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COME E’ DURA L’AV-VENTURA – ALTRA FIGURACCIA DELL’ ITALIA: CON LA MACEDONIA E’ SOLO 1-1: NELLA RIPRESA TRAIJKOVSKI PAREGGIA LA RETE DI CHIELLINI - GLI AZZURRI SONO MATEMATICAMENTE SECONDI MA NON HANNO ANCORA LA CERTEZZA DI ANDARE AGLI SPAREGGI: SERVE UN PUNTO IN ALBANIA – VENTURA SOTTO ACCUSA - "SECONDO TEMPO DELUDENTE. I FISCHI? LA NAZIONALE PER PRINCIPIO NON DOVREBBE ESSERE FISCHIATA"- VIDEO
Stefano Cantalupi per gazzetta.it
Dopo una decina di minuti di gara, a Torino, parte a casaccio “un amore così grande” dagli altoparlanti dell’Olimpico. E ce ne vuole davvero di amore, per questa Italia sempre più in difficoltà, che s’impantana sull’1-1 contro la Macedonia facendo il pieno di fischi e dubbi. Il pari, pessimo per il ranking, non basta nemmeno per l’aritmetica certezza dei playoff: bisognerà guadagnarsi il pass per lo spareggio mondiale con un altro punticino in Albania, o sperare che le rivali non vincano di goleada. Insomma, un mezzo disastro.
VISTA DALLO STADIO — Il clima, intorno agli azzurri di Ventura, è subito freddino: per fortuna i tanti macedoni sulle tribune cantano anche il nostro inno (sempre bello quando succede) e ci sono molti giovanissimi tifosi italiani a sostenere la Nazionale. Qualche momento di silenzio, quando la partita è senza ritmo, permette al c.t. di telecomandare Verdi, schierato con Insigne a supporto di Immobile: la stellina del Bologna non brillerà. E consente a Buffon, che sfoggia la nuova maglia azzurra da giocatore di movimento, di dare la sveglia a un Bonucci non proprio all’altezza delle migliori versioni della “BBC”.
GARA — La Macedonia, numero 103 del ranking Fifa, vale più della posizione che occupa: veniva da vittorie con Israele e Liechtenstein, pareggio con l’Albania e una sconfitta di misura con la Spagna trita-tutto, dunque niente male. Già all’andata, a Skopje, ci aveva fatto soffrire le pene dell’inferno. Il 4-2-4 azzurro è in castigo dopo il tracollo al Bernabeu, Ventura sceglie il 3-4-3. Le assenze di titolarissimi come Belotti, De Rossi e Verratti rendono ogni valutazione più complicata: di certo c’è che il ritmo resta basso, gli “inglesi” Darmian e Zappacosta vengono coinvolti in maniera discontinua e che Insigne, l’uomo che dovrebbe accendere la luce, continua a farsi preferire quando gioca nel Napoli. Col passare dei minuti, invece di crescere, ci spegniamo, e a nulla servono gli ingressi di Bernardeschi e Cristante.
I GOL — A sbloccare il risultato ci pensa Chiellini al 39’: rimasto in attacco dopo un corner battuto da Verdi, Giorgione trasforma in gol il passaggio di Immobile, che aveva indovinato il taglio giusto. Sempre Chiellini, un istante più tardi, rimedia a una leggerezza di Bonucci e salva il vantaggio con cui si va all’intervallo. Nessuno, invece, chiude su Trajkovski al 32’ della ripresa: il diagonale della beffa non dà scampo a Buffon. Da lì in poi, il nulla. Difficile, facendo gli scongiuri, che la delusione si trasformi nell’incubo di diventare la peggiore seconda. Ma se non si cambia passo da qui a novembre, l’orizzonte ha ben poco di azzurro. E di russo...
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