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Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Stringi stringi la vicenda paradossale del Parma gira intorno a due numeri: 201 milioni, ovvero il debito consolidato della Eventi Sportivi, proprietaria (90%) della società; 2.249 euro, il cash di cui dispone la Mapi Grup di Nova Gorica (Slovenia). Sullo sfondo resta poi una domanda: perché oggetto delle trattative è sempre la Eventi e non direttamente il Parma? Il resto è folklore.
Cavalieri bianchi senza cavallo, ragazzi presidenti per un giorno, consigli di amministrazione fatti e disfatti, faccendieri e prestanome che spuntano ovunque. E il petroliere albanese Rezart Taçi che scappa con le sue teste di legno dopo aver analizzato i conti (ma prima che cosa aveva fatto?). Adesso a Collecchio, con ciò che resta della squadra in fondo alla classifica e senza stipendi da mesi, arriva Giampietro Manenti, noto per le fallite scalate al Brescia e alla Cartiere Pigna.
La storia è ricca di parole suggestive e vuote: la «cordata», i «capitali russi». Eppure l’unica cosa che conta non si vede: i soldi, possibilmente «puliti». E qui arriviamo ai due numeri. Come i 201 milioni di debito consolidato (quindi Parma compreso) della Eventi.
La società capofila è sul pericoloso crinale dell’insolvenza, i revisori non hanno certificato il bilancio e sta in piedi solo perché Taçi aveva opportunamente offerto una stampella giuridica («supporto finanziario garantito dal nuovo socio», scrive l’ex presidente Ghirardi) al proseguimento dell’attività. Parole non seguite ai fatti. Quelli, i soldi, toccherebbe metterli ora a Manenti e alla sua Mapi Grup di Nova Gorica. La forza d’urto è alla voce cash del bilancio: 2.249 euro, quello che Cassano spende in poche sedute di pasticceria.
E il resto delle grandezze patrimoniali è allineato. A livello di una salumeria di paese.
Tutti aspettano la pioggia di rubli. Per ora si è visto questo faccendiere di Limbiate (Mi) che sembra un professionista del gioco del cerino in mano. Prima Ghirardi vede in difficoltà la sua Eventi Sportivi e vende a Taçi che acquista quasi alla cieca (assurdo a questo livello di affari).
Ma perché Taçi non ha rilevato il Parma direttamente? Forse doveva togliere le castagne dal fuoco a Ghirardi. L’albanese però non si sporca le mani di persona, manda avanti un veicolo societario di Cipro (Dastraso) e suoi uomini. In banca il beneficiario è tuttora il gioielliere di Piacenza, e amico d’infanzia, Petrit Doka. Il rischio di fallimento è dietro l’angolo. Dopo aver «salvato» Ghirardi, Taçi molla. E il cerino adesso è in mano a un tipo che ha poco da perdere e zero soldi. Il vero affare l’ha fatto chi ha scaricato per tempo responsabilità, gestione e debiti senza dare un futuro serio al Parma.
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