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Gabriele Isman per “la Repubblica - Roma”
Il racket dei metalli speciali, con gli incendi nei campi rom e conti postali da decine di migliaia di euro. È il tema dell’indagine della polizia locale che passa anche per la bonifica del campo di via Salviati: dall’insediamento autorizzato di Tor Sapienza ieri sono state allontanate 50 persone di 8 nuclei familiari.
Sui loro conti postali cifre dai 50 mila ai 120 mila euro, incompatibili con l’assistenza offerta dal Comune ai rom indigenti. Il sospetto degli inquirenti è che siano i proventi del lavoro di rivendita agli sfasci di metallo che però accettano solo gli elettrodomestici già svuotati di gas e materiali di coibentazione: da qui i frequenti incendi nei campi.
Ieri mattina in un altro insediamento, in via di Salone, alle 7 si è sviluppato un rogo in un’area destinata alla socializzazione, ma sotto quel grande tendone venivano invece custoditi frigoriferi da spogliare. E gli investigatori pensano che l’incendio che ha riversato per ore fumo e cattivi odori in un’ampia fetta di Roma Est dovesse impedire gli allontanamenti in via Salviati. Invece la bonifica iniziata la settimana scorsa è andata avanti: a guidare i circa 40 agenti il comandante Raffaele Clemente e il suo vice Antonio Di Maggio.
«Ma i bambini, come faranno? » ha chiesto a voce alta davanti agli altri abitanti di via Salviati Najo Hadzovic, delegato del sindaco per i rom quando a guidare la città era Alemanno. Hadzovic ha ripetuto la domanda a Clemente che dai giorni scorsi aveva disposto una verifica puntuale della frequenza scolastica per gli oltre 100 minori dell’insediamento.
«Abbassa la voce o non ti rispondo. E quei signori aprano i portafogli per i loro figli» ha detto il comandante gelido, raccogliendo la sfida lanciata da Hadzovic. E accanto ad Hadzovic un rom più anziano: «Ma noi siamo onesti». E Clemente: «Allora dateci i nomi di chi appicca gli incendi per i frigoriferi». «Non li abbiamo, quello che sapevamo si è venduto la baracca per duemila euro e ha lasciato il campo».
E un vigile esperto negli interventi con i rom: «Come lui, tanti altri. La cifra è quella». Il comandante si allontana, raccoglie da terra un pezzo di materiale per la coibentazione, si fa prestare un accendino: dalla fiamma il fumo nero e l’odore acre sono immediati.
IL CAMPO NOMADI DELLA CONTINASSA A TORINO
In via Salviati prima della bonifica vivevano 416 rom di etnia montenegrina e bosniaca. In pochi giorni sono state demolite 26 baracche, più nove cointainer (e in uno c’erano anche video pornografici: potrebbe essere stata un’area di prostituzione). Senza dimenticare le demolizioni di recinti e tettoie abbattute dagli stessi rom prima che intervenissero i vigili. E intanto l’unico arrestato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale è già tornato libero: al processo ha patteggiato tre mesi con la condizionale.
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