fabio caressa

“DA RAGAZZO ERO TIMIDO, CON LE RAGAZZE UN DISASTRO. E POI ERO COMPETITIVO, IL CHE NON TI RENDE SEMPRE SIMPATICO” – FABIO CARESSA: “LA PRIMA TELECRONACA NEL 1987. ALL'EPOCA LE PRIVATE ERANO ABUSIVE, MI DAVANO 50MILA LIRE DA CONSEGNARE AL TECNICO DELLA SIP CHE DI NASCOSTO CI APRIVA UNA LINEA TELEFONICA” – “IL SEGRETO PER FARE IL TELECRONISTA? L’ATTENZIONE. HAI 4 PERSONE CHE TI PARLANO IN CUFFIA E STUDIO ANCHE 45 ORE PER PREPARARE UNA PARTITA” – LA “PROFEZIA" DI MICHELE PLASTINO, LO SCAZZO CON ADANI (“NON MI SCUCE UN BAFFO”), IL MATRIMONIO CON BENEDETTA PARODI, I REALITY E IL RUOLO DI DIRETTORE DI “SKY SPORT” LASCIATO PER I FIGLI…

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Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/07/19/news/fabio_caressa_intervista_carriera_amori_lite_adani-424739899/

fabio caressa

 

Fabio Caressa, com'era da ragazzo?

«Abbastanza timido, un po' complessato. Con le ragazze un disastro».

 

Davvero?

«Mi sentivo un po' diverso, assorbito dalle mie curiosità. E poi tendevo a essere competitivo, volevo prendere il massimo, il che non ti rende sempre simpatico».

 

Come andava a scuola?

«Ho preso dieci alle elementari, ottimo alle medie, 60/60 al liceo classico Lucrezio Caro, 110 ma senza lode alla Luiss, scienze politiche".

 

[…] Non ama farsi trovare impreparato?

«Mi angoscia il solo pensiero».

 

Sul lavoro?

«Qualsiasi cosa faccia. Da ragazzo, prima delle interrogazioni, provavo le domande davanti allo specchio».

 

benedetta parodi, fabio caressa

[…] A che età inizia a fare il giornalista sportivo?

«A 19 anni a Teleroma 56».

 

Come ci arriva?

«Mio padre vide su Teleroma 56 la pubblicità del primo corso di giornalismo Michele Plastino, Il Piccolo Gruppo, e m'iscrisse».

 

Fu assunto?

«Alla fine del corso Plastino mi disse che aveva avuto una visione: ovvero che un giorno avrei fatto una trasmissione la domenica sera che non c'era ancora».

FABIO CARESSA

 

Il Club di Sky.

(Ride).«Mi affidò la conduzione di Goldmania, una trasmissione su Canale 66, la sorella minore di Teleroma 56. Non ci vedeva nessuno».

 

Ricorda la prima telecronaca?

«Fu una radiocronaca, Lazio-Cesena, aprile 1987. All'epoca le private erano abusive, mi davano 50mila lire da consegnare al tecnico della Sip che di nascosto ci apriva una linea telefonica».

 

Era illegale?

«Totalmente. Al massimo avremmo potuto fare tre minuti di cronaca».

 

fabio caressa beppe bergomi su italia-spagna

Come arriva a Sky?

«Allora era Telepiù. Grazie a Sandro Piccinini, con cui avevo lavorato a Teleroma 56 e al film ufficiale sul Mondiale di Italia90, e che reputo uno dei miei maestri, l'altro è Plastino».

 

[…] Qual è la paura più grande per un telecronista?

«Arrivare in ritardo. Io arrivo allo stadio sempre due ore prima. Solo una volta sono arrivato a ridosso».

 

Quando?

«Per un Milan-Barcellona. Dovevo commentarla con Carlo Ancelotti, che mi disse: "Ti vengo a prendere alle 18,30". "È tardi", risposi. "No, no, dai che ce la facciamo", ha ribattuto Carlo con la sua solita flemma».

FABIO CARESSA

 

E poi?

«Poi sono le 18,35 e di Carlo non c'è traccia. Io friggo di ansia. Poi arriva, sereno come sempre, e naturalmente sulla tangenziale c'è un traffico spaventoso, io sono fuori di me dall'agitazione, e quando siamo a 700 metri da San Siro salto dalla macchina e corro come un pazzo verso lo stadio. Arrivo tutto sudato, mi cambio la camicia, e mi metto in postazione giusto cinque minuti prima dell'inizio…».

 

E Ancelotti?

«Due minuti dopo mi sento battere sulle spalle: "Sei un pirla, se rimanevi con me ti prendevi pure il caffè col presidente del Barcellona…».

FABIO CARESSA

 

Che qualità servono per una buona telecronaca?

«Un'attenzione feroce. Hai quattro persone che ti parlano in cuffia…».

 

Quattro?

«I bordocampisti, quelli della regia. La telecronaca è un grande lavoro di squadra. Io studio anche 45 ore per preparare una partita».

 

[…] Lei è molto inquieto?

«Non sono uno tranquillo. Ci sto lavorando, sono in terapia da due anni. Lo dico con orgoglio perché quelli della mia generazione sentono ancora lo stigma dell'analisi…».

 

FABIO CARESSA

Non si imparano un sacco di cose dallo psicologo?

«Appunto. Io ci sono andato prima di Pechino Express perché volevo essere certo, in quella circostanza un po' stressante, di creare una relazione efficace con mia figlia, con tutti i miei figli in realtà».

 

[…]« il direttore di Sky Sport. Un'esperienza bellissima, ma non la rifarei più».

 

È dura fare il direttore?

«Non c'erano orari. Poi un giorno mio figlio ha scritto in un tema che io non giocavo mai con lui. Lì ho deciso di mollare».

CARESSA PARODI

 

[…] Con Benedetta Parodi siete sposati da 26 anni.

«Non ci deve essere gelosia, sennò sei morto. Poi rispetto dei modi e dei tempi dell'altro. Però alla base ci dev'essere una quasi totale comunanza di valori, i fondamentali devono essere gli stessi».

 

[…] Cosa l'ha colpita quando l'ha conosciuta?

«Aveva una sorta di aura di luce bianca che la circonda, una cosa che andava al di là del fatto che fosse bella, intelligente. In autunno lavoreremo finalmente insieme».

 

FABIO CARESSA

Cioè?

«Un format su Netflix, Love is blind, su coppie che s'incontrano alla cieca».

 

[…] Adani le ha dato del fariseo.

«Non mi scuce un baffo».

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