“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Alessandra Mammì per Dago-art
E vai! Con sfarzosa presentazione al Palais de Tokyo in tempi di Fiac, a Parigi è arrivata puntale come ogni anno la Power List di ‘’Art Review”. Quella che fa salire e scendere sempre gli stessi. Quei cento intimi del mondo dell'arte che suscitano invidia alla nicchia globale di pubblico e commenti utili a svoltare cene e impostare conversazioni.
E quest'anno c'è una grossa novità: Sir Nicholas Serota padrone e signore di tutte le Tate, condannato da sempre ai primi cinque posti, una tacca sopra e una tacca sotto, finalmente scalza dal primo posto la super milionaria collezionista Sheikha al Mayassa bint Hamad bin Khalifa al Thani del Qatar che avendo risparmiato e speso qualche decina di milioni in meno del 2013 passa al 13 posto.
Un altra vittima della crisi. Marina Abramovic invece balza dall'11 al 5 grazie alla performance sul Niente della Serpentine Gallery di Londra. Mentre resuscita Jeff Koons considerato bollito l'anno scorso e scivolato al 56mo posto. Ma ora dopo che il Whitney l'ha incoronato VERO ARTISTA AMERICANO conquista il settimo posto.
Scende il super gallerista Gagosian schiacciato dal nemico David Zwirner e sale in alto Marian Goodman che a 80 anni e rotti dimostra che l'arte mantiene giovani tanto che si può aprire una supergalleria a Londra garantendo l'affitto per i prossimi 15 anni. Un applauso a Pierre Huyghe che sale da 48 a 38. Sempre poco ma è colpa sua: è francese.
Scende Steve McQueen nonostante abbia vinto l'Oscar e il premio Hugo Boss. E qui diciamo... bah (ma come le fanno 'ste classifiche'?) A noi italiani non va tanto bene. Sale di un punto solo Carolyn Christov che per “Art Review” però è americana. Scivolano tutti i pochi compatrioti presenti da Massimo De Carlo alla Galleria Continua e persino Massimiliano Gioni è punito per mancanza di Biennale e passa da 10 a 25.
Come sempre i criteri restano oscuri, ma i ritratti sulla rivista cartacea sono bellissimi. Imperdibili Marina Abramovic al telefono con un onda corvina di capelli che fa Hollywood anni Cinquanta e Biesenbach tra le frasche che sembra un pinguino ai Tropici da postare subito su facebook). Come sempre è tutto molto autoriferito e come sempre vincono gli angloamericani, bianchi. Ma va beh... in fondo il bello della lista è parlarne a cena.
Ecco il link per l'elenco completo dell'ARTREVIEW POWER LIST http://artreview.com/power_100/
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