DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
Marco Carta per “il Messaggero - Roma"
«Conosco Max da venti anni. Anche io come lui abitavo a Montecarlo. Sono stato a casa sua diverse volte». Un testimone da pole position per difendersi dall' accusa di evasione fiscale. È l' ex pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella, un passato anche in Ferrari, che ieri mattina è stato ascoltato nel processo che vede protagonista Max Biaggi.
L' ex pilota di moto, quattro volte campione del mondo nella classe 250 e due volte campione mondiale Superbike, è accusato di evasione fiscale per non aver pagato imposte per un ammontare di quasi 18 milioni di euro, compiendo «atti fraudolenti consistiti nel trasferimento della propria residenza nel Principato di Monaco e nell' affidare lo sfruttamento dei suoi diritti di immagine a società di capitale con sedi a Londra, Montecarlo e Madrid». Ma, ieri, di fronte al giudice Bruno Costantini, ha potuto contare sul supporto dell' amico. Max chiama, insomma, e «Fisico» risponde.
LA TESTIMONIANZA Si sono ritrovati a Roma, dopo una carriera passata ad inseguire vittorie in tutto il mondo. Uno sulle due ruote, Biaggi, l' altro sui bolidi di F1. Per smorzare l' attesa i due scherzano, parlano dell' imminente Capodanno, si mettono in posa per i fan che li fermano. Insieme ad altri astanti riflettono sul loro status di giramondo privilegiati che grazie alle gare si ritrovano a frequentare i posti più lussuosi del pianeta: «Ha ragione Briatore - osserva uno dei commensali - esiste un mondo dei ricchi e uno delle persone normali». Poi intorno alle 14 e 30 parte il processo, in cui Fisico è il primo a prendere la parola in difesa di Max.
D' altronde i legali Franco Coppi ed Ester Molinaro è per questo che l' hanno chiamato: «Conosco Max da venti anni. Ci siamo frequentati a Montecarlo dove per un periodo ho abitato anche io e siamo diventati amici. Ci vedevamo per il calcetto, per la pizza o per guardare le partite di calcio. Mai per parlare di lavoro. A casa sua sono stato diverse volte. Mentre a Roma non ci siamo mai visti». L' obiettivo della difesa è chiaro.
ALESI FISICHELLA BIAGGI SCHUMACHER
Dimostrare che la residenza nel principato del pilota non fosse una copertura per eludere il fisco. Anche il portiere del palazzo in cui Biaggi abitava a Montecarlo, un altro dei testimoni, è certo di questo: «Dal 96 al 2010 lo vedevo tutti i giorni, tranne quando era fuori per le competizioni». Mentre Andrea Gamberini, che per Biaggi attraverso una società, con sede a Londra, curava i rapporti nel 2006 con la Suzuki, si è soffermato sulla necessità di ricorrere a società estere. «Un pilota come Biaggi ha bisogno di un certo staff e in Italia non ci sono agenzie strutturate come in Inghilterra». O meglio: «Si possono fare.
Solo che poi si pagano più tasse».
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