato di valere.
A spese della Juve. Fino a un certo punto, però. Perché tra Coman e Vidal, la Juve può incassare appunto quasi 80 milioni. Lo schiaffo di mercoledì le è costato invece 11 milioni: sono i rischi del mestiere per chi punta ad autofinanziarsi sul mercato. Ma i prossimi che partiranno (Pogba? Morata?) sarà meglio non incrociarli.
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