RUTTO LIBERO E PALLA AL CENTRO - FESTA MOZZA, UN PO’ ASETTICA, IN UN ALBERGO DI LEINÌ, PER LO SCUDETTO JUVE, DEL TUTTO OSCURATO DA “GASTONE” E DA “GENNY ‘A CAROGNA”

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DAGOREPORT

Dunque adesso, con la stessa sospetta rapidità degli spot elettorali, Renzi e Alfano promettono Daspo da fine pena mai, famiglie felici da riportare in curva e naturalmente, la cassa vuole la sua parte, stadi nuovi. La legge è pronta da un pezzo e anche se qualche presidente avrebbe voluto costruire la nuova Arca sui margini di un fiume, una nuova barca in cantiere si metterà perché la zattera attuale perde pezzi.

A leggere i giornali, prodighi di meritati complimenti per la Juventus giunta al terzo scudetto consecutivo (festa mozza, un po' asettica, in un albergo di Leinì, indossando magliette celebrative e guardando su Sky la disastrosa campagna siciliana della Roma), non ci sarà più una notte come quella dell'Olimpico.

Fingeremmo anche di crederci, ma ascoltiamo le stesse parole e le stesse promesse dal triste giorno in cui morì Vincenzo Paparelli. Era il 1979 e non esiste fideismo terreno che regga senza prove alla crisi del trentacinquesimo anno. In tre decenni e mezzo, progressivamente, il tifoso è stato espulso dallo stadio.

Allontanato dalla violenza oggettiva, dalle curve egemonizzate dal pensiero unico, dai prezzi delle tribune diventate salotti per privilegiati, dalle tessere del tifoso, dalle gimkane di senso, dalla televisione che è l'unica che paga il gioco e poi documenta, fingendo di stupirsi, caos, spari e guerriglie quasi domenicali.

Nelle partite importanti si fischia l'inizio solo al calare della notte, quando l'ascolto sale e l'ordine pubblico, nel buio, è un tiro alla roulette. Il clima, intorno al poligono, è lo stesso di sempre. Polemiche, risse, sospetti. Massimo campionato. Ballardini del Genoa se la prende con Rudi Garcia: "Il Catania ha battuto 4-1 la Roma? Non mi stupisco, siamo in Italia".

Terza serie, ex serie C, oggi Lega Pro. Il presidente della gloriosa Pro Vercelli non prende bene la vittoria dell'Entella Chiavari a Cremona che vale la B diretta ai liguri: "È stata una farsa, una sceneggiata, d'altronde a Cremona c'è consuetudine a questo tipo di cose".

Ora, in attesa di veder sparire dalle prime pagine la carogna Gennaro e lo sparatore De Santis per lasciare spazio ai mondiali brasiliani, alle scelte di Prandelli e alla religione unica dell'oblìo, gli ultimi 180 minuti.

Scudetto

Vince la Juve e Conte merita applausi convinti. La Juve ha corso molto e perso pochissimo. Il duello con la Roma sarebbe stato meravigliosamente anni '80 e in bilico se solo a Torino si fossero limitati a viaggiare a livelli di eccellenza. Hanno fatto di più e così, pur lasciando per strada la possibilità europea a un passo dal traguardo, hanno esultato in patria meritando da Tevez a Vidal il massimo dei voti. A ruota, salvo l'esibizione al Massimino, applausi anche per la Roma. A Catania cala le braghe, ma fino a pochi giorni fa ha salvato la credibilità del torneo mettendo in luce l'eresia di Gervinho e l'eternità di Totti, in gol anche ieri.

Europa.

Cinque squadre in cinque punti e caos totale a due gare dalla fine. Davanti a tutte, a 57, l'Inter di Mazzarri (in notevole, ingiustificabile tracollo, battuta nel derby serale dal Milan con De Jong). Non è detto che ci rimanga perché dietro corrono tutte. Corre il Toro ora a 55 (16 punti in sei partite) vincendo a Verona con il Chievo per 1-0. Corre il Parma (comodo 2-0 alla Samp con Super Cassano). Corre il Milan che tra tutte, profittando degli scontri diretti (sabato prossimo c'è Inter-Lazio, domenica Torino-Parma), ha il calendario più comodo. In attesa del Lazio-Verona odierno, grande confusione e possibilità apertissime.

Salvezza

Di Natale sbaglia un rigore, ma segna una doppietta, prolunga di un anno la sua avventura e spinge il Livorno in serie B. Il Bologna prende un punto a Genova e si giocherà tutto nello scontro diretto con il Catania previsto per l'11 maggio. Rischia anche il Chievo, mentre il Sassuolo sarà padrone del suo destino e spera persino il Catania non più ultimo

 

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