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“A MIAMI HO ANCORA UN ANNO DI CONTRATTO, POI NE PRENDERÒ UNO SABBATICO, LONTANO DAL CALCIO E DA TUTTO IL RESTO” – GONZALO HIGUAIN SI RACCONTA A “ESPN”: “NON SONO UN ROBOT, HO SOFFERTO A NON VINCERE CON LA NAZIONALE ARGENTINA, MA...” – PELLO, LA JUVE, LA CONVIVENZA CON BENZEMA E L’AMICIZIA CON MESSI… - VIDEO
Andrea Sereni per www.corriere.it
Ha sempre il numero 9 sulla schiena, segna pure tanti gol. Ma Gonzalo Higuain sembra l’ombra invecchiata del campionissimo che è stato. Barba lunga poco curata, praticamente senza più capelli, un po’ di pancia, l’argentino pare avere ben più dei 33 anni che riporta la carta d’identità.
Invece lì sotto, nascosto, c’è ancora il giocatore che ha riscritto record (in serie A ad esempio quello del numero di gol in una singola stagione), deciso campionati. E poi anche fallito anche enormi occasioni, certo. Tante volte gli sono state imputate delusioni (come la finale del Mondiale 2014 persa dall’Argentina contro la Germania) di cui non era unico colpevole, anzi.
Anche per questo Gonzalo è fuggito dal calcio che conta, dalle responsabilità, dall’eccessiva pressione. Ha lasciato la Juventus e il calcio europeo per l’Inter Miami. Il club americano di David Beckham è il suo refugium peccatorum, un cantuccio dorato in cui si è seduto prima di dire basta e voltare pagina definitivamente.
Un momento, il ritiro, che sembra essere sempre più vicino: «Qui ho ancora un anno di contratto — ha detto in un’intervista a Espn —, poi ne prenderò uno sabbatico, lontano dal calcio e da tutto il resto».
Anche perché il corpo gli sta chiedendo di fermarsi: «Ho passato anni difficili, sono molto provato fisicamente». Spiega che dalla Nazionale, che senza di lui ha vinto in estate la Copa America, si sente «totalmente disconnesso».
E ancora, sulle sue chance di convocazione ai prossimi Mondiali: «Ho scelto io di lasciare l’Albiceleste, quando prendo una decisione non cambio idea. Forse perderò l’opportunità di essere campione con l’Argentina, ma non vedo alcuna possibilità di andare in Qatar per i Mondiali». Certo, restano alcuni rimpianti: «Non sono un robot, ho sofferto a non vincere con la Nazionale, ma ho anche ottenuto molto più di quanto sognassi».
L’amico Messi fatica a imporsi con il Psg, e Higuain non chiude ad un suo futuro in Mls: «Credo che Leo abbia firmato un contratto di due anni con il Paris. Non ci siamo messi d’accordo però il club lo vuole. Vedremo...».
Lui il suo trascorso al Real Madrid, dove arrivò a 19 anni, lo ricorda bene: «Avrei dovuto giocare nel Castilla. Mio padre sull’aereo mi disse di non avere paura ma solo rispetto: questa frase mi è rimasta impressa. Quando sono arrivato dopo due allenamenti Capello mi ha detto di restare in prima squadra. Poi ho debuttato da titolare in Copa del Rey».
Higuain ripercorre il dualismo con Benzema («Abbiamo tirato fuori l’uno la versione migliore dell’altro») e spiega che non avrebbe mai immaginato di avere una carriera così importante.
Ora però le cose che contano sono altre. Prima del calcio c’è la famiglia. A Miami gioca con il fratello Federico, era con lui quando è morta mamma Nancy: «Il giorno prima mi ha fatto un gran passaggio e io ho segnato. Sembrava tutto scritto. Lei l’ha visto, sono sicuro, è stato il suo ultimo sogno». Priorità diverse, insomma: «Oggi la cosa più importante è vedere mia figlia sorridere».
gonzalo e federico higuain 2
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